‘Un insieme di sfumature’: toccanti considerazioni, profondamente ‘umane’ dell’archeologo Mellucci
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Poco tempo fa ho riletto il libro di Pirandello “Uno, Nessuno, Centomila” un’opera difficile, ma affascinante e stimolante.
In effetti si propone il problema universale, filosofico, esistenziale della nostra identità: ci siamo, ci vogliamo essere perché sfuggiamo a noi stessi, non accettandoci, ma, volendo dare di noi agli altri un’immagine a tutto tondo, interamente positiva, nascondendo le ombre che fanno parte di noi e che forse agli altri piacerebbe conoscere per relazionarsi in maniera sincera, costruttiva, vitale.
Alcune volte i miei amici, i miei conoscenti. mi pongono delle domande a cui io penso di non saper dare una risposta precisa o soddisfacente, perché sono le stesse che si agitano dentro di me e mi portano ad essere molte volte insoddisfatto e titubante: mi chiedono se sembrano timidi, oppure arroganti, prepotenti o troppo remissivi, sensibili oppure freddi, disponibili oppure indifferenti.
C’è una ricerca frenetica del contatto umano ma come raggiungerlo, al di la dei mezzi tecnici, mezzi validi ma molto spesso illusori?
Ci sforziamo, ma la spontaneità, la naturalezza dovrebbero indicarci la via maestra dove incamminarci: accettiamoci con equilibrio e buon senso, il resto verrà probabilmente da sé: tutte le componenti del nostro carattere sono fuse insieme, in alcuni momenti prevarrà un aspetto in altre qualcosa di diverso perché il mondo è vario ed i punti di vista molte volte assai differenti e persino opposti. (Dedicato ad Annamaria Arcone)
(Giorgio Mellucci – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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