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Ruviano. Il vino Pallagrello dell’Azienda Agricola Di Matteo: un sogno trasformato in realtà

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Due giovani imprenditori agricoli, due cugini, Gino e Dario Di Matteo, producono a Ruviano un ottimo vino Pallagrello, bianco e nero, che meritano di essere raccontati.

Il Pallagrello bianco di recente è stato oggetto di analisi da parte del giornalista eno gastronomico Riccardo Lagorio su “Il Settimanale” del 30 giugno 2023. “Fermentato in barrique è il principe di casa e possiede colore giallo intenso e diffonde aromi di pesca matura e mandarino.

È soffice al palato, di buon corpo all’entrata: annuncia un’intensa sapidità, ben sorretta da una coerente spalla acida”, scrive Lagorio.

Personalmente ho accostato di recente in due occasioni il Pallagrello nero dell’Azienda Agricola Di Matteo al pane cotto coi fagioli: mi ha provocato un’esplosione di buoni sapori come non mi capitava da tempo.

Di colore rosso rubino intenso, dal sapore deciso, pastoso, fruttato e speziato, stagionato almeno tre anni, non passa per niente inosservato.

Ed è per questo che ho deciso di parlarne.

Ma andiamo per ordine: tutto nasce in famiglia dai nonni di Gino e Dario che, col duro lavoro delle braccia e col sudore della fronte impiantarono a San Domenico, località collinare del Comune di Ruviano, una vigna su un appezzamento di circa due moggia lungo la collina digradante verso il fiume Volturno.

Nel 2010 i rispettivi genitori di Gino e Dario, Sandro e Mario Di Matteo, soprattutto il primo, scomparso prematuramente che sognava una grande vigna di famiglia, fecero dei nuovi impianti di vitigni di Pallagrello bianco e nero e cominciarono a vinificare ai fini
commerciali promuovendo il Pallagrello Montesaracco così descritto: “La
qualità del Pallagrello di Montesarracco nasce in vigna, grazie a un meticoloso lavoro manuale, dalla potatura secca alla scelta del germoglio più idoneo, dal contenimento della vegetazione al diradamento dei grappoli, operazioni finalizzate a produrre e selezionare i migliori frutti.

Un’ulteriore scelta è effettuata al momento della vendemmia in modo da mandare in cantina dell’uva perfetta.

Vinificato con uve di Pallagrello nero di Montesarracco si presenta fragrante, austero,
elegante, con grande espressività ai sentori olfattivi. Di colore rosso
rubino”.

Gli attuali giovani imprenditori, che già seguivano i genitori e da qualche anno si occupano dei vigneti e della vinificazione, hanno quindi alle spalle una lunga esperienza familiare tanto che oggi entrambi i vini, sia il bianco che il nero, trovano ampi consensi sul mercato di riferimento.

Volendo spendere due parole sui vitigni e sulle uve, la coltivazione del Pallagrello è nota da tempi antichi nei circondari di Caiazzo e Piedimonte.

Dalla Statistica del Regno di Napoli del 1811 rileviamo che in quello di Caiazzo si producevano tre parti di vino bianco e una di vino rosso mentre in quello di Piedimonte avveniva il contrario, tre parti di vino rosso ed uno di bianco.

Ed è proprio Piedimonte che ha reso famoso il Pallagrello nero e non sbaglia chi lo descrive come un vino da mensa amato Borbone.

Esso veniva anche chiamato rosso Piedimonte proprio per indicarne la provenienza.

A Piedimonte c’è un’iscrizione fatta apporre da re Ferdinando IV contenente un editto del 30 marzo 1775 col quale si vietava il transito nella tenuta del Monticello di proprietà di Angelo Pertusio dove veniva coltivato il vigneto che dava il vino tanto caro al Re.

Ma già molti anni prima, nel 1732, il rimatore dell’Accademia del Capraio, Niccolò Giovio con lo pseudonimo di Eupidio, aveva dedicato al Pallagrello un lungo elogio in cui ad un certo punto afferma: “il Pallagrello d’ogni vino è Re”.

E veniamo quindi al nome del vitigno e del vino.

Nell’uso dialettale è “Pallariello” per la forma tondeggiante e piccola degli acini e quindi
la denominazione più adatta sarebbe Pallarello anche se, come abbiamo avuto modo di appurare, già agli inizi del ‘700 è usato il termine Pallagrello.

In una bottiglia del 1926, la più vecchia arrivata fino a noi, prodotta da Savastano di Vico proprio a Ruviano, sull’etichetta il vino è indicato “Pallarello” ed è un rosso.

Tra qualche anno potremo festeggiare il centenario dell’imbottigliamento del Pallagrello Rosso a Ruviano, anche se la data è di sicuro più antica, proprio grazie a questa bottiglia conservatasi fino ad oggi, e non sarebbe male se i due giovani imprenditori agricoli, Gino e Dario Di Matteo, producessero una “bottiglia del centenario”: sarebbe, credo, un
modo carino per promuovere questo stupendo vino prodotto sulle colline ruvianesi.

(Michele Russo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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