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Nuovo regalo ai corrotti: la destra boccia il testo Ue contro abuso d’ufficio e mazzette

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La maggioranza con Renzi e Calenda affossa la direttiva che impegna gli Stati a inasprire le leggi che Nordio vuole svuotare.

Cronaca di un no annunciato, quello della maggioranza, con la solita stampella di renziani e calendiani, alla direttiva europea anticorruzione secondo la quale “i delitti di corruzione rappresentano una grave minaccia per la democrazia, la stabilità e la sicurezza della società”, così come per “lo Stato di diritto”.

Il parere contrario è stato votato ieri pomeriggio dalla Commissione per le Politiche Ue della Camera con la motivazione che l’Unione europea avrebbe in sostanza sconfinato, sarebbe andata oltre le sue competenze, a scapito della sovranità degli stati membri. La direttiva, secondo il centro-destra, Iv e Azione, è “in palese contrasto con il principio di sussidiarietà e con quella di proporzionalità”, recita il parere contrario a firma del relatore, Antonio Giordano, deputato di FdI. A favore della direttiva, invece, hanno votato Pd, M5s e Verdi, che, all’unisono, hanno contestato radicalmente la motivazione del parere contrario, basato su una presunta incompetenza ma che, invece, ha a che fare con le riforme del ministro Carlo Nordio approvate in Consiglio dei ministri e che approderanno in Parlamento dopo il via libera di ieri alla calendarizzazione da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, lo svuotamento del traffico di influenze, l’azzoppamento delle intercettazioni con tanto di doppio bavaglio per i giornalisti, l’inappellabilità per i pm delle sentenze di assoluzione, l’avvertimento-interrogatorio a un indagato 5 giorni prima della richiesta di arresto.

Sono riforme che fanno a pugni con la direttiva Ue, pensata dopo lo scandalo “Qatargate” e che si propone di contrastare in maniera più efficace i reati corruttivi, puntando a una armonizzazione delle norme dei Paesi membri. Tra i reati fondamentali per la Ue c’è proprio l’abuso d’ufficio, che adesso il centro-destra , renziani e calendiani si apprestano a cancellare, esponendo l’Italia a una infrazione. Inoltre, nella direttiva Ue c’è anche l’auspicio che i Paesi membri adottino una norma sull’incandidabilià per chi è stato condannato per reati corruttivi, come prevede in Italia la legge Severino, nella black list di Nordio e dei partiti che ieri hanno votato contro la direttiva.

Per i deputati M5s in commissione, il no “è clamoroso non solo perché va contro le raccomandazioni del presidente Mattarella e le rassicurazione della stessa premier Meloni, ma anche perché il parere di maggioranza è motivato con l’argomentazione clamorosamente falsa che l’Unione europea non ha competenza in materia di armonizzazione delle legislazioni nazionali”. Infine, sottolineano come “la direttiva europea ribadisce che l’abuso d’ufficio è un reato fondamentale nella lotta alla corruzione, che non può essere abolito come vorrebbe fare il ministro Nordio”. Sconcerto anche del Pd: “È incredibile il voto contrario della destra – dice Piero De Luca, capogruppo dem in commissione Politiche Ue della Camera –. Nel giorno della commemorazione di Paolo Borsellino la destra vota un parere motivato in cui contesta la necessità, l’opportunità, il valore aggiunto e le scelte di merito elaborate dalla Commissione, lanciando un segnale devastante di lassismo e indebolimento degli strumenti di contrasto alla criminalità in Italia e in Europa”.

È intervenuto pure Francesco Boccia, capogruppo del Pd in Senato: martedì “la pace fiscale e i condoni, oggi (ieri, ndr) il no alla direttiva europea anticorruzione. Sacrosanto e giusto che la presidente del Consiglio partecipi alle commemorazioni di Via D’Amelio. Ma poi ci sono i fatti a dirci che la prassi di questa destra è inneggiare all’evasione, considerare i cittadini che pagano le tasse degli ingenui, dire no all’Europa che chiede norme più rigide e serie per combattere la corruzione”.

Il relatore Giordano rivendica il parere contrario e ricorda che “altrettanto è successo in Svezia, che ha eccepito il mancato rispetto della sussidiarietà in quanto una delle previsioni della proposta di normativa prevede l’incandidabilità dell’incriminato per fattispecie corruttiva, andando quindi a incidere sul potere degli ordinamenti di definire il proprio processo democratico”. Enrico Costa, di Azione è preoccupato perché la direttiva Ue “arriva al punto di prevedere sanzioni penali per l’abuso d’ufficio non solo nel settore pubblico, ma anche per il settore privato”, in alcuni casi.

(DI ANTONELLA MASCALI – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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