Da Piedimonte Matese a Montevergine a piedi: pellegrinaggio dal 9 all’11 agosto: iscrizioni aperte
Un atto di fede lungo 105 anni che partirà il 9 e si concluderà l’11 agosto 2023.
Tra i pellegrinaggi che annualmente si svolgono a piedi verso Montevergine quello di Piedimonte Matese, insieme al gemello di Alvignano, è il più longevo e continuativo finora individuato.
Secondo la tradizione fu istituito nel 1918 da Giovangiuseppe Fontanella che, ritornato indenne dalla grande guerr,a aveva fatto voto, congiuntamente a Giuseppe Mone di Alvignano, entrambi nello stesso reparto ed unici superstiti dello stesso, di andare a piedi a Montevergine ove fosse tornato vivo dalla guerra. E così fece.
Non è invece veritiera la leggenda che si racconta ad Alvignano, ma non a Piedimonte, che vede il Fontanella morire subito dopo essere rientrato dal pellegrinaggio: egli morì a Piedimonte Matese il 25 dicembre 1966.
Fino al 1977 il pellegrinaggio era unico: i due gruppi, partiti uno da Piedimonte Matese e l’altro da Alvignano percorrendo strade diverse, si ricongiungevano ad Amorosi e da lì tutti insieme, in un unico pellegrinaggio, raggiungevano il santuario di Montevergine per onorare il voto fatto dai fondatori dell’evento.
Del percorso fatto dai pellegrini di Alvignano abbiamo già dato nota: qui ci soffermiamo sul percorso e sulle particolarità del pellegrinaggio che parte ancora oggi da Piedimonte Matese.
Il giorno stabilito per la partenza è il mercoledì dopo la prima domenica di agosto, che quest’anno cade il nove, ed è la data storica, dall’origine del pellegrinaggio che un tempo vedeva anche la partenza dei pellegrini da Alvignano.
A Piedimonte ci si raduna presso la chiesa Ave Gratia Plena e alle ore 16 si assiste alla concelebrazione eucaristica e alla benedizione del pellegrino e della croce che, seppur restaurata anni fa, è ancora quella originale utilizzata da Giovangiuseppe Fontanella nel primo pellegrinaggio.
Il corteo parte quindi alla volta di San Potito dove arriva intorno alle 17,30 nella chiesa dell’Ascensione: qui i pellegrini che partono da San Potito e si aggiungono agli altri hanno nel frattempo partecipato alla concelebrazione eucaristica e una volta giunti quelli da Piedimonte Matese tutti ricevono in quella chiesa la benedizione da parte del parroco locale.
Al termine di questa manifestazione si riparte alla volta di Gioia Sannitica. Si fa una sosta di circa 15 minuti alla località fontana del Fico presso il cimitero di Auduni, frazione di Gioia Sannitica, perché in quella località c’è una fontana dove in antico, dalle origini del pellegrinaggio, ci si fermava per bere e questa tradizione si è voluta mantenere anche oggi.
Qui si aggiungono i pellegrini di Gioia Sannitica. Si riparte, quindi, alla volta di Faicchio, dove, sul ponte sito dopo il centro abitato, si fa una ulteriore sosta di 15 minuti e si riparte.
Fino a circa venti anni fa il percorso prevedeva l’arrivo della tappa successiva nel centro di san Salvatore Telesino; oggi, per risparmiare un po’ di strada, il corteo, giunto nei pressi del cimitero di san Salvatore, devia verso Amorosi senza arrivare più in centro.
L’arrivo ad Amorosi è intorno alle 23,30 – 24; qui si consuma la cena e si riparte alla volta di Melizzano dove si sosta per il riposo notturno.
Fino a 25 anni fa si dormiva in chiesa, come in tutti i luoghi di sosta del pellegrinaggio, poi con le nuove regole canoniche non essendo stato più possibile è il Comune che si fa carico di ospitare i pellegrini in una struttura pubblica.
Alle 4,30 del mattino il gruppo, a cui si uniscono i pellegrini di Melizzano, riparte prendendo una strada periferica del comune di Ponte alla volta di Bucciano, dove si arriva verso le 8,30 del mattino, nei pressi del cimitero, e si fa una sosta di circa mezz’ora per la colazione.
Un tempo Bucciano era il luogo di sosta per il pranzo e per un più lungo riposo: si ripartiva da lì verso le 15 del pomeriggio. Oggi, invece, il cammino riprende per Montesarchio dove si arriva verso le 10,30 del mattino e dove ci si ferma per il pranzo. Si riparte verso le 16,30-17 del pomeriggio.
Le tappe successive sono san Martino Valle Caudina, dove si giunge verso le 19, e Pannarano, dove si giunge tra le 20 e le 20,30 della sera. Dopo una sosta di 30 minuti si riparte alla volta di Pietra Stornina dove si arriva tra le 23,30 e le 24 della notte.
Qui, nei locali messi a disposizione dal Comune, si cena e si riposa fino alle 4,30 del mattino successivo, quando si riprende a camminare alla volta di Sant’Angelo A Scala.
Superato questo luogo si giunge a Summonte dove si arriva verso le 6 del mattino. Qui avviene il primo momento particolare: “la scoperta del monte”.
Si vedono infatti le luci dei fari del Santuario di Montevergine; allora ci si mette tutti in ginocchio e si fa “l’atto di affidamento alla Madonna di Montevergine”. Poi si riprende a camminare.
Alle 7 del mattino si giunge a Ospedaletto d’Alpinolo e da lì ci si avvia lungo il sentiero della montagna che sale al Santuario di Montevergine. Percorso un tratto, a metà del primo tratto, si trova una pietra a forma di sedia dove la tradizione vuole che la Madonna si fermò per riposarsi; questo rito viene ripetuto dai pellegrini man mano che salgono.
Si giunge quindi, tra le 8 e le 8,30 del mattino, all’inizio del percorso della via crucis: qui si fa una sosta per fare colazione e per ricompattarsi e, con un sacerdote venuto dai luoghi di partenza del pellegrinaggio, ha inizio il rito della via crucis animata dai pellegrini, che termina nel piazzale antistante al Santuario, dove si giunge per le 9 del mattino.
A questo punto i pellegrini si organizzano in due file che, come da tradizione, sono composte prima dagli uomini e a seguire dalle donne e in ginocchio si salgono le scale che portano all’antica Basilica dove è posta l’effige della Madonna.
Quindi ci si sposta nella nuova Basilica dove c’è la concelebrazione eucaristica dedicata ai pellegrini presieduta dall’abate di Montevergine e concelebrata dai sacerdoti che hanno raggiunto il Santuario con i pellegrini venuti in autobus.
Al termine si pranza tutti nella Casa del Pellegrino.
Fino a circa dieci anni fa il pellegrinaggio continuava poi, sempre a piedi, verso Mugnano del Cardinale al Santuario di Santa Filomena.
Si narra che una donna di Piedimonte Matese che non riceveva notizie da anni del figlio emigrato in America chiese la grazia a Santa Filomena e, tornata dal pellegrinaggio, trovò a casa una lettera del figlio che dopo tre anni di silenzio gli scriveva che stava bene. Da qui la devozione alla Santa e il prosieguo del pellegrinaggio verso il Santuario a lei dedicato. Ovviamente siamo nel campo dei racconti che però come sappiamo spesso nascondono la verità.
Non conosciamo da quale data il pellegrinaggio da Montevergine proseguì per Mugnano del Cardinale, certo è che per un lungo periodo esso è stato in vita.
Anche oggi alcuni fedeli, terminato il percorso di Montevergine, si spostano al Santuario di Santa Filomena ma lo fanno in auto.
Il ritorno nei luoghi di partenza avviene con le auto giunte al Santuario di Montevergine o, per chi lo ha prenotato, con l’autobus che conduce in pellegrinaggio quelli che non possono fare il percorso a piedi.
Ringrazio Mauro Riccio, che da trent’anni è pellegrino a piedi e dal 2008 è l’organizzatore del pellegrinaggio che parte da Piedimonte Matese alla volta di Montevergine, per le informazioni fornitemi utili a descriverlo, spero compiutamente.
(Michele Russo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)