Clamoroso: ricercato con mandato di cattura internazionale catturato dopo otto giorni e circa 1000 km. ‘per i fari spenti’
Filippo Turetta catturato per le luci dell’auto spente (il CdS tedesco prevede che debbano restare sempre accese).
Dettaglio risultato fatale al 22enne e che ha concluso la sua fuga, durata otto giorni.
È finita in Sassonia-Anhalt la fuga di Filippo Turetta, il 22enne accusato di aver rapito e presumibilmente ucciso la fidanzata Giulia Cecchettin, il cui corpo senza vita è stato ritrovato in una scarpata in Val Caltea, nel comune friulano di Barcis.
L’arresto nella notte tra sabato e domenica all’altezza della cittadina di Bad Dürremberg, in Sassonia-Anhalt, a circa 150 chilometri di distanza da Lipsia, dopo centinaia di chilometri percorsi nell’arco di poco più di una settimana.
La sua auto era ferma sul margine dell’autostrada. Decisivo un dettaglio: la Grande Punto aveva le luci spente, mentre la legislazione tedesca prevede che debbano restare sempre accese.
Una circostanza che ha indotto un automobilista di passaggio a chiamare la polizia, segnalando una situazione di potenziale pericolo.
Gli agenti della polizia stradale, giunti sul posto, hanno effettuato i controlli sull’identità del conducente ed è emerso che l’auto era stata segnalata dall’Interpol e sul capo del giovane pendeva un mandato di cattura europeo.
Le autorità tedesche avrebbero detto ai colleghi italiani che Turetta non ha opposto resistenza all’arresto: appariva anzi stanco e rassegnato.
È emerso inoltre che l’auto era ferma sulla corsia d’emergenza in quanto aveva terminato il carburante e il giovane non aveva più denaro per fare rifornimento.
Questa, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è la fase finale degli otto giorni di fuga.
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