Salario minimo, la raccolta firme comincia col botto: il sito va in tilt
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LAVORO POVERO
Salario minimo, la raccolta firme comincia col botto: il sito va in tilt
FRONTI OPPOSTI – Tutti i partiti d’opposizione (tranne Iv) lanciano una petizione popolare. I troppi accessi bloccano la pagina per ore
DI TOMMASO RODANO
14 AGOSTO 2023
La partita sul salario minimo si sposta in rete, con un avvio al contempo incoraggiante e incerto. I partiti di opposizione (Italia Viva esclusa) hanno lanciato una piattaforma per firmare la petizione di sostegno alla loro proposta di legge: il link è stato diffuso sui social, poco dopo mezzogiorno, dai leader di Pd, M5S, Azione, Avs e +Europa. Il sito è andato subito in tilt per il gran numero di accessi ed è rimasto fuori uso per diverse ore. “Ci stiamo occupando del problema con i tecnici e il supporto di tutte le forze politiche coinvolte”, fa sapere Vito Crimi, che è il responsabile degli aspetti organizzativi della campagna per il salario minimo per conto dei Cinque Stelle. “Abbiamo dato congiuntamente incarico a una società esterna che ha avuto un mandato di realizzare il sito in brevissimo tempo, per renderlo operativo subito. Certamente non avremmo immaginato questo boom di accessi, considerando anche che è la domenica dell’antivigilia di Ferragosto. Forse proprio i più colpiti dai salari bassi non hanno la possibilità di stare in vacanza, in questi giorni in cui il costo della vita aumenta vertiginosamente. Stiamo cercando di risolvere il problema e dare un assetto definitivo che regga l’ondata di richieste di sottoscrizione”.
I partiti che hanno proposto il salario minimo si confrontano in tempo reale su una “chat tecnica” su Whatsapp. Il mandato per realizzare la piattaforma online è stato conferito una decina di giorni fa. Un dato significativo: le opposizioni avevano deciso di avviare la raccolta firme già prima dell’incontro di venerdì con Giorgia Meloni e il governo a Palazzo Chigi, che poi si è effettivamente rivelato infruttuoso.
Dal punto di vista politico e parlamentare la partita è quasi ingiocabile. Meloni ha delegato ogni discorso sul lavoro povero a uno studio del Cnel, presieduto da Renato Brunetta: è quella la sede individuata dalla premier per un’analisi delle “ripercussioni di ogni possibile iniziativa legislativa”, da svolgere nei prossimi sessanta giorni. I partiti di governo intanto hanno confermato la ferma contrarietà a ogni ipotesi di salario minimo e anche i sindacati procedono in ordine sparso (la Cisl ha salutato con favore il rinvio al Cnel). Per questo, una sfida davvero competitiva sul salario minimo può arrivare solo dal basso, da fuori i palazzi. Ieri La Stampa ha pubblicato i numeri di un sondaggio di Euromedia Research, l’agenzia di Alessandra Ghisleri, che confermano l’ampissimo consenso di cui gode l’ipotesi di un salario di base tra gli elettori. “Ben più del 70% degli italiani – scrive Ghisleri – condivide la proposta del salario minimo e sollecitati su una possibile cifra simbolo di 1.400 euro mensili, il 75% ne condivide la proposta, suddivisi tra chi ne apprezza la soluzione in toto (46,4%) e chi la approverebbe solo se supportata con incentivi alle imprese (29,3%)”.
Il sito della raccolta firme, tornato attivo attorno alle 19 e 30, presenta la petizione con queste parole: “La nostra Costituzione, all’articolo 36, dice che chi lavora ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Questo diritto viene costantemente violato: in Italia, infatti, sono più di tre milioni le persone che pur lavorando sono povere”. La proposta unitaria delle opposizioni “prevede che nessun lavoratore possa ricevere una retribuzione oraria inferiore a 9 euro all’ora, senza considerare tredicesima, quattordicesima, tfr, ecc, che devono essere in più”. Una parte del sito è dedicata all’analisi del lavoro povero in Italia e alle risposte a una serie di domande sul tema (come “Questa proposta non rischia di danneggiare la contrattazione collettiva” o “Ma se aumentano i salari, non aumenterà la disoccupazione?”). Elly Schlein e Giuseppe Conte hanno lanciato la petizione a poche ore di distanza. La segretaria del Pd annuncia banchetti per la raccolta “nelle piazze e alle Feste dell’Unità”. L’ex premier ha attaccato Meloni: “Getta la palla in tribuna mentre 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori continuano a percepire paghe da fame. Combattiamo questa battaglia insieme”.
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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