Gmg Lisbona. De Paula Souza (Dic. Laici, famiglia, vita): “Battaglia per salvaguardia del creato non si combatte né si vince da soli”
Più di 400 giovani delegati di Uffici di pastorale giovanile di diverse parti del mondo e membri di associazioni e movimenti internazionali, che sono arrivati a Lisbona per partecipare alla Gmg, si sono ritrovati ieri all’Universidade Católica Portuguesa di Lisbona per partecipare al IV convegno internazionale sulla cura del Creato (Rio de Janeiro 2013, Cracovia 2016, Panama 2019), promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù e aperto da Gleison De Paula Souza, segretario del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, co-organizzatore dell’evento. Al centro dei lavori 5 ambiti della vita umana: economia, educazione e vita familiare, risorse naturali, politica e tecnologia. Partendo dalla Laudato si’ di Papa Francesco, il convegno ha avuto lo scopo di far entrare i giovani nel cuore dell’enciclica per far diventare gli insegnamenti del Papa uno stile di vita quotidiano fatto di “cura di ogni cosa e dell’altro”.
Tre immagini. De Paula Souza ha consegnato tre immagini ai partecipanti: quella del puzzle, quella della squadra e, infine, l’icona di Maria. “Siamo un tassello di questo bellissimo puzzle, opera delle mani di Dio. Egli ha posto accanto noi tutte le altre creature con le quali siamo profondamente uniti e dalle quali dipende la nostra stessa esistenza”, ha detto De Paula Souza a proposito dell’immagine del puzzle. L’immagine della squadra è servita a spiegare che
“la battaglia per la salvaguardia del creato non si combatte né si vince da soli. Voi, fate rete. Fate squadra. Sostenetevi a vicenda e scalerete gli ostacoli, anche quelli più impensabili”.
Infine, una icona fondamentale per i credenti in Cristo, Maria: “Questo mi consente di ricollegarmi al tema della Gmg: ‘Maria si alzò e andò di fretta’. È una chiamata all’azione affinché quanto emergerà da questo convegno non rimanga lettera morta. Ma è soprattutto un invito a non indugiare. Infatti, anche se è cresciuta la sensibilità ecologica delle popolazioni, non basta per modificare le abitudini nocive di consumo, che non sembrano recedere, bensì estendersi e svilupparsi”.
No alla ‘mistica del magari’. Nel suo intervento il presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù, Daniele Bruno, ha salutato tutti con un invito: “Se siete qui è perché avete ben presente che ognuno di voi non è solo il futuro ma, anche e soprattutto, è il presente: è in questo presente che ognuno di voi vive, studia, lavora, ha amici, genitori, un fidanzato o fidanzata… Ed è in tutti questi ambienti della vostra vita quotidiana che siete chiamati ad avere uno stile di vita capace di dare testimonianza.
Voi testimoniate che non siete rassegnati e abbandonati ad una ‘mistica del magari’ e che volete vivere, sì, nel mondo, ma avendo cura del dono di nostro Signore affidato a tutti noi, il Creato.
Ed è in tutti questi ambiti che trasmettete la speranza che questo è possibile”. L’incontro è continuato con gli interventi del prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, card. Michael Czerny, sul significato teologico dell’ecologia integrale, al servizio della persona, soprattutto dei più deboli e di Pablo Martinez de Anguita, dell’Università Rey Juan Carlos di Madrid, sul tema centrale del “rischio che un giovane può correre, ossia quello di perdere la gioia di vivere”.
Contemplare il Creato. Le conclusioni sono state affidate a mons. Claudio Giuliodori, Presidente della ‘Commissione Giovani’ del Consiglio Conferenze Episcopali Europee (Ccee). Ha esordito ricordando i 400 anni dalla nascita del pensatore Blaise Pascal, che disse: “L’umanità sta correndo verso il baratro e per non pensare a quello che sta facendo si mette un bel teatrino davanti”. “Oggi – ha spiegato mons. Giuliodori – questi teatrini si moltiplicano, qui oggi abbiamo cercato di rimettere al centro le cose veramente importanti. A partire dalla contemplazione del creato: prima di tutto contemplare, avere uno sguardo capace di cogliere la bellezza, cosa che ci libera dalla presunzione di possedere e di dominare.
Cogliere l’armonia e la fragilità.
Il Creato è una realtà complessa, che ci pone tante domande, in continua trasformazione”. Non si può cambiare il passato, ma il presente e il futuro, ha aggiunto il vescovo, “sono nelle mani della nostra libertà e delle nostre scelte. Abbiamo parlato di stili di vita come credenti abbiamo uno stilista formidabile, Dio Padre; un modello che è Gesù Cristo; un sarto eccezionale, che cuce la vita di ciascuno sulla propria misura, che è lo Spirito Santo. Da loro dobbiamo prendere il nostro stile di vita. Con la logica del Vangelo possiamo cominciare a cambiare il nostro stile di vita”. Chiudendo il suo intervento mons. Giuliodori ha ricordato poi tre tappe attraverso le quali iniziare il cambiamento: “il presente, con la Gmg che stiamo vivendo a Lisbona; il Sinodo, che avrà tra i propri temi principali quello della Cura del creato; il Giubileo del 2025, che ci ricorda che ogni tanto bisogna fermarsi e rendere conto a Dio: un tempo di grazia per ripartire, migliorati”.
(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)