Napoli. Carcere di Secondigliano, i giovani detenuti si raccontano in un corto animato
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Napoli. Carcere di Secondigliano, i giovani detenuti si raccontano in un corto animato
rainews.it, 20 gennaio 2024
Percorsi di illustrazione e animazione nella casa circondariale: ciascuno delle persone coinvolte ha raccontato un pezzo di sé. Un pezzo di sé e del proprio vissuto per ognuno dei detenuti. Trasferito, dando libero sfogo all’estro e alla creatività, in un frammento di racconto, un disegno in gesso su una lavagna in ardesia. Tutti insieme danno vita a “Ofarja”, il cortometraggio che alcuni tra i detenuti della casa circondariale “Pasquale Mandato” di Secondigliano hanno realizzato nell’ambito di un progetto che la direzione ha avviato in collaborazione con Art33, il Cultural Hub di Napoli Est affidatario del progetto “LievitAzione” in qualità di vincitrice del bando “Fermenti”, iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, gestita dal Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio Civile Universale.
La presenza sempre maggiore di detenuti di età compresa tra i 18 e i 25 anni ha suggerito l’attivazione, a Secondigliano, di un nuovo percorso formativo. L’obiettivo di questi percorsi è stato duplice – spiega la direzione della casa circondariale – Da un lato, si è voluto fare in modo che questi ragazzi conoscessero il mondo dell’animazione anche da un punto di vista tecnico, seppur attraverso un primo e molto generale trasferimento di competenze, dall’altro si è voluto fornire loro una nuova occasione di espressione di sé e della propria creatività”.
“Il percorso, perfettamente in linea con la filosofia del nostro centro audiovisivi, si è posto come uno strumento per raccontare e raccontarsi oltre ogni barriera”, sottolinea Mariarosaria Teatro, responsabile del cultural hub Art33. Il percorso si è tradotto in un modulo di disegno e street art, curato dallo street artist Fabio De Angeli e dal fonico Salvatore Cosentino, e in un modulo di illustrazione e animazione, con l’illustratore e regista Ahmed Ben Nessib e con i musicisti Antonio Raia e Sergio Naddei.
“Lavorare con i detenuti è stata un’esperienza straordinaria”, racconta Ahmed Ben Nessib, disegnatore e regista di cortometraggi animati, nato a Tunisi nel 1992. “Ci siamo interrogati sulla funzione emotiva e cognitiva del faro, di cosa possa significare per una persona smarrita in mare, e abbiamo cercato nei nostri ricordi immagini e figure che, per metafora, hanno orientato i nostri viaggi. I detenuti hanno prodotto 3086 disegni, frutto di otto incontri: il prodotto finale è esclusivamente loro. E dire che il primo giorno alla parola ‘disegno’ sono rimasti pietrificati”.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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