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A Marcianise, “Un cuore, che batte”, presso il santuario Nostra Signora di Fatima.

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Sabato 28 ottobre dalle 18.00 alle 20.00, presso il Santuario di Nostra Signora di Fatima a Marcianise, sarà possibile aderire alla proposta di legge di iniziativa popolare, denominata, “Un cuore, che batte”.

La mozione a cui si può anche aderire presso le sedi di tutti i comuni italiani entro il 7 novembre 2023, si prefigge di raccogliere con l’aiuto delle chiese locali almeno 50.000 firme, come ci spiega Clemente Amodio, collaboratore del parroco del santuario, don Luca Baselice. L’iniziativa, è volta a dissuadere le donne intenzionate all’interruzione volontaria della gravidanza, cercando di indurre più consapevolezza nell’atto da eseguire.

Il comitato promotore della proposta vede come prima firmataria l’associazione “Ora et labora in difesa della vita”, e con altre 14 associazioni, che si autodefiniscono pro-vita, sostengono il disegno di legge. Nell’elenco delle aggregazioni sostenitrici troviamo le seguenti associazioni: “Associazione Ora et Labora in Difesa della Vita”, “Associazione Pro Vita & Famiglia”, “Federvita Piemonte”, “Movimento Con Cristo per la Vita”, “Associazione Opera Padre Gabriele”, “Comitato Verità e Vita”, “Movimento Militia Christi”, “Generazione Voglio Vivere”, “Movimento nazionale Rete dei Patrioti”, “Tradizione Famiglia Proprietà”, “Tele Maria – la Voce Cattolica”, “Associazione Crociata Cattolica per la Regalità di Gesù Cristo”, “Himmel Associazione”, “Croce Reale Rinnovamento nella Tradizione”.

Il Presidente di “Ora et labora in difesa della vita”, Giorgio Celsi, spiega che, la legge impone un numero limitato di sodalizi sostenitrici, ma, fa presente, che l’elenco dei gruppi sodali della proposta è molto lungo. L’iniziativa tende a modificare un articolo della legge 194 del 1978 e precisamente l’articolo 14, contenente “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, a questo articolo, il comitato propone di aggiungere il comma 1-bis, che recita: « “Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria della gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”».

Lo scopo, spiega Celsi, è quello di imporre, al medico chiamato ad eseguire l’aborto, di far visionare e ascoltare il cuore del bimbo che porta in grembo alla donna intenzionata ad abortire.

In questo modo prosegue il Presidente, si tende a far prendere coscienza delle donne incinte, che nel loro corpo è custodita una vita e non un agglomerato di cellule. Pare, che l’adozione di ulteriori esami strumentali, pre-abortivi, negli stati uniti, abbia raggiunto risultati molto apprezzabili nel dissuadere le donne dall’interruzione volontaria della gravidanza.

Ovviamente quando si tratta di questioni etiche di questa portata sta solo alla coscienza del lettore il discrimine del pro o contro, trattandosi unicamente del sentire privato delle donne, che stanno per affrontare questa dolorosa e talvolta inevitabile decisione.

L’articolo A Marcianise, “Un cuore, che batte”, presso il santuario Nostra Signora di Fatima. proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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