Pnrr, per la quarta rata cambiano 10 obiettivi su 27. Il ministro Fitto riferirà alle Camere
Il Governo ha deciso di cambiare 10 dei 27 obiettivi a cui è condizionata l’erogazione della quarta rata del Pnrr. Per questo, dopo un confronto con gli interlocutori europei, è stata convocata una riunione urgente della cabina di regia che ha approvato le modifiche, ora sul tavolo della Commissione Ue e presto in Parlamento: il 18 luglio il ministro con la delega per il Pnrr, Raffaele Fitto, riferirà alle Camere sullo stato di attuazione del Piano e sui suoi ultimi sviluppi. Con la premier Meloni impegnata nel vertice Nato a Vilnius, è stato proprio Fitto a presiedere la riunione e illustrarne le conclusioni. Erano presenti tutti e 24 i ministri, con i sottosegretari alla presidenza del Consiglio e i rappresentanti degli enti locali. Il cambiamento in corsa degli obiettivi si è reso necessario per fronteggiare il rischio di non rispettare i tempi fissati per l’erogazione della quarta rata, 16 miliardi, che comunque il governo ha intenzione di chiedere nella sua interezza, come ha tenuto a sottolineare Fitto in risposta alle ipotesi di un “definanziamento” causato dai ritardi. Del resto non è stato ancora possibile sbloccare i 19 miliardi della terza rata, con gli obiettivi connessi che sembravano a portata di mano già quattro mesi fa e che invece sono stati oggetto di una lunga e complessa verifica.
Terza e quarta rata sono fondamentali per il nostro Paese sia sul piano finanziario che su quello economico generale. In giugno il saldo di cassa statale è stato negativo per 13,2 miliardi, quasi il doppio rispetto a giugno 2022. Nei primi sei mesi dell’anno in corso il fabbisogno dello Stato è arrivato a quota 95 miliardi, contro i 42,8 miliardi dei primi sei mesi dell’anno precedente.
Le dinamiche in atto non risultano ancora ben chiare agli analisti. Per esempio non si capisce come mai le entrate risultino inferiori a quanto si potrebbe desumere dai dati positivi sulla crescita e dagli effetti dell’inflazione, che dovrebbero convergere su un incremento del contributo in arrivo dal fisco. In questo contesto i 35 miliardi delle due rate del Pnrr consentirebbero di evitare o quantomeno ridurre fortemente il ricorso ai mercati per finanziare i conti dello Stato. Nulla di catastrofico, beninteso, si è visto finora come la risposta dei mercati sia stata buona, ma certamente il costo del debito sarebbe superiore a quello previsto con problemi ulteriori per la legge di bilancio del prossimo autunno.
La spinta dei fondi del Pnrr è necessaria anche per sostenere la crescita nella seconda parte dell’anno. Nella nota mensile sull’andamento dell’economia diffusa dall’Istat emergono dati positivi ma non univoci.
“A maggio – scrive l’Istituto di statistica – l’indice destagionalizzato della produzione industriale in Italia ha registrato un aumento congiunturale che ha interrotto la fase di calo dei precedenti quattro mesi. Nella media del periodo marzo-maggio, tuttavia, l’indice è risultato in calo dell’1,8% rispetto ai tre mesi precedenti”. “Nel primo trimestre – si legge ancora nella nota dell’Istat – il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato grazie al rallentamento della dinamica dei prezzi. La propensione al risparmio, pur continuando a ridursi in termini tendenziali, ha segnato un incremento in termini congiunturali”.
Positivi anche i dati sul versante dell’occupazione. Per il secondo semestre e per il prossimo anno si prevede ancora una fase di crescita, sia pure con ritmi nettamente più contenuti nei confronti del 2022, ma tale scenario incorpora appunto gli effetti del Pnrr, in assenza dei quali il discorso sarebbe inevitabilmente diverso.
(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)