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Gli scioperi a Hollywood non bloccano Venezia80. Concorso denso e variegato, con Besson, Fincher, Mann, Cooper e Coppola. Sei italiani in gara

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La festa non è rovinata. Sarà un’edizione celebrativa, quella degli 80 anni della Mostra del Cinema della Biennale di Venezia, che non sembra risentire del contraccolpo provocato dallo sciopero a Hollywood di attori e sceneggiatori. Qualche star non ci sarà, in testa Emma Stone, ed è saltato anche il film di Luca Guadagnino con Zendaya, “Challengers”, spostato alla primavera 2024. Per il resto il cartello di Venezia80 è confermato, solido e attrattivo più che mai. A raccontarlo sono Alberto Barbera e Roberto Cicutto, rispettivamente direttore artistico della Mostra e presidente della Biennale. Ben 23 titoli in Concorso, dove è imposta la prima mondiale per tutti i film. Sei registi italiani in gara: Edoardo De Angelis, Giorgio Diritti, Matteo Garrone, Saverio Costanzo, Stefano Sollima e Pietro Castellitto. Non una Mostra “autarchica”, come viene puntualizzato, bensì una selezione che guarda con attenzione al mondo e ai suoi cambiamenti. Tra gli internazionali: Sofia Coppola, Michael Mann, Luc Besson, Bradley Cooper, David Fincher, Yorgos Lanthimos e Ryusuke Hamaguchi. Appuntamento al Lido dal 30 agosto al 9 settembre. Conduttrice e madrina l’attrice Caterina Murino. Il punto Cnvf-Sir.

Un Concorso senza incertezze
“L’ultima settimana è stata turbolenta, ci ha colto un po’ di sorpresa”. Così Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra, menzionando la scossa tellurica registrata a Hollywood: la protesta degli attori per contratti più giusti e un ripensamento delle politiche degli Studios sull’intelligenza artificiale. Un evento che sta facendo saltare il calendario produttivo e distributivo dei titoli a stelle e strisce. Barbera però è serafico in conferenza stampa: “Il programma di Venezia80 era già chiuso”. “Se anche l’industria dell’audiovisivo mostra le sue fragilità, il cinema è vivo come non mai”. Dello stesso avviso il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, che ha speso le prime parole del suo intervento rivolgendo un pensiero ad Andrea Purgatori, giornalista scomparso a luglio che ha guidato come presidente le Giornate degli Autori: “Andrea era amico e ‘compagno di banco’ qui al Lido. Ci mancherà”. Parlando delle crisi del settore, Cicutto ha aggiunto: “Siamo diventati esperti in emergenze. Quest’anno si festeggiano gli 80 anni della Mostra, che si proietta verso il futuro come indica il manifesto”.

L’Italia in prima fila
Non sono affatto pochi sei titoli italiani in gara, e i nomi degli autori sono tutt’altro che scontati. Anzitutto Edoardo De Angelis, osannato nel 2016 al Lido per il suo “Indivisibili”, cui spetta l’onore-onere del film di apertura con il suo “Comandante”, scritto dal regista con il Premio Strega Sandro Veronesi. Pierfrancesco Favino è il comandante Salvatore Todaro. Esame di maturità, poi, per Pietro Castellitto: dopo il successo della sua opera prima “I predatori”, vincitore di Orizzonti nel 2020, si presenta nella competizione principale con il suo secondo film “Enea”, sguardo livido sulla Roma di oggi. Nel cast Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Cesare e Sergio Castellitto. Ancora, Saverio Costanzo torna a dirigere per il cinema dopo la parentesi dedicata al progetto Tv “L’amica geniale”: firma “Finalmente l’alba” con Lily James, Alba Rohrwacher e Willem Dafoe, riflessione sul cinema ambientata a Cinecittà.

(Favino – Comandante – Foto Ufficio stampa)

Dopo il successo alla Berlinale con “Volevo nascondermi” Giorgio Diritti è tornato dietro alla macchina da presa per “Lubo” ispirato al romanzo “Il seminatore” di Mario Cavatore. Si rumoreggiava da tempo la presenza di Matteo Garrone con il suo “Io capitano”, impresa del regista che, come chiosa Barbera, colpirà perché ha messo da parte lo stile barocco per una storia raccontata in chiave asciutta e diretta: il cammino della speranza di giovani africani verso l’Europa. Infine, Stefano Sollima con “Adagio” che vede nel cast Tony Servillo, Valerio Mastandrea e nuovamente Favino; l’autore è a caccia della consacrazione nel cinema dopo risultati eccellenti con le serie Tv “Romanzo criminale” e “Gomorra”.

Un ricco bottino internazionale
Se mancheranno le star di Hollywood dei film prodotti dagli Studios, potrebbero essere invece presenti quelle delle produzioni indipendenti. Lo rivela il direttore Barbera. Il cinema a stelle e strisce dunque non mancherà a Venezia80, come pure nomi eccellenti del panorama europeo, latinoamericano e asiatico. Tra i 23 autori in Concorso, in evidenza: Sofia Coppola con “Priscilla”, biopic su Priscilla Presley con Cailee Spaeny e Jacob Elordi, prodotto insieme a Lorenzio Mieli di The Apartment; la regista è già vincitrice del Leone d’oro nel 2010 per “Somewhere”. Torna a Venezia anche Micheal Mann con il suo attesissimo progetto “Ferrari”, che vede nel cast Adam Driver, Penélope Cruz e Shailene Woodley.

(Ferrari – Foto Ufficio stampa)

Sarà un felice ritorno al Lido anche per Bradley Cooper – dove aveva presentato nel 2018 il suo esordio alla regia “A Star is Born” – con “Maestro”, biopic su Leonard Bernstein con protagonisti lo stesso Cooper e Carey Mulligan. E ancora, c’è attesa per David Fincher con “The Killer”, forte della presenza di Michael Fassbender e Tilda Swinton.
Occhi puntati anche sui nuovi progetti di: Luc Besson con “Dogman”; Stéphane Brizé con “Hors-saison”; Yorgos Lanthimos con “Poor Things”. Da non sottovalutare, poi, la presenza del regista giapponese Ryusuke Hamaguchi – Premio Oscar per “Drive My Car” – al Lido con “Evil Does Not Exist”, come pure del messicano Michel Franco con “Memory” e del cileno Pablo Larraín, in gara con “El Conde”. Inoltre, da ricordare: Agnieszka Holland con “The Green Border”; Bertrand Bonello con “La Bête” con Léa Seydoux; “The Promise Land” di Nikolaj Arcel con Mads Mikkelsen; Ava DuVernay che presenta “Origin”, Timm Kröger con “Die theorie von allem”; il duo Małgorzata Szumowska e Michał Englert che presentano “Woman of”; e Fien Troch con “Holly”.

(Dogman – Photo Shana Besson)

Tra i 19 titoli fuori gara alcune proposte di chiara risonanza: la nuova regia di Woody Allen che batte bandiera francese, “Coup de chance”; il ritorno di William Friedkin con l’adattamento del testo teatrale “The Caine Mutiny Court-Martial”; il nuovo progetto di Richard Linklater, “Hit Man”. E ancora Roman Polanski con “The Palace”, dopo il pieno di consensi a Venezia nel 2019 con “L’ufficiale e la spia”. Gli italiani nella sezione fuori Concorso sono: Leonardo Di Costanzo con “Welcome to Paradise” e Luca Barbareschi con “The Penitent”. Insieme a loro anche Liliana Cavani, incoronata con il Leone d’oro alla carriera, che presenta al Lido il film “L’ordine del tempo”. L’altro Leone alla carriera va all’attore di Hong-Kong Tony Leung Chiu-Wai.

(Coup de chance – Woody_Allen – Foto Ufficio stampa)

Orizzonti, Extra, Venezia Classici e Immersive
Alberto Barbera ha sottolineato che non è stato un lavoro facile quest’anno, per i tanti titoli di qualità giunti: 4.061 film, di cui 2.100 lungometraggi (226 italiani) e 1.961 cortometraggi. In generale, 2.703 sono firmati da maschi, 1.298 da femmine. Sono 54 i Paesi rappresentati. Guardando alle altre sezioni della Mostra ricordiamo: Orizzonti con 18 titoli in competizione, dove figurano i registi italiani Enrico Maria Artale, Simone Massi e Alain Parroni; Orizzonti Extra con 9 film tra cui “Felicità” di Micaela Ramazzotti; 9 titoli nella sezione doc di Venezia Classici; e 3 progetti Biennale College, dove c’è “L’anno dell’uovo” di Claudio Casale. Da non dimenticare Venice Immersive, con 28 titoli in gara.

Damien Chazelle alla guida di Venezia80
Come sempre “le sorti” dei film in corsa per il Leone d’oro sono appese al giudizio della giuria internazionale. Quest’anno a presiederla è il regista statunitense Damien Chazelle. Accanto a lui: la regista neozelandese Jane Campion; il regista-produttore italiano Gabriele Mainetti; l’attore palestinese Saleh Bakri; la regista-sceneggiatrice francese Mia Hansen-Løve; il regista-sceneggiatore irlandese Martin McDonagh; il regista-sceneggiatore argentino Santiago Mitre; l’attrice cinese Shu Qi; e la regista-giornalista statunitense Laura Poitras, Leone d’oro di Venezia79.

Infine, da non dimenticare due storici riconoscimenti assegnati al Lido: il Premio internazionale cattolico Signis, il più antico tra i premi collaterali da oltre settant’anni alla Mostra, e il Premio “Robert Bresson” della Fondazione Ente dello Spettacolo, attribuito per questa edizione a Mario Martone.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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