2024. I (miei) ristoranti (locali) da non perdere
E’ difficile consigliare un ristorante o un locale. Proprio come capita con le persone, dipende molto dal proprio punto di vista e da cosa ci si aspetta.
Eppure, nella difficoltà di recensire e compilare schede, credo che oggettivamente ci siano dei luoghi che meritano in maniera sommariamente oggettiva.
Per me si tratta di indirizzi in cui ho notato consapevolezza e in cui, grazie ad essa, c’è armonicità tra l’offerta gastronomica e la location, tra il servizio e la scelta del beverage. Consapevolezza che vuol dire anche professionalità, ma con cuore.
Perché quello, se non c’è, si sente.
Luoghi in cui mi sono sentita bene, in cui tornerei. E “tornare” per me ha un grande valore.
Per augurarVi un buon anno, vi lascio alcuni miei appunti su 5 indirizzi (+ bonus track da non perdere) che spero possano essere una vostra tappa per questo nascente 2024.
Buon Appetito e buon viaggio!
- Vrasa a Sorrento (Napoli – Campania)
Tre amici, tre ragazzi sui trent’anni e tanta passione per la ristorazione. Tutti hanno fatto esperienza nel settore, chi grazie alla propria famiglia e chi per via del proprio percorso di studi. Fatto sta che l’offerta ristorativa di Vrasa ha molto carattere e ha le idee chiare, questo mi è piaciuto tanto.
Il suo nome richiama la brace e la tradizione della cottura su fuoco, un fil rouge che unisce tutte le pietanze: dall’antipasto al dolce. Ciò dona carattere ai piatti, in cui cibi cotti con questo metodo primordiale e a vista vengono serviti spesso con elementi crudi. Carne e pesce, anche se a trionfare è un nuovo modo di pensare al vegetale.
Ben fornita anche la cantina vini, per un’esperienza che rifarei subito!
2. Osteria Terra Arsa a Foggia (Puglia)
La coerenza è una cosa meravigliosa. La vedi, si vede, quando entri in un ristorante. La coerenza è l’armonicità tra ciò che si è, ciò che si fa e ciò che si dice.
Lele Murani ha scommesso da giovanissimo in questa osteria che ha rappresentato il riscatto delle sue radici. Foggia non è una città turistica e poco di passaggio, ma rappresenta un territorio ricco di eccellenze e di prodotti vegetali di gran pregio.
E sono proprio i vegetali ad essere perno di una cucina schietta che si ispira alla tradizione, ma tira fuori una contemporaneità che è comprensibile e concreta.
Per un pranzo o una cena pugliese contemporanea, nel solco dei principi cari a Slow Food, visto che si tratta di un indirizzo con la chiocciola!
3. Locanda Mammì ad Agnone (Isernia – Molise)
Tra le campagne molisane, alle porte dell’affascinante Agnone che merita una visita lenta, c’è una locanda coraggiosa condotta dalla chef Stefania Di Pasquo e dal maitre Tomas Torsiello.
Coppia nel lavoro e nella vita, con in un comune una grande professionalità e passione per il mondo della ristorazione. Lei “scuola” Romito, qui racconta perfettamente il territorio.
Un percorso interessante e originale, che pesca a piene mani nella tradizione ma regala tecnica e voli pindarici. E, come se non bastasse, c’è una “carta vini” da intenditori!
Il Molise esiste, anche grazie a Locanda Mammì!
4. Bluu il mare dentro a Nocera Inferiore (Salerno – Campania)
Qui, da qualche anno, è possibile provare la cucina dello chef Angelo Borghese. Un ribelle fuoriclasse, che trova pace nelle sue sperimentazioni e nella sua voglia di creare.
La sua è una mano che non va mai oltre la materia prima. Io mi siedo al suo tavolo con grande fiducia ed ogni volta non la lascio delusa. Tanto rispetto verso il proprio lavoro, i prodotti, l’ospite.
Approccio che si estende alla sala gestita dal bravo Luca Zambrano, oste di grande passione e competenza. Un indirizzo da non perdere, se si ha voglia di esperienze gastronomiche con la maiuscola.
P.S. E, anche qui, bottiglie buone su cui lasciarsi guidare!
5. Deposit0 Eatery a Pontecagnano Faiano (SA)
Lo chef Pasquale Palladino è, soprattutto, un ragazzo appassionato che svolge il suo lavoro con etica e meticolosità. E’ così che questo indirizzo può essere un veloce pit stop per il pranzo o un luogo dove temporeggiare la sera per godersi una cena intensa.
Attenzione alle materie prime, talento e professionalità nel trasformarle in piatti che parlano di territorio ma trovano un nuovo linguaggio per parlare agli ospiti.
BONUS TRACK
Black Monday – speakeasy a Salerno
Qui non si mangia, chiariamolo subito. Niente, se riteniamo che cocktail di una certa levatura non siano pietanze. Ma non cadrò nel tranello della filosofia spicciola da fine anno adesso!
Per chi non lo sapesse gli speakeasy sono dei locali oggi in voga che si ispirano a quelli degli anni del proibizionismo, dove si consumavano (illegalmente dunque!) bevande alcoliche. Teoricamente si entra solo se si conosce la parola d’ordine, qui (in genere) è bene andare accompagnati da chi ci è già stato, altrimenti subirete un interrogatorio 🙂 all’ingresso!
L’atmosfera è soffusa, la sala è arredata in legno, sullo sfondo sonorità legate al jazz e agli anni Venti e Trenta.
Stare al bancone in questo locale è come viaggiare. Si trova nel centro storico di Salerno, ma una volta dentro si è lontani. Nel senso migliore del termine, nel modo in cui ti è concesso di evadere grazie ai modi, alla professionalità e alla consapevolezza che è propria di un gruppo di lavoro giovane ed entusiasmante.
Chiedete e vi sarà dato, ma soprattutto vi sarà spiegato e sarà tenuta viva quell’interazione che rende il sorseggiare un cocktail al bancone un’esperienza unica.
Inutile aggiungere che qui vi è varietà e qualità e, come nei migliori indirizzi, sempre più qualità che varietà.
Alla salute! Auguri!
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