Sorrento. ‘Abusi al porto’: l’imprenditore Staiano (‘Capri Watch’) si appella nuovamente al sindaco
Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera aperta dell’imprenditore Staiano indirizzata al sindaco:
Preg.mo sindaco, esprimo soddisfazione nel riscontrare che la massima Istituzione della Città di Sorrento, così come emerge dall’intervista pubblicata in data odierna su “Il Mattino” alla pagina 22, “Primo Piano Napoli”, dove annuncia che l’azione della Pubblica Amministrazione mirerà attivamente a combattere il degrado, le insegne abusive e le relative mancate entrate nelle casse comunali.
Quando il sindaco Massimo Coppola dichiara: “la questione era da gestire diversamente” mi trova pienamente d’accordo. Tale rimprovero, ovviamente, va rivolto alla Guardia Costiera, alla Polizia Municipale e agli Uffici Comunali preposti che, tutti assieme, non svolgendo i controlli hanno consentito che si producesse un grave danno erariale ed all’immagine di Sorrento.
Tengo a precisare che il sottoscritto non ha mai denunciato alcun abuso urbanistico, mi stranisce che il Sindaco parli di sterili polemiche quando, in realtà, è stato da me informato di aver personalmente provveduto a presentare all’Autorità Giudiziaria un esposto denuncia che segnala gravi reati, che vede come probabilissimi responsabili addirittura uomini della Guardia Costiera, tra cui i vertici che dovrebbero vigilare su quanto si svolge all’interno delle aree demaniali di pertinenza del Porto di Sorrento.
Se appare del tutto singolare che dinanzi ad uno spettacolo indegno e nocivo agli interessi della Città di Sorrento e di tutto il comparto turistico che veniva tristemente rappresentato dal Porto di Sorrento non vi sia una sola parola di critica o censura per uno spettacolo ed un operato indegno e non è accettabile o ipotizzabile che alcuna parola negativa possa essere indirizzata alla mia persona.
Al contrario, affermo con orgoglio il mio impegno ad aver fatto tutto ciò che fosse nelle mie possibilità affinché si combattesse il degrado, la corruzione morale e l’illegalità diffusa tollerati o ignorati da chi è preposto a combatterli.
Non credo ci sia stato un cittadino a Sorrento più attivo nel combattere il malaffare.
Ho scritto, sin dallo scorso 16 giugno, numerose raccomandate e “pec” contenenti diffide, denunce di degrado e di mala condotta (da codice penale) sia alla Capitaneria di Castellammare sia a Sorrento, poi dal 14 luglio ho coinvolto con altre numerose denunce i vertici della Capitaneria, presso la Direzione Marittima di Napoli, senza avere mai alcun riscontro o risposta.
Poi, visto l’accanimento verso una sola azienda e la permanente illegalità diffusa, ho provveduto a denunciare all’Autorità Giudiziaria e di tutto ciò ho provveduto ad informare, di persona, negli uffici sia il sindaco di Sorrento sia i comandanti di alcune Forze di Polizia senza che ciò a distanza di tanti giorni sortisse alcun effetto.
Se a questo punto un giornalista viene a conoscenza e comprende la gravità dei fatti legittimamente denunciati e ritiene di portare alla ribalta quello scempio che era da tempo immemore sotto gli occhi di tutti senza che alcuno si ribellasse e soltanto grazie a questa pubblicità “negativa”, per effetto dello scandalo, come d’incanto, da un giorno all’altro il Porto di Sorrento da “Africa” è diventato “Svizzera” che cosa bisognerebbe fare?
Io lo so: ringraziare il giornalista che è riuscito, in un solo giorno, in quello che io non son riuscito in due mesi, contribuendo al ripristino della decenza e della Legalità sul Molo.
Vediamo ora se si riesce anche ad incassare gli introiti della Tassa pubblicitaria.
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