In meno di un mese di conflitto hanno perso la vita 31 operatori dei media. Appello allo Stato israeliano per consentire l’accesso dei cronisti a Gaza.
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Mattanza di giornalisti a Gaza, la Fnsi con le organizzazioni internazionali: «Tutelare i colleghi sul campo»
In meno di un mese di conflitto hanno perso la vita 31 operatori dei media. «Una strage nella strage», denuncia la segretaria generale Alessandra Costante. Il sindacato si unisce alla Ifj e altre associazioni di tutto il mondo nel chiedere il rispetto delle leggi a protezione dei civili, compresi i reporter. Appello allo Stato israeliano per consentire l’accesso dei cronisti a Gaza.
La Federazione nazionale della Stampa italiana si unisce alla Federazione internazionale dei giornalisti ai rappresentanti dei giornalisti di tutto il mondo nell’esprimere «la più profonda preoccupazione per la difficile situazione di tutti gli operatori dei media che si occupano del conflitto a Gaza». Una situazione «ancora più allarmante – si legge in una lettera aperta promossa anche dalla Ifj – se si considera l’annuncio di Israele del 27 ottobre che “non avrebbe garantito la sicurezza dei giornalisti” a Gaza».
Di qui la richiesta ai ministri e comandanti militari israeliani di rispettare il diritto internazionale, in particolare alla luce dei 31 reporter che, alla data del 30 ottobre 2023, risultano vittime del conflitto. «Nessun’altra guerra nei tempi moderni si è rivelata così letale per gli operatori dei media in così poco tempo», rilevano i rappresentanti dei giornalisti.
«Chiediamo a Israele – proseguono – il pieno rispetto delle leggi internazionali sui diritti umani e di agire per prevenire la commissione e l’incitamento a qualsiasi crimine ai sensi del diritto internazionale, compresi i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il genocidio. Ricordiamo che l’articolo 79 della Convenzione di Ginevra afferma che “i giornalisti nelle zone di guerra devono essere trattati come civili e protetti come tali, a condizione che non prendano parte alle ostilità”: chiediamo il rispetto di questo articolo, la cui violazione costituirebbe un crimine di guerra».
Allo stesso modo, i rappresentanti dei giornalisti chiedono sia garantita possibilità di comunicare con Gaza, assicurando così un altro diritto umano fondamentale: quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso qualsiasi mezzo e indipendentemente dalle frontiere.
«Come denuncia Reporter Senza Frontiere, le uccisioni di giornalisti a Gaza non sono un effetto collaterale del conflitto, ma un obiettivo, un modo per cancellare i testimoni di quel che sta succedendo in quel martoriato lembo di terra. Una strage nella strage», commenta Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
«Non possiamo non ricordare – aggiunge – anche le vittime civili, ostaggio di Hamas, i 35 medici uccisi dal 7 ottobre assieme alle loro famiglie, gli operatori umanitari e, ovviamente, i giornalisti. Tutti testimoni di questo sanguinoso conflitto tra Israele e l’organizzazione terroristica. La voce dalla Fnsi si aggiunge a quella degli altri sindacati internazionali per chiedere la tutela e il rispetto dei colleghi sul campo».
La stampa internazionale ha anche pubblicato una raccolta di firme per chiedere allo Stato israeliano di consentire l’accesso dei giornalisti a Gaza, «per permetterci di adempiere al nostro dovere di informare e per garantire che il mondo abbia una visione completa e accurata di ciò che sta accadendo».
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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