A cura di Lara Crinò, 26 novembre 2023
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Qual è il segreto del giallo svedese? Perché le storie noir che nascono nel grande Nord piacciono così tanto? Per scoprirlo, leggete il reportage in copertina su Robinson in edicola oggi con Repubblica. Siamo andati a Stoccolma, accompagnati da una coppia, nella vita e nella scrittura, molto nota ai lettori con lo pseudonimo Lars Kepler, ovvero Alexandra e Alexander Ahndoril. Mentre tornano in libreria per Longanesi con Troverò la chiave, inizio di una nuova saga firmata con un altro nome de plume (Alex Ahndoril), a Claudia Morgoglione che li ha raggiunti nella capitale scandinava spiegano come la solitudine, i colori e le atmosfere, ma anche una serie di fatti di sangue e il retaggio dell’antica religione pagana concorrano a creare le trame che tanto ci piacciono. Così, dai luoghi di Stieg Larsson (“la sua morte ci ha spezzato il cuore” dicono i due Ahndoril) a quello dell’omicidio di Olof Palme, potrete seguire con noi le tracce di un genere che, se ancora non ha vinto il Nobel, continua però a conquistare lettori. Nelle pagine seguenti le recensioni delle novità in libreria, lo spazio dedicato a uno scrittore da riscoprire, con il ritratto di Giuseppe Rovani firmato da Piero Melati e, come sempre, le vostre lettere. Continuate a scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci su Instagram (@robinson_repubblica), X (@Robinson_Rep) e TikTok (@robinsonrepubblica).
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John Armstrong, Miti greci (1929), olio su tavola
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Nelle pagine dedicate alla Lettura, questa settimana abbiamo un ospite speciale: il norvegese Jon Fosse, premio Nobel per la Letteratura 2023. Insignito del riconoscimento proprio per le sue pièce, nel testo che troverete su Robinson confessa che un tempo non voleva essere un drammaturgo, ma uno scrittore prima di tutto. Si dedicò al teatro per bisogno di denaro, ma quando il suo lavoro fu rappresentato successe qualcosa di inaspettato. Un apologo sulla vocazione e il talento, e sulle strade inaspettate che può prendere.
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Così fan Tiktok! Chi l’ha detto che l’opera lirica è roba da boomer? Il 7 dicembre il Teatro alla Scala di Milano inaugura la stagione con il Don Carlo di Giuseppe Verdi e Robinson è andato a cercare i melomani 2.0. Sulla piattaforma amata dalla Gen Z, l’hashtag #opera ha raggiunto 4,8 miliardi di visualizzazioni: le ragazze e i ragazzi raccontano i loro compositori del cuore, mentre i teatri mostrano il dietro le quinte, dalla Scala al Teatro Massimo di Palermo. Sulle nostre pagine otto giovani appassionati che divulgano la lirica ci raccontano la loro opera preferita e ci spiegano perché andare a teatro ci rende migliori. E più felici. Da Don Carlo a Turandot, da Il Barbiere di Siviglia all’Aida, scoprite la nostra guida social ai capolavori della musica.
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Francisco de Goya, ll sonno della ragione genera mostri (acquaforte e acquatinta, 1797)
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L’ironia affiora spesso irriverente nel grande spagnolo, fin nelle opere commissionate da sovrani, nobili, prelati: dettagli esasperati, bizzarrie di chi lo sovvenziona. Un giogo arduo per uno spirito libero che da giovane, nel 1785, si ritrae a figura intera, pennello e tavolozza in mano, elegante giacchetta nei medesimi colori, uso inconsueto della luce; le regole neoclassiche del bello e decoro sono già un ricordo. Francisco de Goya (1746- 1828), primo pittore della Corte di Spagna e Direttore della Real Academia, è dotato di uno spirito ribelle che si esprime davanti alla realtà che osserva: guerra, orrori, soprusi, povertà. I conflitti assediano l’Europa, lui vive la Rivoluzione francese e l’Illuminismo, le guerre napoleoniche, la Restaurazione assolutista, l’esilio a Bordeaux, dove muore cieco. Questo e altro racconta la mostra al Palazzo Reale di Milano, Goya, la ribellione della Ragione (fino al 3 marzo), visitata per noi da Fiorella Minervino.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Un’illustrazione di Maria Cristina Bet per Buon volo, ape Regina (Storiedichi) di Monica Colli e Alessandro Volo
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“Vola vola vola l’ape…”: chi non è più giovanissimo ricorda questa strofa tratta dalla sigla di un celebre cartone animato. Parole che abbiamo utilizzato per titolare il pezzo forte delle nostre pagine per ragazze e ragazzi: un racconto scritto per noi da Monica Colli e Alessandro Volo, lei autrice di libri per l’infanzia, lui apicoltore, autori di uno splendido volume sulla specie di insetti più preziosa per la vita del nostro Pianeta. E su Robinson raccontano aneddoti e curiosità sul loro mondo. Dalle piccole creature agli animali più amati dall’uomo: pubblichiamo un estratto dal romanzo del 1956 da cui fu tratto il cult disneyano La carica del 101: scopriamo così che l’avventura sulla pagina scritta non ha nulla da invidiare alle pur splendide immagini della pellicola.
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Una tavola di Daniel Clowes per Monica (traduzione di Veronica Raimo, Coconino Press/Fandango)
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Questa settimana il protagonista delle pagine dedicate ai fumetti è Daniel Clowes; insieme ad Art Spiegelman e a Chris Ware costituisce una sorta di sacra trinità dei comics americani. Famoso per il film, candidato all’Oscar, tratto dal suo graphic novel Ghost World, è tra i disegnatori che ha realizzato più copertine per il New Yorker e ha ricevuto sei Eisner Award. Il suo ultimo graphic novel, Monica, uscito a ben sette anni dal precedente Patience, è destinato ad essere ricordato come una pietra miliare del romanzo grafico. Luca Valtorta lo intervista sul suo nuovo lavoro, in cui si intrecciano diverse storie e stili, dal racconto di guerra al romanzo per adolescenti, dalla fantascienza all’horror, fino all’analisi storica e sociale.
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Come ha dimostrato nella sua prolifica carriera Nicolas Cage può essere sogno o incubo. In Dream Scenario del norvegese Kristoffer Borgli, in sala, l’attore espressionista consegna una prova da Oscar: è un professore ordinario e frustrato che inizia ad apparire nei sogni di milioni di sconosciuti. La celebrità virale finirà per travolgerlo. Intervistato da Arianna Finos, Cage racconta non solo il suo nuovo film, ma il suo rapporto con Hollywood e la passione per l’Italia e il suo cinema. A partire da Fellini, che ama moltissimo: “Per me è legato al sogno; penso alla sua capacità speciale di creare mondi e mi perdo in Giulietta degli spiriti“.
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La presa di Costantinopoli, la “città vergine”, da parte da parte dei turchi nel 1453. È uno dei temi dei quali si parlerà al Festival del Classico di Torino, giunto alla sesta edizione, incentrato sul tema Oriente/Occidente. È la rassegna con la quale apriamo le nostre pagine Festival affidando la riflessione a Silvia Ronchey, una delle protagoniste a Torino. Scrittrice e ordinaria di Civiltà bizantina dell’ateneo di Roma Tre, presto pubblicherà per Rizzoli un volume che riunisce i suoi lunghi studi sulla caduta di Costantinopoli. Oltre alle tradizionali segnalazioni di rassegne in tutta Italia, ci occupiamo anche del Festival di Passaggio di Genova, incentrato quest’anno sulle autobiografie, con un articolo firmato da Annarita Briganti. E infine di Noir in Fest a Milano: uno degli ospiti più attesi, il giallista tedesco Harald Gilbers, 54 anni, scrive per noi del suo nuovo romanzo e del protagonista, il suo commissario Oppenheimer.
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Fabio Sargentini in un disegno di Riccardo Mannelli
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Questa settimana Antonio Gnoli dialoga per Straparlando con Fabio Sargentini. Cresciuto con gli artisti della Scuola romana nella galleria del padre Bruno, a piazza di Spagna, ha poi fatto la sua rivoluzione con l’amico artista Pino Pascali, morto tragicamente. Ha fatto conoscere Ceroli e Kounellis
esponendoli in garage, in anni che definisce “democristiani” ma ricchi di fermento. E oggi guardando al passato dice: “La definizione di Arte Povera è di Celant, ma il movimento l’ho inventato io. E sull’esporre in garage ci copiò anche New York”.
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