In cosa consiste l’Auto-svezzamento
Carlo Alfaro, Dirigente Medico di Pediatria all’ASLnapoli3sud, Consigliere nazionale Società italiana medicina dell’Adolescenza, ci svela i segreti per l’Auto-svezzamento
L’Auto-svezzamento, o Alimentazione complementare a richiesta (ACR), o Alimentazione responsiva, è una modalità di svezzamento che consiste nel lasciare che il bambino, compiuti i sei mesi, “si svezzi da solo” durante i pasti dei genitori, chiedendo e ottenendo piccoli assaggi di tutte le portate, spinto dalla sua naturale curiosità e dall’istintiva tendenza a imitare gli adulti: in tal modo gli si offre la possibilità di “mangiare come i grandi” fin da subito.
A che età iniziare lo svezzamento
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda allattamento esclusivo (al seno o artificiale) fino a sei mesi. L’inizio dello svezzamento richiede infatti l’acquisizione di competenze che si definiscono dopo i sei mesi: 1. adeguate capacità neuromotorie, come il controllo del capo e del tronco in posizione seduta, la perdita del riflesso di estrusione (riflesso arcaico che è alla base della suzione: toccando le labbra il bambino spinge fuori la lingua), l’abilità di coordinare vista e mani, di afferrare con la presa palmare, di portare alla bocca, la capacità di masticare e deglutire correttamente; 2. maturazione delle funzioni dell’intestino; 3. sviluppo del sistema immunitario. Anche se mancano i dentini, che contribuiscono a una migliore e più strutturata masticazione, i bambini utilizzano le gengive con uguale efficacia, se il cibo è ben triturato.
Concetti che ispirano la filosofia dell’auto-svezzamento
- I bambini imparano dall’imitazione: osservando quello che a tavola fanno i genitori, di cui si fidano e che assumono come modello, per il meccanismo dei neuroni specchio, imparano automaticamente che i cibi solidi si possono mangiare e come gestirli.
- Nutrirsi è un istinto naturale: per istinto e curiosità innati, i bambini sono portati a voler assaggiare i cibi presenti sulla tavola e consumati dagli adulti.
- Auto-determinazione: deve essere il bambino a decidere se, cosa e quanto mangiare. I genitori devono limitarsi a concedergli il proprio cibo.
- Libertà: i bambini non vanno forzati, non gli va imposto nulla, si ci deve limitare a interpretare e assecondare le loro richieste.
- Qualità del cibo: perché l’alimentazione sia piacevole e condivisa, i cibi devono essere buoni, profumati e attraenti anche per la vista.
Come capire che il bambino è pronto allo svezzamento
Dopo i sei mesi, si inizia lo svezzamento nel momento in cui il bambino: 1. è in grado di stare seduto bene da solo; 2. manifesta il proprio interesse nei confronti del pasto dei grandi attraverso specifici segnali che invia, ad esempio se ne dimostra attratto e incuriosito con lo sguardo, apre la bocca, si sporge in avanti, si sforza di raggiungerlo con le mani.
Come capire se interrompere il pasto
Si interrompe il pasto del bambino sempre interpretando i suoi segnali di comportamento: non fa più richieste, indica disinteresse, si tira indietro, gira la testa.
La qualità della dieta
È importante per l’auto-svezzamento che la dieta della famiglia sia sana, corretta ed equilibrata. La scelta degli alimenti dovrebbe essere attenta a provenienza, qualità, stagionalità e varietà, privilegiando i prodotti locali, freschi e genuini. Utilizzare cotture semplici e naturali, come al vapore o alla griglia, condimenti poveri di grassi, poco sale e zuccheri semplici. Dovrebbero essere presenti tutti i gruppi alimentari, in accordo ai principi della Dieta Mediterranea. Opportuno fornire almeno una fonte di carboidrati, una di proteine e una frutta e verdura pe. Evitare i cibi “spazzatura”, i prodotti industriali, il cibo da fast food, le merendine e gli snack del commercio, le bibite gassate e zuccherate, il miele.
L’auto-svezzamento è l’occasione giusta perché la famiglia faccia una revisione delle abitudini culinarie, rendendole più equilibrate. Altrimenti, dopo i primi anni di vita, comunque il bambino comincia a condividere le abitudini alimentari scorrette della famiglia.
Come gestire l’auto-svezzamento
Dove posizionare il bambino: a tavola con la famiglia durante i pasti, sul seggiolone o in braccio.
Orari: non cambiare ritmi e durata dei pasti dei genitori; è fondamentale che il bambino stia a tavola con i genitori.
Cosa fare durante il pasto: i familiari consumano normalmente il loro cibo, consentendo al bambino di osservare, manipolare, toccare, afferrare, schiacciare il cibo contenuto nei piatti dei grandi, e di assaggiarlo se lo richiede.
Quale cibo: la proposta dei cibi deve avvenire in maniera non schematizzata, senza ordini di introduzione definiti e senza grammature prestabilite; quello che si è cucinato per sé, va presentato al piccolo.
In quale forma va fornito il cibo: il cibo offerto al bambino deve essere manipolabile e facile da assumere senza difficoltà (tritato, spezzettato).
Non si inizia con la frutta: È sbagliata l’abitudine, ancora molto diffusa, di iniziare lo svezzamento con la frutta, a 3-4 mesi, sia perché i bambini sono ancora privi delle giuste competenze neuromotorie e digestive per cominciare, sia perché li si abitua a un gusto diverso da quello dei pasti futuri.
Vantaggi dell’auto-svezzamento
- Miglior rapporto dei bambini col cibo, ispirato a libertà, scoperta, gioco, gioia, piacere e divertimento.
- Stimolo a migliorare la cucina per l’intera famiglia.
- Risparmio economico rispetto agli alimenti pronti per l’infanzia.
- Maggiore sostenibilità per l’ambiente.
- Sviluppo della capacità di autoregolazione dei bambini che previene lo sviluppo di sovrappeso e obesità nei primi due anni.
- Miglioramento dello stile genitoriale: la condivisione dei pasti, il rispetto dei segnali di fame e sazietà del bambino cui rispondere in modo coerente, possono incoraggiare uno stile genitoriale più responsivo, interattivo, empatico.
- Riduzione dell’ansia dei genitori sui pasti e la loro quantità, con prevenzione dei conflitti sul cibo col bambino.
- Stimolazione nel piccolo di autonomia, fiducia in se stesso, autodeterminazione e autoefficacia.
- Aspetti sociologici: il bambino viene subito abituato alle abitudini della cultura gastronomica della sua famiglia, regione e popolo.
Possibili rischi
- Inadeguatezza nutrizionale: il bambino potrebbe non assumere quantità e qualità giuste dei nutrienti necessari alla crescita, non essendoci stretto controllo su di essi. Tuttavia, è stato dimostrato che con l’auto-svezzamento, se viene loro offerta un’alimentazione sana e variata, i bambini riescono ad assumere i nutrienti a loro necessari, in quanto si autoregolano.
- Intolleranze e allergie: si teme che l’introduzione precoce e massiva di diversi alimenti possa favorire intolleranze e allergie, ma gli studi hanno dimostrato che non ha senso un’introduzione graduale degli alimenti in base alla loro digeribilità, in quanto dai sei mesi l’apparato digerente del bambino è in grado di tollerare qualsiasi alimento, né serve il posticipo dell’introduzione di cibi potenzialmente allergizzanti per prevenire la comparsa di allergie o del glutine per prevenire la celiachia: chi è allergico o celiaco resta tale indipendentemente dall’età di esposizione.
- Soffocamento: secondo gli studi, il rischio di soffocamento è paragonabile a quello presente nello svezzamento tradizionale. È importante però che i genitori tengano scrupolosamente sotto controllo il bambino durante l’assunzione del cibo, forniscano pezzi piccoli e sappiano gestire l’ostruzione delle vie aeree.
- Sicurezza alimentare: i cibi per gli adulti non sono così rigidamente controllati come il baby-food (alimenti per l’infanzia), che sono sottoposti a una regolamentazione speciale che controlla in maniera stringente i quantitativi di contaminanti e inquinanti ambientali come pesticidi, metalli pesanti, ormoni, micotossine.
- Eccesso di sale: per prevenire lo sviluppo di ipertensione, l’OMS raccomanda di evitare completamente il sale aggiunto fino ai 9 mesi, poi non più di 2 grammi fino ai 2 anni, per poi uniformarsi ai quantitativi previsti per gli adulti dai 7 anni in su. Nell’auto-svezzamento si consiglia di cucinare con meno sale usando insaporitori naturali delle pietanze (spezie, erbe aromatiche, sedano) o aggiungere il sale a fine cottura solo in quella parte delle preparazioni che è destinato agli adulti. Limitare poi prodotti industriali come prodotti da forno, in scatola, affumicati, carni lavorate e cibi pronti, che costituiscono un’importante fonte di sale nascosto.
Tagli sicuri
Il cibo deve essere “a misura di bambino”, ossia sminuzzato e triturato in dimensioni, forma e consistenza adeguate per essere preso, manipolato, portato alla bocca e deglutito dal bambino in autonomia e sicurezza. Per quanto riguarda la forma, è meglio evitare quella tonda o cilindrica; per la dimensione: diametro inferiore a un dito (“finger food”, cibo “da dita”); per la consistenza, renderla morbida ed evitare alimenti scivolosi (come olive, würstel, uva o noccioline), appiccicosi (come formaggio fuso, caramelle gommose, gnocchi), duri (frutta a guscio, verdura cruda, confetti, popcorn, caramelle). Esempi di finger food pratici e sicuri sono: carote lesse, fagiolini, patata lessa, frutta fresca (togliendo acini e noccioli), biscotti, grissini e cracker senza sale, pasta tipo pennette o fusilli, formaggio, carne bollita. Alcuni cibi vanno tagliati a striscioline di piccole dimensioni, es. acini d’uva, pomodori, bocconi di mozzarella, altri polverizzati, es. frutta secca a guscio. La carne va tritata, sminuzzata, sfilacciata in fibre corte o in forma di polpette da tagliare poi a pezzetti di forma oblunga. Il pane va sbriciolato, evitando la mollica, che potrebbe appallottolarsi con la saliva. Le carote vanno cotte e tagliate nel senso della lunghezza, non a rondelle. Il prosciutto va sgrassato e sminuzzato.
Alimentazione in gravidanza e allattamento
L’auto-svezzamento inizia in pratica già in gravidanza e allattamento, grazie alle esperienze gustative che il bambino deriva da quello che mangia la madre, venendo esposto tramite il liquido amniotico e il latte materno a sapori e odori che poi riconoscerà quando è svezzato.
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