LA GIUNGLA DEGLI APPALTI – Il testo. Riforma sui giudici contabili: appalti “liberi” sopra il milione, sindaci salvati dal danno erariale e sconti sulle sanzioni
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Pnrr, lo scudo sui controlli erariali. FdI ora disarma la Corte dei conti
LA GIUNGLA DEGLI APPALTI – Il testo. Riforma sui giudici contabili: appalti “liberi” sopra il milione, sindaci salvati dal danno erariale e sconti sulle sanzioni
23 DICEMBRE 2023
L’idea non è nuova ma è tremendamente efficace: garantire ai dirigenti pubblici uno scudo quasi totale in caso di colpa grave per danno erariale se c’è stato un controllo preventivo, eliminando di fatto i controlli successivi della Corte dei conti. E ancora: limitare fortemente l’ammontare economico delle condanne e ridurre i poteri dei giudici contabili sugli appalti del Pnrr. Sono questi gli aspetti principali della riforma della Corte dei conti che il governo vuole approvare a breve: il testo, letto in anteprima dal Fatto, è stato depositato il 19 dicembre alla Camera da Fratelli d’Italia a prima firma del capogruppo Tommaso Foti, ma l’intenzione dell’esecutivo è approvare il provvedimento in uno dei primi Consigli dei ministri del 2024, probabilmente insieme al decreto sulla semplificazione e attuazione del Pnrr di gennaio.
Il testo ricalca un vecchio pallino della politica, ed è stato scritto tra ministero della Giustizia e Palazzo Chigi. È composto da cinque articoli, due dei quali vanno a modificare la legislazione che regola il funzionamento della Corte dei Conti, gli altri le norme sull’attuazione del Pnrr. Da qui ai prossimi due anni, infatti, dovranno essere soprattutto gli enti locali a “mettere a terra” i progetti del piano e l’obiettivo della riforma è quello di superare la mitologica “paura della firma”: un fenomeno, si legge nella relazione tecnica, che “ormai da tempo affligge la PA”. E ancora: “Occorre intervenire in tempi rapidi per attribuire alla Corte dei conti un nuovo ruolo di supporto agli amministratori affinché questi possano trovare in via preventiva una concreta assistenza nella articolata gestione del denaro pubblico e non debbano più incorrere in processi per danno erariale (…) che hanno ripercussioni negative sulle carriere e alimentano il circuito della paura”.
Per prima cosa il provvedimento rende più complicato il controllo “successivo” sugli atti firmati da dirigenti pubblici che hanno chiesto un “controllo preventivo” sugli atti. Oggi questa procedura è limitata a pochi atti di grande rilevanza (in sostanza quelli del governo): ora verrebbe consentita – per quel che riguarda gli appalti del Pnrr (e del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) che superano gli importi comunitari – a tutte le amministrazioni pubbliche, anche quelle locali, e a tutti i “soggetti attuatori”. Tutti potranno chiedere un controllo preventivo sull’atto e, in caso di via libera, non potranno subire contestazioni per danno erariale per averlo adottato. “Il controllo preventivo avrà un effetto tombale sulle eventuali criticità dell’atto”, si legge nella relazione. I tempi concessi ai giudici per rispondere, peraltro, vengono dimezzati e se non arriva la risposta vale il silenzio assenso e scatta lo scudo erariale, salvo per dolo.
Per tutti gli atti che non possono essere sottoposti al controllo preventivo viene invece estesa a dismisura “l’attività consultiva”, oggi riservata ad atti o pareri forniti a Regioni e Comuni nella limitata materia di contabilità pubblica, del bilancio o di ordine generale. La legge estende la possibilità a chiunque nella P.A. di chiedere un parere per fattispecie che riguardano Pnrr/Pniec per importi “superiori al milione”. Anche qui: i tempi di risposta della Corte dei Conti vengono dimezzati e vale il silenzio assenso. È facile capire cosa potrebbe succedere: gli uffici della Corte verrebbero subissati di atti che non saranno in grado di valutare e il rischio è quello di dare il “liberi tutti”, oltre a trasformare i giudici contabili in consulenti o co-gestori della PA.
Il testo obbliga poi tutti i dirigenti pubblici a sottoscrivere un’assicurazione e interviene anche sulle sanzioni. Il governo a maggio ha infatti già prorogato di un anno, fino al 30 giugno 2024, lo scudo erariale per le opere del Pnrr. L’idea è che dal prossimo luglio non verrebbe prorogato ma le condanne non potranno superare il doppio dello stipendio annuo del dirigente coinvolto. Insomma, una riforma che impatta sui poteri della Corte e rischia di provocare un nuovo scontro tra governo e giudici contabili dopo quello di maggio.
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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