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L’Europa di domani secondo Von der Leyen. Giovani, lavoro, parità di genere, pace

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Non è il consueto “discorso sullo Stato dell’Unione”. E nemmeno poteva esserlo. Ursula von der Leyen, dal 2019 al timone della Commissione europea, si presenta mercoledì 13 settembre nell’emiciclo dell’Europarlamento a Strasburgo per il suo ultimo (almeno in questa legislatura) bilancio sul lavoro compiuto e sull’agenda che attende l’Ue da qui al voto di giugno 2024. Sullo sfondo ci sono il Covid-19, che ha praticamente attraversato tutto il suo mandato, e la guerra in Ucraina che ha sconvolto con la violenza delle armi il continente della pace e dei diritti, generando a sua volta una serie di crisi: umanitaria, economica, energetica. Per questo Ursula von der Leyen parla a lungo, strappa applausi, mostra risultati (“oltre il 90% degli orientamenti politici che ho presentato nel 2019 sono diventati misure concrete”, azzarda). Ma soprattutto traccia una linea progettuale, quasi a indicare il futuro cammino dell’Unione europea.

Rispondere alle sfide della storia. “Tra meno di 300 giorni i cittadini e le cittadine dell’Ue saranno chiamati alle urne nella nostra democrazia unica e straordinaria”, esordisce, evocando le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. “Come accade in tutte le elezioni, il voto sarà per tutti gli europei un’occasione per riflettere sullo stato della nostra Unione e sul lavoro svolto da chi li rappresenta. Ma sarà anche l’occasione in cui decidere quale futuro e quale Europa vogliono”. È il futuro il fulcro del discorso della presidente della Commissione. Tra gli elettori ci saranno i giovani, milioni dei quali alle urne per la prima volta. “Nella cabina elettorale penseranno ai temi che stanno loro a cuore: penseranno alla guerra che infuria ai nostri confini, o all’impatto devastante dei cambiamenti climatici, al modo in cui l’intelligenza artificiale influenzerà le loro vite o alle loro possibilità di comprare una casa o trovare un lavoro negli anni a venire”. Poi il riferimento ai “padri fondatori”, che “sognavano un futuro migliore dopo la seconda guerra mondiale. Un futuro in cui un’Unione di nazioni, democrazie e persone avrebbe lavorato insieme all’insegna della pace e della prosperità. Per loro l’Europa significava rispondere alle sfide della storia. Quando parlo con le nuove generazioni di giovani vedo la stessa visione di un futuro migliore”. Da qui la convinzione “che, in un’epoca di incertezze, l’Europa debba ancora una volta rispondere alle sfide della storia. Ed è proprio quello che dobbiamo fare insieme”.


Green Deal, NextGenerationEu, parità di genere. Nel discorso sullo stato dell’Unione edizione 2023 Ursula von der Leyen lascia riecheggiare programmi, risultati acquisiti, normative in itinere, orizzonti incerti, ostacoli da superare. Parla di un’Europa verde, digitale e geopolitica, insiste sul Green Deal “come fulcro della nostra economia”, vanta l’obiettivo centrato del NextGenerationEu, “strumento storico che destina 800 miliardi di euro a riforme e investimenti, per creare posti di lavoro dignitosi”. E, ancora: l’Unione della salute, il sostegno alle imprese per creare lavoro, la battaglia per la parità di genere, perché “non c’è alcun motivo per cui, a parità di mansioni, una donna debba guadagnare meno di un uomo”. C’è l’inesausto impegno nella lotta alla violenza contro le donne: “a questo proposito – scandisce – vorrei che il diritto dell’Ue sancisse un altro principio fondamentale: ‘no significa no’. Senza libertà dalla violenza non può esserci vera parità”.

Competitività: incarico speciale a Mario Draghi. I capitoli del discorso si susseguono uno correlato all’altro, perché è l’Europa nel suo insieme – l’Europa “cantiere aperto” – che occorre continuare a costruire. Da qui gli affondi su cambiamento climatico e tutela ambientale, mercato del lavoro (“se prima erano le persone a cercare lavoro, oggi ci sono milioni di posti di lavoro per cui si cercano persone disponibili”), welfare. In un passaggio-chiave sottolinea “la necessità di agevolare le attività economiche. Ecco perché – dichiara Von de Leyen – ho chiesto a Mario Draghi, una fra le più grandi menti dell’Europa in materia di economia, di preparare una relazione sul futuro della competitività europea”.

“La migrazione deve essere gestita insieme”. Il discorso prosegue con il digitale e l’intelligenza artificiale, la politica estera e la “dimensione globale”, la questione della sicurezza sollecitata e resa urgente dalla stessa guerra in Ucraina. “La Russia sta scatenando una guerra su vasta scala contro i principi fondanti della Carta delle Nazioni Unite”. Si arriva al tema scottante delle migrazioni: “sono sempre stata fermamente convinta che la migrazione debba essere gestita. Ma ci vogliono pazienza, iniziative a lungo termine con i nostri partner e soprattutto unità all’interno della nostra Unione. È questo lo spirito del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo” con il quale “abbiamo trovato un nuovo equilibrio: tra la protezione delle frontiere e la protezione delle persone, tra la sovranità e la solidarietà e tra la sicurezza e l’umanità. […] Un accordo sul patto non è mai stato così vicino. Il Parlamento e il Consiglio hanno un’occasione storica per portarlo a buon fine”.


Ucraina: solidarietà, aiuti, munizioni. Non ultima, la parte del discorso sul conflitto scatenato dalla Russia. “Saremo al fianco dell’Ucraina in ogni momento. Per tutto il tempo che sarà necessario. Dall’inizio della guerra, quattro milioni di ucraini hanno trovato rifugio nella nostra Unione. Abbiamo assicurato loro l’accesso agli alloggi, all’assistenza sanitaria, al mercato del lavoro”. Annuncia che la Commissione proporrà di prorogare la protezione temporanea offerta agli ucraini nell’Ue, ricorda i 12 miliardi finora stanziati per contribuire a pagare salari e pensioni in Ucraina e per “aiutare a mantenere in funzione ospedali, scuole e altri servizi”. Ma, sembra quasi far balenare in un passaggio più arduo, la guerra è guerra: così “intendiamo aumentare la produzione di munizioni per contribuire a soddisfare le esigenze immediate dell’Ucraina”. Quindi si torna a “guardare al futuro” stanziando “altri 50 miliardi di euro, su quattro anni, a favore degli investimenti e delle riforme. Così aiuteremo l’Ucraina a costruire il suo futuro”.

“Riformare i Trattati, se necessario…”. Il discorso sullo stato dell’Unione si conclude mostrando l’intenzione di proseguire con l’allargamento dell’Ue ai Balcani, senza trascurare Ucraina e Moldova. Infine un capitolo dedicato alle riforme interne, per fare dell’Ue una “casa” solida, aperta e funzionante. “Sosterrò sempre questa assemblea, e tutti coloro che desiderano riformare l’Ue – dice la presidente della Commissione – affinché funzioni meglio per i suoi cittadini. Anche attraverso una Convenzione europea e un cambiamento dei trattati, se e laddove necessario”. Perché “ciò che è importante per gli europei è importante per l’Europa. Un continente riconciliato con la natura e che funga da guida nel settore delle nuove tecnologie. Un continente unito nella libertà e nella pace”. “Ancora una volta – chiude tra gli applausi – per l’Europa è giunta l’ora di farsi trovare pronta all’appuntamento con la storia”.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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