Robinson: Jeff Koons e il ritorno degli Dei
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Robinson – La Repubblica
A cura di Lara Crinò, 15 luglio 2023
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Jeff Koons e il ritorno degli Dei
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Un grande sole che svetta nei cieli della Grecia, una girandola eolica dorata e riflettente, alta più di nove metri. È Apollo Wind Spinner, la scultura che Jeff Koons ha realizzato nell’isola di Hydra, un omaggio alla patria di Omero. All’artista statunitense, il più quotato tra i contemporanei, è dedicata la copertina di Robinson in edicola oggi con Repubblica. Intervistato da Dario Pappalardo, Koons si racconta partendo dal rapporto con la Grecia classica, “il punto più alto della civiltà occidentale”, e riflettendo sull’eredità del mito. Il grande sole di Koons introduce a Hydra la mostra Dream Machines presso la Deste Foundation. I curatori Massimiliano Gioni e Daniel Birnbaum ne raccontano il tema attualissimo: il rapporto tra artisti e tecnologia. Nelle pagine seguenti, come sempre, le recensioni alle novità in libreria e lo spazio dedicato a un autore da riscoprire: questa settimana, Ennio Flaiano in un ritratto di Tommaso Pincio. Potete scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci su Instagram (@robinson_repubblica), Twitter (@Robinson_Rep) e TikTok (@robinsonrepubblica).
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Una sfida magica, quella tra Harry Potter e Percy Jackson. Chi avrà vinto tra i due maghi amatissimi sul Booktok? Mercoledì 12 luglio, negli studi di Robinson, c’è stata la challenge dedicata al fantasy: “Robinson the big game”. Le booktoker Mariella Ferrara @attorcigliata e Viviana Autieri @thebookwarmhobbit si sono sfidate a colpi di bacchetta magica. La live, visualizzata da oltre 50mila persone, ha contato sui contributi del mentalista Giucas Casella, del comico Raul Cremona e della scrittrice Fiore Manni. A decidere il vincitore sono stati i lettori. Ma il bello della sfida è che a challenge finita non si deve più scegliere: tuffatevi nelle due saghe!
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Francesco Guccini nella sua casa di Pàvana, nell’Appennino Pistoiese
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Cantautore, scrittore, poeta, Francesco Guccini ha portato nella sua musica un’epoca che affascina ancora la sua generazione e i più giovani. Ospite della lunga rassegna del Festival della Bellezza di Verona (sarà al Teatro Romano della città il 23 settembre) nelle nostre pagine dedicate alle rassegne culturali Guccini racconta i suoi nuovi progetti e la sua idea di bellezza: quella dei ricordi, delle radici e del dialetto come lingua perduta (“un peccato, perché quando una lingua viene dimenticata scompare un mondo intero”). Vi segnaliamo come sempre anche gli appuntamenti da non perdere in giro per la penisola, mentre Lucio Luca ci racconta il progetto della fotografa Gabo Caruso, tra le ospiti del Fotografia Calabria Festival.
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Rosalba Carriera, L’arciduchessa Maria Teresa d’Austria (pastello, 1730)
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Nei primi decenni del Settecento, in una casa sul Canal Grande, Rosalba Carriera faceva sedere davanti al cavalletto la meglio gioventù d’Europa e le più belle donne di Venezia. Tra gli ammiratori della sua arte, anche il principe di Sassonia che con la collezione delle sue opere, tutt’ora la più vasta al mondo, creò nel suo palazzo di Dresda il celebre Gabinetto dei pastelli. Per festeggiare i trecentocinquant’anni dalla nascita di Carriera la Gemäldegalerie Alte Meister della città tedesca la celebra con una grande mostra. L’abbiamo visitata per voi.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Un’illustrazione di Susi Weigel per Il piccolo Io-sono-io (Caissa Italia) di Mira Lobe
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Doppio appuntamento nelle pagine dedicate alla letteratura per i più giovani. Tornano le interviste stratopiche di Geronimo Stilton: questa settimana il topo giornalista ospita sull’Eco del Roditore un ospite speciale, lo scrittore Paolo Cognetti, che gli racconta perché ha scelto la vita in montagna, e che cosa può offrire a ragazze e ragazzi. Sempre nelle pagine dedicate all’editoria per l’infanzia, Ilaria Zaffino ci porta alla scoperta di un’autrice che è già un classico e che ora è edita anche in Italia: si chiamava Mira Lobe (1913-1995) e ha scritto quasi cento libri per bambini che raccontano con poesia la ricerca dell’identità e del proprio posto nel mondo.
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Alfredo Castro è il Pinochet-vampiro nel film El Conde di Pablo Larraín
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Il regista cileno Pablo Larraín ha dipinto il Cile nella notevole trilogia della dittatura: Tony Manero, Post mortem, No – I giorni dell’arcobaleno. Torna a ragionare sul suo Paese, a cinquant’anni dal colpo di Stato che rovesciò il presidente Allende, con una chiave spiazzante. In El Conde, il conte, che sarà probabilmente alla Mostra del Cinema di Venezia, trasforma Augusto Pinochet in un vampiro. Arianna Finos ha incontrato Larraín a Torino, e si è fatta raccontare perché per lui, cresciuto una famiglia di destra, quel periodo della storia del suo Paese è rimasta un’ossessione. Ma non l’unica: ha appena girato il nostro paese per i sopralluoghi del suo biopic su Maria Callas, con Angelina Jolie protagonista.
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Una tavola di Carmine Di Giandomenico
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Daredevil, Batman, Iron Man, Wolverine e molti altri. Sono i personaggi made in Usa disegnati da un italiano, Carmine Di Giandomenico. Intervistato da Alessandro Di Nocera, racconta come ci è riuscito e come è nato il suo particolarissimo stile. Guardando ai grandi del fumetto made in Usa ma con un riferimento molto italiano, ossia “gli studi sul Rinascimento. Sono attratto dal movimento dei corpi e quindi da autori che riescano a rendere viva anche la situazione più statica”.
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Luigi Serafini in un disegno di Riccardo Mannelli
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Nello Straparlando di questa settimana, Antonio Gnoli ha incontrato Luigi Serafini. Eccentrico pittore, designer, scenografo, è autore del monumentale Codex Seraphinianus, un’enciclopedia fantastica che fece innamorare Franco Maria Ricci. In questo colloquio racconta l’infanzia a Roma, tra le cupole barocche del centro storico, e il sogno di un’arte che racconti la simbiosi tra uomo e natura, come negli antichi miti della metamorfosi.
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Il trita-testamenti del miliardario
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“Ho un tritadocumenti personale, lo stesso che ho usato per ciascuno dei miei vecchi testamenti. Se li è divorati tutti uno dopo l’altro”, annota con un po’ di perfida soddisfazione il multimiliardario Troy Phelan, protagonista di Il testamento di John Grisham. Vecchio e stanco, ma soprattutto pieno di rancore, inizia a scrivere le sue ultime volontà, dopo aver stracciato le penultime. “Due anni fa scrissi un testamento in cui lasciavo tutto all’ultima delle mie compagne, beh, si sa che vado pazzo per le ventenni bionde tutte curve…”. Anche lei, diseredata. “Una volta possedevo tutti i gingilli adeguati alla mia posizione: yacht, jet, belle bionde, case in Europa, haciendas in Argentina, un’isola del Pacifico, scuderie di purosangue, perfino una squadra di hockey. Ma sono diventato troppo vecchio per queste cose. I soldi sono la causa della mia sventura. Ho avuto tre famiglie, tre ex mogli che hanno messo al mondo sette figli, sei dei quali viventi e impegnati a fare il possibile per tormentarmi”. Ha deciso: il suo testamento definitivo sarà uno schiaffo per tutti. “Perché dovrebbe importarmi di chi avrà i miei soldi? Io ci ho fatto tutto quello che si può immaginare. Non mi importa di chi si prenderà il denaro, ma mi importa moltissimo di chi non l’avrà”.
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