l generale ed il pensiero unico* di Vincenzo D’Anna*
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l generale ed il pensiero unico*
di Vincenzo D’Anna*
Alzi la mano chi, finora, aveva mai sentito parlare di Roberto Vannacci, generale della Folgore, destituito dal comando dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, dopo essere stato travolto dalle critiche e dalla gogna mediatica per aver dato alle stampe “Il Mondo al Contrario”. Spezzino, 55 anni (pochi per la carica che ricopre), Vannacci – secondo la sua biografia – parla correntemente l’inglese, il francese, il romeno, il portoghese, lo spagnolo ed il russo. Vanta inoltre tre lauree (in scienze strategiche, scienze internazionali e scienze militari). Titoli che, tuttavia, in questi frangenti, non sono valsi a conferirgli un’impronta intellettuale in grado di consentirgli di poter esprimere, su alcune tematiche sociali molto divisive, il libero pensiero di uomo prima e di soldato poi. Tuttavia il libro da lui autoprodotto, sta volando nella classifica delle vendite a dimostrazione di un diffuso gradimento da parte dell’opinione pubblica, o meglio di quella parte erudita che ancora legge e comprende il testo. Già, perché ormai nel Belpaese vantiamo (anche) il triste primato della forte diminuzione di quanti sono soliti varcare le soglie di una libreria per non dire di quelli che si possono definire analfabeti funzionali, ossia che sanno sì leggere ma poi non sono in grado di comprenderne il senso. Ed è questa speciale categoria di persone che, attraverso gli odierni canali di comunicazione social, riesce a formare quell’opinione pubblica che è solita insorgere, aggredire, offendere e disprezzare chiunque si azzardi ad uscire dal seminato dei luoghi comuni e della vulgata corrente. A chi scrive è capitato sovente di essere vituperato per aver espresso opinioni ragionate che non collimavano, però, con il diffuso “sentito dire” che, in quanto tale, rimane la peggiore forma di apprendimento. E se non ti schieri e non entri a far parte dei due blocchi contrapposti che sostengono le loro rispettive tesi e che si organizzano in gruppi dediti agli attacchi verbali ed alle minacce verso gli appartenenti allo schieramento contrario, peggio che andar di notte!! Insomma: non c’è argine alla maleducazione, al qualunquismo e finanche all’odio nei confronti del “bastian contrario” di turno. Si tratta in genere o di supponenti che vantano un titolo di studio e si ritengono, solo per questo, depositari delle verità assolute oppure, più in generale, di veri e propri ignoranti che per il tramite di notizie acquisite sul web, ritengono di poter comprendere tutto sulla base di fresche e superficiali letture. Tutta questa rancorosa e violenta espressione delle proprie traballanti cognizioni da neofiti trova conferma e sostegno nel popolo social, un crogiolo ove si scontrano verità apodittiche. Quanti non frequentano questo mondo virtuale, restano esclusi: i più timidi che arretrano innanzi alla brutalità degli interventi ed alla volgarità delle espressioni utilizzate a confutazione delle loro tesi. Questa purtroppo è l’eredità che ci consegna la società odierna: maestri della tastiera, che esercitano una personale palingenesi, trasformandosi da gente comune e di basso grado di comprensione ed istruzione, in tuttologi intemerati ed esperti. Una siffatta situazione difficilmente potrà mai consentire la serena articolazione del pensiero avveduto ed erudito o la proliferazione di posizioni ragionevoli e diverse in relazione alle problematiche del momento. A ciò si aggiunga che ormai impera il “politicamente corretto”, quella forma, cioè, di cultura dominante che tende a forgiare il pensiero unico o meglio i criteri etici e morali , “emancipanti” dell’uomo del terzo millennio, ed il quadro è tristemente fatto! Quella con la quale siamo costretti a fare i conti, in buona sostanza, è una subdola dottrina che sta sovvertendo la scala dei valori sociali introducendo come veri e migliori, taluni concetti e mode esistenziali. Vannacci, con la rudezza espressiva delle “stellette”, ha toccato il nervo scoperto di queste nuove teorie, permettendosi, come suo diritto costituzionale, di dissentire dalla teoria gender (cancellazione della diversità di genere) rivendicando, all’opposto, il valore fisiologico della etero sessualità intesa come principio per la procreazione naturale e la conservazione della specie. Insomma, l’alto ufficiale ha dissentito su talune questioni. Lo ha fatto senza offendere le altrui opinioni né i diritti di coloro che, diciamolo pure, tali diritti li hanno già visti riconosciuti dal legislatore eppure pretendono di imporli agli altri come sorta di nuovo codice morale non opinabile se non addirittura preferenziale. E’ questa violenza esercitata sull’etica pubblica da parte di chi, per ironia della sorte, si lamenta pure di essere discriminato, che sta producendo intolleranza culturale e adesioni forzate al pensiero indefettibile. Ci vuole coraggio per difendere le proprie idee e Vannucci lo ha mostrato.
*già parlamentare
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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