Incidente ferroviario a Brandizzo. Alesil: “Mancano i controlli”. Acli: “I rischi sono sottovalutati”
Per ora ci sono la costernazione e l’incredulità per l’errore (forse umano, forse organizzativo o di comunicazione) che ha strappato alla vita cinque operai, falciati da un treno mentre di notte lavoravano ai binari nella stazione di Brandizzo, sulla linea fra Torino e Chivasso. Sulla dinamica si sa ancora poco. Sarà la procura di Ivrea che indaga per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo a ricostruire i fatti. Utile sarà la testimonianza degli altri due operai che per un soffio sono rimasti illesi nell’incidente e che lavoravano anche loro nei pressi della linea. Di certo, tragedie del genere riportano all’attenzione la sicurezza sul lavoro, un tema che sta sullo sfondo da sempre ma che troppo spesso viene sottovalutato. Stando alle rilevazioni dell’Inail, le vittime nel 2022 sono state 1.090, 450 soltanto nel primo semestre di quest’anno che facevano sperare in un calo sotto i mille annuali.
Un quadro disastroso che però stona con l’impegno nella formazione. “Come associazione divulghiamo cultura della sicurezza in tutta Italia e ripetiamo continuamente il valore della sicurezza”, commenta il presidente della Associazione italiana degli esperti di sicurezza lavoro (Alesil), Antonio Malvestuto. “La formazione c’è – ribadisce -, viene svolta nel pieno rigore, ma a volte i controlli non ci sono”. L’associazione compie formazione per le aziende e ha recentemente partecipato a un tavolo tecnico presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in cui ha suggerito alcune proposte per migliorare la sicurezza, fra le quali quella di diffondere nelle scuole l’educazione al rispetto delle norme e la cultura del lavoro.
Ciò che invece suggerisce il vicepresidente delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli), Stefano Tassinari, è di coinvolgere di più i dipendenti nelle segnalazioni di abusi o irregolarità in tutti i contesti lavorativi. “Bisogna incominciare – dice Tassinari – a pensare a una maggiore possibilità da parte dei lavoratori nel denunciare in forma anonima perché ci sono pochi controlli. Sarebbe interessante sperimentare. I numeri delle vittime sono ancora troppi alti e pensare che si azzeri il numero è impossibile”. Passi in avanti sono stati fatti sul piano degli accertamenti. A giugno, ad esempio, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha annunciato l’immissione di 983 nuovi ispettori tecnici vincitori di concorso. “Va bene più controllori – commenta il vicepresidente delle Acli – ma non credo che siano ancora sufficienti”. C’è poi secondo Tassinari un problema culturale che in Italia andrebbe affrontato una volta per tutte: “Il clima è ancora quello in cui i rischi sono sottovalutati. Esiste purtroppo un consenso sociale riguardo alla tendenza a chiudere un occhio sulla sicurezza, che viene messa in secondo piano rispetto alla produttività. Non è solo un problema che riguarda le aziende che arrancano o sono in difficoltà economica. Anche nelle imprese del Nord che fanno ottimi fatturati la sicurezza è sottovalutata.
Solo l’aumento dei controlli non è sufficiente, bisogna dare possibilità agli interessati di avere voce senza rischiare il posto di lavoro”.
Sulla tragedia in Piemonte, il numero due delle Acli esprime perplessità anche se si conoscono ancora pochi dettagli per trarre conclusioni. “Se un cittadino attraversa un binario ferroviario mentre passa un treno è un errore, ma se cinque operai lavorano a un binario non è possibile che ci sia un errore di comunicazione. Lascia perplessi – aggiunge – che il macchinista non abbia ricevuto la comunicazione dei lavori in corso. Immagino ci fossero delle telecamere sulla linea. Mi stupisce. In futuro, scopriremo che ci sono più livelli che non hanno funzionato ma che si dica oggi che ci sia stato un errore di comunicazione è grave. Vedremo nel merito, ma
forse bisogna aumentare gli interventi tecnologici”.
(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)