Pericolo per la salute: sequestrati quasi 100 tonnellate di riso indiano
Fate attenzione se avete acquistato riso indiano all’inizio di gennaio, potrebbe essere soggetto a un richiamo di massa. L’allerta si è diffusa rapidamente su siti web delle principali testate austriache e sulle piattaforme social Oltralpe non senza perplessità e, soprattutto, paura per la propria salute. In un’azienda all’ingrosso viennese, infatti, sono state ritirate dalla circolazione ben 96 tonnellate di riso indiano contaminato da residui di diversi pesticidi nocivi. Ad affermarlo è stato il sito web del Governo d’Oltralpe, specializzato nella tutela dei consumatori. Secondo il portale, le analisi di laboratorio hanno confermato l’allarmante contaminazione di pesticidi del riso che gli ispettori hanno scoperto durante un’ispezione di routine. Alexander Hengl, rappresentante dell’ufficio mercato competente della città di Vienna, ha confermato il sequestro e ha sottolineato l’importanza del monitoraggio continuo dei prodotti alimentari importati. Il commerciante in questione aveva precedentemente presentato i risultati di laboratorio del produttore indiano, che certificavano la qualità impeccabile del riso. Ma l’ufficio mercato non si è lasciato ingannare e ha condotto la propria analisi. Il risultato è stato devastante: i chicchi erano contaminati da pesticidi. Questi residui di pesticidi, se entrano nel corpo umano, possono causare numerosi problemi di salute. Si va da disturbi lievi come nausea e vomito a condizioni gravi come disturbi neurologici e persino il cancro. La delicatezza della situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che il riso contaminato era destinato principalmente a essere consegnato ai ristoranti, colpendo potenzialmente un gran numero di persone. Fortunatamente il pericolo è stato scongiurato, grazie al rapido intervento degli ispettori alimentari e delle autorità sanitarie. Questo sequestro, rileva Giovanni D’Agata, Presidente dello “Sportello dei Diritti”, evidenzia l’importanza di controlli costanti e di rigorosi standard di sicurezza alimentare. Ma, intanto, tra i consumatori UE si sta diffondendo paura e rabbia.
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