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Amministrazione Marino in direzione ostinata e contraria: flussi turistici oltre la Reggia senza futuro

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Semmai qualcuno provasse a chiedersi se c’è vita per il turismo nella città di Caserta oltre la Reggia la risposta la troverebbe facile nel vuoto siderale che abbiamo testato nel fare una semplice e banale ricerca sul web alla voce “iat Caserta” che significa informazioni e accoglienza turistica. I link che si aprono sono relativi a”Ufficio informazioni turistiche” dell’Info Point presso il Comune che non da’ risposta al numero telefonico segnalato e il sito web indicato si intitola “Ept Caserta – Tutto su Regione Campania e Turismo in Italia e nel mondo”, sito non aggiornato e confuso comparendo notizie di altre regioni nella stessa home page e ben ricordando che gli enti provinciali per il turismo sono enti soppressi dalla legge regionale n. 18 – 8 agosto 2014 rubricata precisamente «Organizzazione del

sistema turistico in Campania». La legislazione regionale mirava a valorizzare ed incentivare il sistema delle autonomie locali, il sistema delle imprese e delle autonome espressioni associative nell’ambito delle comunità territoriali, per assumere le iniziative di sviluppo turistico in relazione al crescente ruolo dell’economia turistica nel territorio
regionale. Le Regioni hanno ereditato (legge cornice n.217 del 1983) quelle strutture statali decentrate per la promozione e l’informazione turistica (enti provinciali per il turismo nati nel 1935 e costituiti presso ogni capoluogo di provincia come enti che dipendevano dallo Stato). Anche le aziende di cura, soggiorno e turismo (nate nel 1926) sono diventate enti dipendenti dalle Regioni. Sulla carta la L.135/2001 promuove i Sistemi turistici locali (STL), sfere territoriali dove sviluppare l’economia turistica attraverso una nuova cultura imprenditoriale incentrata sulla collaborazione tra imprese e enti locali. Più precisamente con l’art.5 si definiscono i STL come “contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o della presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate”. Ma a Caserta se proviamo da semplici globetrotters in cerca di qualche idea su cosa di interessante esiste sul territorio apprendendola da un servizio comunale attivo ci troveremmo locali sbarrati in Piazza Vanvitelli al piano terra del Palazzo Castropignano che, secondo l’addetto alla sorveglianza in ingresso all’edificio comunale, apre secondo orari di esercizio esposti su un foglio A4 affisso al vetro della porta che risale a febbraio 2022 riportante disposizioni concernenti le misure anti COVID, scomparse da nuovi provvedimenti in aprile dello stesso anno. In realtà al telefono della segreteria del sindaco ( unico numero che dopo svariati tentativi risponde su tutti i contatti che ci erano sembrati utili per ricevere informazioni sul servizio non erogato) un dipendente ci notifica che in realtà “gli uffici al piano terra sono chiusi e da tempo”. Ancora peggio se provassimo ad affidarci al web quali turisti curiosi come già detto, differentemente a come saremmo accolti dal centro di informazione turistica di un comune paragonabile in termini di popolazione come Varese o Ragusa, dove ci rispondono all’istante se consultati e hanno fasce orarie di esercizio mattutine e pomeridiane, con piú punti informativi nel centro urbano. Annunci esaltanti e ricchi di euforia a febbraio di quest’anno degli amministratori locali non hanno mancato di illudere le aspettative di un turismo in agonia per quanto attiene al soggiorno e fruizione di quanto offre la città, in particolare con il cosiddetto “pacchetto Caserta”, nato per trattenere i turisti in città per almeno un paio di giorni ed evitare il consueto “mordi e fuggi”. Purtroppo non si conoscono ad oggi l’operatività e le iniziative intraprese dal tavolo permanente sul turismo inaugurato in quell’occasione con il contributo dell’assessore regionale e Antonio De Lucia, assessore comunale al Benessere Turistico della città ( risuona burlesca la denominazione dell’ambito delegato viste le condizioni difficili in cui versa il comparto). Così rileviamo non funzionante da tempo la web app Caserta Tour creata con fondi pubblici Asse 10 del Pics Caserta e celebrata vanamente a gran cassa per “migliorare la fruibilità turistica della città valorizzando la segnaletica turistico-culturale dei siti Unesco e realizzando una rete digitale di promozione dell’offerta turistica”. Pura propaganda. Il piano di intervento europeo, chiamato Next Generation EU (NGEU)è un programma di ripresa post pandemia finanziato con 750 miliardi di euro. L’Italia opererà attraverso il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) un vasto programma di riforme che si articola in 6 Missioni. La Missione 1 – Componente 3: Turismo e Cultura prevede un ampio spettro di investimenti e riforme a favore dei Comuni italiani, che vanno dal digitale al turismo, dal miglioramento dell’organizzazione interna agli interventi sociali. Ci chiediamo semmai questi fondi potranno trovare davvero un destino produttivo per lo sviluppo di attività di programmazione, promozione e sviluppo in ambito accoglienza turistica a Caserta considerando questa perdurante e lesiva distrazione del governo cittadino nella cui agenda politica la voce turismo non è contemplata.

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(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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