La Pagina della Cultura a cura di Innocenzo Orlando
55 Primavere fa nasceva alle porte della Divina Costiera Marco Amendolara: poeta, critico letterario e d’arte, traduttore di poesia latina, laureato in Filosofia e in Lettere moderne.
Nel 1984 pubblica il saggio sulla teoria della poesia La musa meccanica, Ripostes, Salerno-Roma (questa edizione con lo pseudonimo di Omar Dalmjró), testo riedito “con minime varianti, aggiunte, omissioni” nel 1994, presso Pellicanolibri, Roma.
Tra gli altri lavori critici: Allegoria di Oscar Wilde (ancora Omar Dalmjró, Ripostes 1987); Indagine su Oscar Wilde, Ripostes 1994; Apparizioni a mezzogiorno.
Interventi sull’arte contemporanea, Tesauro e la Fabbrica Felice, Cetara 2001; Tinture disumane.
Arte mista ad altro, Tesauro e la Fabbrica Felice 2001; Doppio magma. Arte e scrittura in Soffici, Savinio, De Pisis, Cremona, Tesauro e la Fabbrica Felice 2002; Parole variopinte, Tesauro e la Fabbrica Felice 2004; La tentazione poliedrica. Artisti-scrittori del Novecento, a cura di Mario Fresa, Edizioni L’Arca Felice, Salerno 2010.
Ha pubblicato raccolte di prose e aforismi: Tetralogie, Ripostes 1986 (come Omar Dalmjrò); Mani addosso, La Fabbrica Felice 1998; Vascelli, tatuaggi, selve e saette, Marocchino blu, Lucca 2002 e il suo lavoro di traduttore è raccolto nei volumi Catulliane e altre versioni, Tesauro e La Fabbrica Felice 2002; Carmi taroccati. Contraffazioni, trucchi, simulazioni, Ripostes 2003 e L’alfiere amoroso, Ripostes 2004.
Ha curato, inoltre, volumi su Lewis Carroll, Contessa Lara, Remigio Zena, Giovanni Camerana, Georges Simenon.
Numerose le raccolte di poesia: Rime amare, in AA. VV., Festa delle idee, a cura di Ugo Marano, Capriglia 1984; Rimmel, Extravagantes, Ravello 1986 (queste prime due opere come Omar Dalmjrò); Misteri di Seymour, Altri Termini, Napoli 1989; Fogli selvatici, con Ugo Marano, La Fabbrica Felice 1993; Stelle e devianze, La Fabbrica Felice 1993; Epigrammi, Nuova Frontiera, Salerno 2006; La passione prima del gelo (auto-antologia di poesie e traduzioni, Ripostes e Marocchino blu 2007); L’amore alle porte, Plectica & Bishop, Salerno-Giffoni Sei Casali 2007; La bevanda di Mitridate, Marocchino Blu 2008.
Ha svolto anche un’intensa attività pubblicistica, collaborando a vari periodici e quotidiani, tra i quali «Il giornale d’Italia», «Il Mattino», «Caffè Michelangiolo», «L’area di Broca», «Frontiera immaginifica».
Muore di sua volontà, a Salerno, il 16 luglio 2008.
Nel 2014, a cura dell’Associazione Marco Amendolara viene pubblicata la raccolta Il corpo e l’orto (La vita felice).
Da Ritorno delle stelle
I
Riappropriarsi della gioventù
dopo un lungo freddo
è un esorcismo necessario,
ora che la stanchezza invade
lo sguardo, il ghiaccio ti possiede,
mentre gli anni rifioriscono
e dici: «è tutto ancora da vivere,
c’è tempo»…
II
Quando dici: «gli altri
non esistono»,
è difficile
non annullarsi in te.
(luglio 2006)
*
Da Il corpo e l’orto (2006-2008)
Fu quella sola volta,
seduto al tavolo,
che avesti la sensazione
di vivere sempre,
finché il vino rimase
nel bicchiere.
Dopo, un sapore di ferro
e di sangue invase la bocca,
ti assediò,
e i fantasmi continuarono
una losca frequentazione.
*
Il gatto, astratto nel paesaggio lunare;
solo, un uomo, lungo un sentiero
dove ogni cosa sembra straniata,
lui per intero, anzi immerso
così completamente nel paesaggio,
da essere unito a quello e indistinto.
Guazza, orti, batraci, giardini,
cavolaie che si attardano sulle verdure;
e tu, dissolto, cenere,
tu stesso orto.
*
Quando non hai corpo ti conosci meglio,
scorre e dice l’acqua
mentre si specchia in te;
quando non sei corpo
susciti ogni meraviglia
e, meravigliato, sei sbigottito
della conquista.
La natura ti annulla, è niente,
e tu sei natura.
*
Tutto questo freddo da quando
sei nato; forse è la fine
che viene a liberarti, si spera
nel segno della salvezza.
Per il resto, conviene fingere
ogni smargiassata, adottare
comportamenti da gaglioffo,
per illudersi che questa misera
presenza non scompaia del tutto.
*
Il corpo diventò rosso, febbrile,
e ogni pensiero svanì nel delirio.
L’ossessione era sopravvivere,
con l’inferno che bussava,
orribile come si dipinge.
*
I pronomi si rimpiattano in un vortice d’ombra,
in abisso,
e non sai più con chi parli,
se parli,
anche se uno specchio
conforta e ammonisce.