La vita e l’amore di Rocco Scotellaro
Onorare la memoria di Rocco Scotellaro, ma nello stesso tempo ritrovarla per poterla trasmettere alle nuove generazioni
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – In occasione del centenario della sua nascita e del settantesimo anniversario della sua morte, venerdì 15 dicembre si è tenuta a la commemorazione di Rocco Scotellaro.
L’evento è stato curato e organizzato dall’Associazione Culturale Rocco Scotellaro di Portici, in una sinergica unità d’intenti con Associazione Lucana Giustino Fortunato di Napoli e l’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Portici.
La cerimonia commemorativa, si è svolta in due sessioni.
Al mattino, presenti i sindaci della Città di Portici e della Città di Tricarico Vincenzo Cuomo e Paolo Paradiso, delegazioni delle due rispettive Amministrazioni comunali, rappresentanti delle due Associazioni coinvolte, Dirigenti, Insegnanti e Allievi delle Scuole, si è assistito ala collocazione di una corona d’alloro sulla casa, ultima dimora dello scrittore e poeta, e con il successivo scoprimento della panchina letteraria in Villa Comunale, realizzata su iniziativa dell’Amministrazione civica porticese dai giovani artisti, studenti del locale Liceo Artistico, intitolato a Francesco Saverio Nitti.
La panchina letteraria, magistralmente realizzata dagli studenti del Nitti, raffigura gli archi della Reggia che guardano verso il mare. Al di sotto sono riportati i versi della poesia di Scotellaro Palazzo Reale di Portici (!952)
Gli studenti delle scuole coinvolte nell’iniziativa hanno letto i propri messaggi e considerazioni su Rocco Scotellaro o recitato alcun sue poesie.
Nel pomeriggio, nella Sala consiliare del Comune di Portici in Via Campitelli, con l’intervento di Luca Manzo, Raffaele Cuorvo, Pietro De Martino, in videoconferenza il Governatore della Basilicata Vito Bardi, Antonio Martino, Aldo Vella, Mario Balzanelli, Giuseppina Scognamiglio, Giampaolo d’Andrea, Giorgio Franceschetti in videomessaggio, Biagio Ancarola jr, è stata illustrata la figura e la poetica del compianto sindaco-poeta e scrittore.
La cugina di Rocco Scotellaro, Rosaria Toneatto, assente per motivi di salute, ha inviato un messaggio all’assessore alla P.I. Manzo.
Il dibattito è stato molto stimolante, e ha toccato i vari aspetti della figura di Rocco Scotellaro, soffermandosi sulla sua opera letteraria, sulle azioni politiche e sul suo afflato meridionalista.
L’intervento del professor Mario Balzanelli, Presidente Nazionale SIS | Società Italiana Sistema 118 è stata una Lectio magistralis
Colpito dalla poesia di Scotellaro Sempre nuova è l’alba, vi ha ravvisato un legame con la morte improvvisa del poeta, rimarcando l’importanza della prevenzione, innanzitutto, e poi sulla conoscenza da parte di tutti delle tecniche salvavita da applicare nell’immediato, entro tre minuti dal malore.
Con parole chiarissime ha spiegato quanto sia semplice fare queste manovre: un massaggio cardiaco ben eseguito agisce da pompa, aspirando una minima ma essenziale percentuale di ossigeno che mantiene in vita le cellule cerebrali.
Come sempre nella sua vita, così nella morte Rocco ha anticipato i tempi: oggi, non più come allora, un giovane di trent’anni, se si interviene tempestivamente, può essere salvato.
Fuori dalle righe, abbiamo opinato ricordare e celebrare così il nostro cittadino porticese d’adozione:
In memoria di Rocco Scotellaro – Luca Manzo
Si chiamava Rocco
La sua vita durò un soffio
Amico di Levi, stimato da Calvino
nel petto batteva il cuore contadino
fu giovane sindaco della sua Tricarico
dell’ingiustizia vi portò tutto il carico
aveva la poesia nello sguardo
trattava anche i più umili con riguardo
Portici divenne la sua quieta dimora
in cui visse fino all’ultim’ora.
Scotellaro, Scotellaro,
che destino amaro,
La dama nera quando lo venne a prendere anticipò l’orario.
Pensiero su Rocco Scotellaro – Giulia Cicchetti, Classe V AC Liceo Artistico Francesco Saverio Nitti
Spesso a scuola ci parlano dei morti, molto spesso. Tanto che sono arrivata a chiamare i poeti, i pittori, gli scultori: il morto Dante, la morta Artemisia, il morto Canova, il morto Foscolo. Eppure…eppure a me piace ricordarli vivi, tra noi, affinché il loro sacrificio possa significare davvero qualcosa. La mia conoscenza di Rocco è avvenuta pochi giorni fa, e quello che mi ha colpito è la sua capacità di ritrarre in versi e in prosa la robusta anima del Sud, martoriato dalle questioni…Divago…Tra poco ci sarà la Giornata in memoria delle vittime dell’Olocausto, mi piace immaginarle vive tra noi, sorridenti, cordiali e pronte ad incitare i giovani a combattere per i loro diritti. Dante, Leonardo, Canova, Piera Sonnino e anche Rocco, hanno tutti combattuto e soprattutto hanno permesso a tutte e a tutti: di scegliere La Repubblica, di scegliere quale religione professare, di pensare liberamente e di far in modo che forme di regime totalitario non scelgano quale libro leggere al posto nostro.
Millenovecentonovantatre da Portici Lapidaria Dal 1901 al 2020. Volume II – Stanislao Scognamiglio. De Porticibus. Portici, 2020.
….. Pescatore che ti muovi alla festa del vento
la pesca non è ricca se povero è l’amore
QUÌ
IL 15 DICEMBRE 1953
LA BREVE VITA E L’OPERA INCOMPIUTA DI
ROCCO SCOTELLARO
DIVENTARONO MITO
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI PORTICI
IL 15 – 12 – 1993 POSE [1]
Nel dicembre del 1953, colpito da un improvviso fulmineo aneurisma, il trentenne poeta – contadino lucano, Rocco Scotellaro si è spento a Portici.
Nella ricorrenza del quarantesimo della morte, l’Amministrazione comunale di Portici, l’ha voluto ricordare promuovendo delle giornate celebrative.
Contestualmente, ha voluto onorare «… la breve vita e l’opera incompiuta»[2] del compianto concittadino elettivo con un’idonea epigrafe.
A tal fine, utilizzando … gli ultimi due versi della poesia Il porto del granatello, composta a Portici il 13 marzo 1953, l’accademica Giuseppina (Pina) Scognamiglio ha dettato la parte restante della marmorea memoria.
Per conservarne in eterno il ricordo dell’iscrizione, il testo è stato fatto incidere sulla dura pietra.
La lapide di bianco marmo è stata fatta murare sulla facciata del palazzo, contrassegnato dal civico 72 di via dell’Università, in cui è la casa, dove, dal 1950, il giovane poeta ha vissuto.
Nel corso delle celebrazioni, coordinate da Aristide La Rocca e da Giuseppina Scognamiglio, la lapide è stata scoperta nella mattinata di mercoledì 15 dicembre 1993.
Completati gli studi inferiori, ha studiato prima a Sicignano degli Alburni, poi a Cava de’ Tirreni e infine a Trento, dove ha conseguito il diploma di maturità classica. Iscrittosi alla Facoltà di Giurisprudenza all’Università di Roma, nel 1942, per la prematura morte del padre, si è trasferito prima a Napoli e poi a Bari, dove prossimo alla laurea ha interrotto definitivamente gli studi.
D’ideali socialisti, nel 1943, si è iscritto al Partito Socialista Italiano e si è interessato ai problemi dei contadini della Lucania: quale rappresentante della categoria si è battuto strenuamente sotto il profilo politico e sindacale per il riconoscimento dei loro diritti. Alle elezioni amministrative del 1946, «… candidato dal Fronte Popolare, formato da Partito Socialista Italiano d’Unità Proletaria (PSIUP), Partito Repubblicano Italiano (PRI), Partito d’Azione (Pd’A), Partito Comunista Italiano (PCI), il 20 ottobre è stato eletto sindaco di Tricarico»[3]. Ventitreenne, è stato «… il più giovane sindaco d’Italia»[4]. Rieletto, stavolta, presentata dalla «… lista dell’Aratro e la dizione di Fronte Democratico Popolare (PSI, PCI e Indipendenti), dal 28 novembre 1948 all’8 maggio 1950, ha retto la sua seconda amministrazione»[5]. Agli inizi del 1950, accusato falsamente di concussione, truffa e associazione per delinquere dagli avversari politici, per quaranta giorni, dall’8 febbraio al 25 marzo 1950, ha subito l’umiliazione dell’arresto e della prigionia nel vecchio carcere di Matera. Nonostante sia stato prosciolto dalle accuse di concussione e assolto con formula piena per non aver commesso il fatto, deluso amaramente per non essere stato eletto consigliere provinciale, si è risoluto «… ad abbandonare gli incarichi istituzionali, senza però farlo mai disamorare della sua gente»[6]. A Portici, è arrivato nell’estate del 1950 «… su invito del professor Manlio Rossi-Doria, direttore dell’Osservatorio di economia agraria per la Campania, la Calabria e il Molise»[7], che gli ha offerto un lavoro «… come studente e come impiegato»[8]. Alla cittadina vesuviana ha dedicato alcune sue composizioni: Villa Meola, Palazzo Reale di Portici, A Portici, Il porto del Granatello, Portici primo aprile. Fra le sue opere letterarie, citiamo È fatto giorno e il romanzo incompiuto L’uva puttanella. Il suo impegno letterario è stato riconosciuto dalla critica con l’assegnazione di ambitissimi premi letterari in vita e post mortem, quali: Premio de L’Unità, 1947; Premio Roma, 1949; Premio Cattolica, 1951 (per la poesia dialettale); Premio Monticchio, 1952; Premio Borgese, 1953; Premio San Pellegrino, 1954 (per l’inchiesta Contadini del Sud); Premio Viareggio, 1954.
L’Amministrazione civica della Città di Portici, «… per la Sua alta statura di poeta ed intellettuale meridionale impregnato nel vivo delle problematiche del secondo dopoguerra»[9], gli ha conferito la Cittadinanza Onoraria.
Con l’invito a prendere contezza dei versi e degli scritti del nostro, proponiamo i seguenti versi della Poesia Sempre nuova è l’alba:
Non gridatemi più dentro,
non soffiatemi in cuore
i vostri fiati caldi, contadini.
Beviamoci insieme una tazza colma di vino!
che all’ilare tempo della sera
s’acquieti il nostro vento disperato.
Spuntano ai pali ancora
le teste dei briganti, e la caverna –
l’oasi verde della triste speranza –
lindo conserva un guanciale di pietra…
Ma nei sentieri non si torna indietro.
Altre ali fuggiranno
dalle paglie della cova,
perché lungo il perire dei tempi
l’alba è nuova, è nuova.
[1] Giuseppina Scognamiglio – Epigrafe. Portici, 1993.
Foto di Michele Malaspina.
[2] Giuseppina Scognamiglio – Epigrafe. Portici, 1993.
[3] Stanislao Scognamiglio – Figli di Portici famosi: Rocco Scotellaro. In Autori Vari – Lo Speakers Corner. Portici, 5 Novembre 2017.
[4] Anna Angrisani – Rocco Scotellaro. Società editrice napoletana. Napoli, 1982. Pagina 32.
[5] Stanislao Scognamiglio – Figli di Portici famosi: Rocco Scotellaro. In Autori Vari, 2017- Lo Speakers Corner.
[6] Antonio Martino – Un amaro capitolo di storia tricaricese annotando una poesia di Rocco Scotellaro. In Autori Vari – Rabatana – bagattelle e cammei tricaricesi. Tricarico, Matera, 2016.
https://antoniomartino.myblog.it/2016/10/07/amaro-capitolo-storia-tricaricese-annotando-poesia-rocco-scotellaro/
[7] Stanislao Scognamiglio – Figli di Portici famosi: Rocco Scotellaro. In Autori Vari, 2017- Lo Speakers Corner.
[8] Giuseppe Manfrin – Scotellaro Rocco: poeta dei contadini. Da Autori Vari – Avanti della Domenica. Anno 5. Numero 38. Roma, 27 ottobre 2002. In Autori Vari – Il Socialista Associazione Culturale. Milano, 4 agosto 2004.
http://www.ilsocialista.com/storia-scotellaro-rocco-poeta-dei-contadini-s-73.html
[9] Anonimo – Cittadinanza Onoraria a Rocco Scotellaro. Portici, 2018. https://www.comune.portici.na.it/old/archivio-news/7618-cittadinanza-onoraria-a-rocco-scotellaro
L’articolo La vita e l’amore di Rocco Scotellaro proviene da Lo Speakers Corner.
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