“È ora di svegliarvi dal sonno”
Italiani “sonnambuli” e “ciechi” dinanzi ai presagi che parlano di una società ormai in crisi, che fa sentire sempre più “fragili” e “impotenti”. E dove i “rassegnati” sono “l’80,1% (l’84,1% tra i giovani) convinto che l’Italia sia irrimediabilmente in declino”. È quanto si legge nel 57esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2023. “La società italiana sembra affetta da ‘sonnambulismo’, precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali dagli esiti funesti” prosegue il documento. Ma il ‘sonnambulismo’, sostiene il Censis, “non è imputabile solo alle classi dirigenti: è un fenomeno diffuso nella ‘maggioranza silenziosa’ degli italiani. Resi più fragili dal disarmo identitario e politico, feriti da un profondo senso di impotenza, delusi dalla globalizzazione, che per il 69,3% ha portato all’Italia più danni che benefici.Prevale quello che viene definito “l’arrangiamento istintivo” rispetto a un “disegno razionale” dove ormai quel “meccanismo di promozione e mobilità sociale si è usurato”. In poche parole, tra vitalità disperse e un confronto pubblico giocato su emozioni di brevissima durata, la società italiana trascina i piedi. Dal Report emerge una società che non riesce ad avviare un nuovo ciclo e che cerca di sostituire “il modello di sviluppo costruito a partire dagli anni ’60 nel quale si rivendicava il lasciar fare” o “il riconoscimento delle identità e dei diritti collettivi” con un nuovo modello “confuso”. Quale? Il Censis sostiene che oggi si punta più al “lasciar essere, l’autonoma possibilità – specie per le giovani generazioni – di interpretare lavoro, investimenti, coesione sociale, senza vincoli collettivi”. Ecco perché come Caritas accogliamo il tempo del risveglio di carità dell’Avvento perché continuiamo ad essere interpellati da chi ha un problema per strada e nell’emergenza e senza intrecciare una relazione sistemica: di accoglienza, di fiducia di reciprocità e di felicità nel servizio dei beni comuni. Così a San Siro abbiamo voluto riempire la festa del Patrono con l’iniziativa di ‘Aggiungi una spesa/pasto a tavola’, per aiutare le Caritas parrocchiali a donare gli alimenti alle famiglie. Aiuteremo il 15 sera dopo la S. Messa al Sacro Cuore il monastero di Azer che si trova in Siria (provincia di Homs); in tale monastero vivono cinque monache benedettine, le quali fanno conoscere Cristo a popolazioni molto povere. Il mondo non sta precipitando nel baratro, ma nell’abbraccio di un padre/madre di infinita tenerezza. E non stiamo assistendo alla fine del mondo ma ci stiamo interrogando sul fine del mondo, sul senso che appare travagliato e oscuro dell’agire distruttivo degli uomini. Uomini persi che non ammettono di essere persi, che fanno dell’arroganza e della violenza il proprio metro di giudizio. Così, con felice ostinazione, benedetta costanza, inizia questo anno nuovo in compagnia dell’evangelista Marco. Un piccolo cammino per prepararsi al Natale. All’ennesimo. Che per molti sarà una felice bolla di buoni sentimenti a acquisti per dimenticare l’insostenibile realtà, per addolcire la saturazione di male notizie e di drammi che logora e svilisce, ma noi speriamo contro ogni speranza.
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