Lettera alla nipote di Napolitano – di Mario Bellotti
Lettera alla nipote di Napolitano
(Lettera di fantasia che tante ragazze della Terra dei fuochi vorrebbero scrivere)
di Mario Bellotti
Cara Sofia May Napolitano,
sono Carmela, una studentessa di Qualiano e prima di scriverti pubblicamente ho lasciato passare qualche giorno dalla commemorazione del tuo nonno Giorgio, per rispettare la scia di commozione chele parole che hai pronunciato alla Camera dei deputati hanno lasciato sui giornali e sui media.
E’stato toccante conoscere l’affetto che ti univa a lui, la dolcezza con cui hai ricordato gli episodi di vita trascorsi insieme, fino da quando eri piccola e non sapevi ancora leggere: la sua cura ai bisogni educativi di voi nipoti, allo sviluppo della vostra personalità e all’attenzione per la fiducia in voi stessi ci ha rappresentato un nonno davvero “formidabile”, come hai giustamente detto. Avere familiari che segnano in modo tanto positivo e importante la propria vita è una cosa preziosa, una fortuna di cui devi essere sempre grata.
E sono anch’io grata verso di te perché col tuo intervento mi hai fatto cambiare(in meglio)i pensieri e le emozioni che avevo verso il personaggio pubblico che ho imparato a conoscere (e detestare) in veste istituzionale e che è in effetti risuonato in tutti gli altri interventi di commemorazione di questi giorni, che secondo me non sono degni di nota. Ma la luce che hanno sprigionato in me le tue parole, la tua emozione e anche la tua comprensibile fierezza, il sincero affetto che avevi e che avrai sempre verso tuo nonno mi sono servite a cambiare prospettiva.
Vedi, anch’io ho avuto un nonno formidabile come il tuo: si chiamava Antonio e certamente non è stato tanto conosciuto e potente come il tuo. Ma ne vado fiera almeno quanto tu ne sei del tuo, perché era una persona perbene, buona e amata da tutti quelli che lo conoscevano. I sacrifici che ha fatto non solo per la sua famiglia ma anche per tutte le persone a cui teneva gli hanno fatto condurre una vita modesta, ma ricca di un affetto enorme e sincero. Era un artigiano e i suoi lavori erano sempre a regola d’arte: questo non lo dico io in modo fazioso, ma lo riconoscevano tutti i suoi clienti. Ebbene,pur con tutti i suoi impegni lavorativi che lo tenevano impegnato anche 16 ore al giorno, trovava sempre il tempo di farmi sentire la sua presenza affettuosa: i suoi teneri regali, le sue parole con cui mi ha sempre spronato ad impegnarmi in tutto ciò che faccio, dallo studio qui al liceo ai rapporti coi miei fratelli e amici, ad essere “uno specchio brillante”come mi ripeteva sempre.
Anche il mio nonno non c’è più: è mancato quattro anni fa per un tumore. E per la stessa devastante malattia ho già perso il mio papà quando avevo solo tre anni, una cugina di 27 anni e varie altre persone intorno a me. Ogni volta che mi giunge alle orecchie quella diagnosi mi metto a tremare dalla rabbia e la mia mente non può evitare di domandarsi il motivo di tutto questo male che affligge ormai da decenni il territorio in cui vivo.
Non so se oltre a Stromboli,a Caprie nei Paesi stranieri in cui hai studiato, il tuo nonno ti abbia mai accompagnato anche in questa parte della sua regione di origine, che un tempo lontano veniva descritta come una campagna ordinata e ricchissima ma di recente è diventata la Terra dei fuochi, insomma un posto infernale. Non voglio sembrarti provocatoria, ma forse avrai sentito parlare anche tu delle accuse mosse al presidente Napolitano di aver insabbiato l’inchiesta sulle responsabilità di una situazione che per noi è stata devastante e di cui vediamo i frutti malefici ogni giorno.
Io non lo so se ciò che si dice di male sul nonno che hai tanto amato sia verità o menzogna. D’altra parte,quando muore una persona bisogna pregare per la salvezza della sua anima e con tanta più insistenza quanto più si teme per il suo giudizio divino. E in questi giorni, nonostante la rabbia accumulata contro di lui, le tue parole hanno ottenuto un risultato che non avrei mai immaginato: mi hanno fatto pregare per l’anima di Giorgio Napolitano. E di questo di ringrazio e ti auguro di mettere a frutto nella tua vita gli insegnamenti positivi che ti ha regalato.
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