Caiazzo. Giaquinto: top player dell’inefficienza alla disperata ricerca di riabilitazione?
Fatti e misfatti: Giaquinto, top player dell’inefficienza, alla disperata ricerca di riabilitazione e riqualificazione.
ll primo utilizzo dell’incenso risale all’origine dell’uomo: un rito praticato via via da diversi popoli.
La tradizione è legata ai nostri antenati, che si pensa abbiano bruciato dei legnetti per ricavarne un fumo aromatico. Per purificare l’ambiente, e nell’era moderna, riqualificare persone già bruciate.
Una autocombustione ormai cristallizzata: incenso utilizzato per lanciare messaggi, per onorare e venerare persone.
Incenso (quanto gli è costato?), di chi parla di aspetto fisico e belle foto celebrative e tanto autoincenso di chi si autocelebra.
La primina, milite, poi geometra, assessore ai lavori pubblici, vice sindaco, sindaco, consigliere e assessore provinciale.
Il ricordo della strage di Montecarmignano nel 2003. Rimasto un ricordo: da 25 anni si parla di Parco della Memoria, sappiamo che di recente è stato assicurato un (altro) sostanzioso finnziamento per realizzarlo, ma stranamente “incenso” per tale “auto celebrazione” non se ne è (ancora?) trovato: forse si pensa di colmare così qualche “vuoto” evidenziato dal predecessore?
Opere compiute (quasi tutte avviate da altri), incompiute, che cadono e quelle abbandonate: La nuova sede della scuola Primaria, la Palestra comunale, l’Asilo Nido, la Mensa e il Parco Giochi.
Le “opere” e le grandi imprese del Sindaco geometra (iscritto al collegio nel 1999, quando aveva 32 anni: tutto abusivo il pregresso, se davvero esistente?!) La casa per disabili di via Guadanelle mai completata, che cade a pezzi; il campo polivalente di SS. Giovanni e Paolo, inaugurato 2 volte in 37 anni, non dato in gestione a nessuno nel 2009, abbandonato per oltre 10 anni: riqualificato con una spesa prevista di circa 700mila euro (2 miliardi vecchie lire spesa totale); il fantomatico ufficio anagrafe di San Giovanni e Paolo, antica promessa elettorale, diventato poi chiosco (deve presumersi previo cambio di destinazione), squarciatosi clamorosamente dopo pochi mesi, per inquietanti fondamenta di pochi centimetri; riqualificato con la modica spesa di 45 mila euro, ancora oggi è chiuso.
La scuola per l’infanzia Elvira Giorno, abbandonata, la triste vicenda del Decò (ricordiamo tutti dove e chi faceva i colloqui per le prime asssunzioni vero?) che ha costretto un altro imprenditore concorrente danneggiato, a decine di costosissime cause più volte anche al Consiglio di Stato (ma alla fine, verosimilmente entrambe le parti rivendicheranno dal comune il risarcimento dei danni cagionati, a quant’è dato sapere, anche con atti falsi e condoni fasulli, ma profumatanente pagati.
Su questo argomento in particolare sarebbe graditissima una chiara smentita, circostanziata punto per punto, anche perché non ci risulta che un solo euro sia stato previsto di spendere, nei vari bilanci comunali…
Il montascale per disabili, dopo svariati decenni, tuttora non funzionante nell’ex piazza Verdi; la caserma dei carabinieri persa dopo decenni di chiacchere e false promesse (e dopo aver contratto vari indebitamenti milionari che forse sconteranno anche i nostri nipoti).
Eppure il problema non si sarebbe proprio posto se non si fosse perduto il “treno” quando la struttura del Decò, assegnata al Comune dal TAR, ancora poteva essere destinata a servizi di pubblica utilità, mentre ora dovrà essere abbattuta per ripristinare il preesistente terreno con destinazione agricola semplice: semplice la destinazione ma davvero complessa la fregatura!
La storica scuola elementare, come la vicina ex direzione didattica, abbandonata a marcire, tanto che la stima del grosso complesso immobiliare si sarebbe svalutata al punto da stimare in circa 250 euro mensile l’ammontare del fitto da concordare poi, dicono, con amici degli amici; intanto lo stesso Comune paga molto ma molto di più a (fortunati) privati che ospitano scuole e strutture sanitarie, fuori dal centro.
Complessi immobiliari ex Opere Pie e Conventi dei Cappuccini e Madonna delle Grazie ridotti in condizioni pietose; in quest’ultimo, al cimitero, tuttora giacciono cumuli di rifiuti in due cappelle votive e nessuno sembra fregarsene, forse perchè i morti non votano, ma la vergogna è anche per gli eredi, deve presumersi, anche di cotanta intelligènzia amministrativa, chiesa dell’Annunziata acqusita in comodato gratuito, pare centenario, e abbandonata a marcire, salvo estemporanei usi come il vicino giardino delle monache, per cui pure si sono spesi milioni e fatte tante chiacchere.
Altre strutture comunali concessi da decenni, gratis, a fortunate associazioni, che percepiscono non solo ingenti contributi pubblici, ma soldi anche da ciascun tesserato; presto potrebbe finire così anche per la storica “palestra” sottostante la casa comunale; chi sarà la fortunata di turno?
Il clamoroso caso dei loculi cimiteriali striminziti, che si cercava di negare perfino mentre inviati RAI e di altre TV misuravano con il metro, mentre un nostro gancio faceva altrettanto nella bara; strade e vicoli della frazione SS. Giovanni e Paolo nel degrado più totale; in (s)compenso il ventre del borgo è attraversato dalla condotta principale del gas, ma, incredibilmente, non ne è servito; illuminazione pubblica da villaggio africano; il caso Palumbo, il vecchietto dimenticato dai servizi sociali del Comune, personalmente avvertiti, sindaco Sorbo e vicario Giaquinto compresi (fui poi costretto a collocarlo al “Costanzo Show” per fare opera di sensibilizzazione, con altri clamorosi casi della variegata vergogna “caiazzana”.
Ascensori del parcheggio multipiani, per decenni non funzionanti (uno solo pare che funzioni da qualche settimana; l’altro, frettolosamente montato dopo le doglianze di una collega (ci mancava proprio), ma tuttora inattivo nonostante le solite, imancabili chiacchiere dei soliti, vari ciarlatani.
E che dire del pateracchio della tabella che indicava il multipiani, contenente ben due volte le parole: “pargheggio” e “pargheggiati”, a riprova che stupidi non fossero soli i committenti o gli installatori di tale segnaletica: era già capitato di vedere segnali di stop (triangolo) a testa in giù!
Ma i problemi più seri del “multipiani” riguardano la libertà di cui l’utenza viene privata quando resta bloccata all’uscita, come giovedì scorso, finché a liberarla non veniva inviato un soggetto che, si vocifera, mesi addietro sbraitava anche contro il sindaco; la mancanza del POS, imposto dalla legge ma tuttora non fatto installare da chi, preposto, evidentemente se ne frega, deficienza che costringe l’utenza sprovista di contanti a girovagare per procurarseli, mentre il totale dovuto continua ad aumentare; a proposito tariffe clamorosamente raddoppiate con l‘escamotage di dimezzare il tempo di sosta, fermo restando il prezzo, così raddoppiando gli introiti per il solo gestore: nel migliore dei casi, chi recepisce tali proposte dorme; in compenso appalto, si vocifera, aggiudicato concedendo circa l’80 x 100 dei proventi all’ignoto gestore, che evidentemente non cambia mai, oppure il subentrante è costretto ad accollarsi gli ausilari già in organico da decenni!
Potrebbe sembrare incredibile, come anche a noi pare, ma la falsariga pare sia analoga anche per operatori ecologici, addetti al trasporto scolastico e quant’altro concesso in appalto dal Comune: tanto, chi se ne frega? Soprattutto senza un’opposizione!
Tormando al multipiani, struttura sprovvista di custode-addetto (e quindi di WC) sia notte che di di giorno, pur essendoci un casotto per ospitare una persona, preziosa in particolare nei casi di blocco, in difetto di un citofono funzionante, soprattutto all’uscita: se torni in cima e finalmente riesci a trovare il numero, ma non hai un telefono… ti attacchi comunque al proverbiale tram.
Spazi, per legge, riservati ai disabili, indicati così male che neanche gli abili possono riconoscerli: si dice che quelli prestabiliti siano stati unilateralmente annullati perché l’accesso è a pagamento, come se il diritto di privilegiare i disabili fosse limitato alle aree di libera sosta: e meno male che il Comune aveva predisposto anche spazi riservati alle donne “in attesa”: le solite “chiacchiere”!
Veicoli che ingombrano più spazi, ma ai quali nessuno pare abbia mai imposto doppia gabella; in compenso, qualcuno godrebbe di unico, super ridotto abbonamento semestrale: indovinate chi?
Fermo restando che per ogni segnalazione dei lettori sarebbe gradita una circostanziata smentita, ripensando a Giaquinto: incenso, autoincenso, che si traduce in tentativi vani di riabilitazione e riqualificazione di un disamministratore che per un quarto di secolo ha fatto tabula rasa in una comunità intanto trascinata in fase di pre dissesto (4,5 milioni di euro, cioè nove milardi di lire)!
P.S.: questa è solo una “prima parte”: appuntamento a presto!
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