“Garante” del detenuto con il quale avrebbe intrattenuto una relazione sentimentale, ovvero un pregiudicato originario di Casal di Principe recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere di Biagio Salvati
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Garante dei detenuti ma, a quanto pare, soprattutto del detenuto con il quale avrebbe intrattenuto una relazione sentimentale, ovvero un pregiudicato originario di Casal di Principe recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Per lui si sarebbe adoperata, ovviamente senza ottenere nulla, persino con la direttrice del penitenziario e il magistrato di Sorveglianza stilando una relazione positiva in contrasto con il profilo indisciplinato del detenuto.
Emanuela Belcuore, 40 anni, nativa di Napoli con residenze tra Santa Maria a Vico ed Aversa, si è dimessa l’altro ieri dall’incarico di “Garante dei Diritti delle Persone Detenute e private della libertà personale”. Nomina conferitale dalla Provincia di Caserta, con un decreto a firma del presidente Giorgio Magliocca datato giugno 2020.
Un caso che getta la Provincia nella bufera. Era stata designata dopo un avviso pubblico (si legge nel decreto) e sulla base del curriculum vitae della Belcuore «allegato al presente decreto di designazione, di cui costituisce parte integrante» prosegue il decreto – anche se sul sito web della Provincia non c’è traccia dell’allegato – e dopo avere «acquisito le domande degli interessati, giusto avviso pubblico del 26 maggio 2020».
Il presidente Magliocca, che l’altro giorno ha accettato le dimissioni della Belcuore, non commenta la vicenda ma si limita a una stringata dichiarazione: «Quale garantista, direi di attendere prima di dare giudizi».
IL PRECEDENTE
In Campania, il caso della Belcuore non è unico: un mese fa è stato condannato a 9 anni e otto mesi di reclusione, il suo omologo, il Garante dei detenuti del Comune di Napoli accusato di aver introdotto droga e telefonini in carcere. Giornalista free lance come riportato sul suo profilo social ed altre piattaforme la Belcuore, durante una intervista sul web, senza saperlo, aveva anche pronunciato parole profetiche sull’inchiesta avviata da ottobre scorso.
LE DICHIARAZIONI
«Ci sono pochi controlli anche ai controllori, ed anche io quando entro in carcere non vengo perquisita», dichiarava la Belcuore in uno delle centinaia di video presenti sul web. Si tratta di una bufera giudiziaria che promette altri e clamorosi sviluppi, ma entra di prepotenza anche nel processo sulle presunte violenze ai detenuti del carcere sammaritano, all’esterno del quale – proprio nel periodo dell’indagine ai poliziotti – la Belcuore si faceva portavoce delle famiglie dei reclusi.
Di sicuro è stata quasi sempre in prima linea per denunciare abusi, spaccio di droga e altro in carcere. Accusata di aver portato un telefonino (con scheda intestata ad un immigrato) al detenuto – al quale avrebbe poi chiamato per dirgli di sbarazzarsene – la ex Garante, alcuni giorni fa si era anche prodigata insieme ad altre associazioni per sostenere un progetto per dotare di un telefono ogni cella, con numeri autorizzati tra familiari e un avvocato (iniziativa che è stata anche oggetto di una interrogazione parlamentare per scongiurare i suicidi in carcere), «in modo che gli agenti penitenziari non facciano più da call center consentendo al detenuto di ritrovarsi più vicino ai suoi cari».
Ma c’è ancora un’altra tematica che sta a cuore alla Belcuore, rivelata a pochi giorni dalla sua nomina di autorità di garanzia indipendente: il diritto dei reclusi all’affettività. «Vorrei creare delle aree in cui i detenuti possano incontrare liberamente i figli e le compagne dichiarava tre anni fa – con le quali poter vivere, anche in carcere, l’affettività familiare e di coppia, un aspetto molto trascurato ma di fondamentale importanza anche per ridurre la tensione all’interno della struttura carceraria».
Nell’inchiesta, è da chiarire se ci sia stata o meno una relazione con il detenuto e, in caso positivo, prima della nomina della Provincia.
La Belcuore non si limitava solo all’attività che ancora prima svolgeva come volontaria tra Scampia ed il carcere di Arienzo.
Come giornalista ha curato e moderato incontri politici, promosso comunicati di aziende, presentato libri e per il suo compleanno tenutosi in una villa di Napoli lo scorso gennaio, ha omaggiato i suoi ospiti anche di alcuni portachiavi e gadget realizzati da alcune detenute della sezione femminile del carcere di Santa Maria Capua Vetere.
«Per quanto mi riguarda spiega Belcuore in una delle tante interviste – io mi occupavo di carcere quando c’erano convegni o manifestazioni, principalmente. Un giorno mi sono fermata a parlare con un detenuto che mi ha raccontato la sua storia. E da lì ho iniziato a guardare al carcere in maniera diversa».
«Profondamente colpita per l’indagine che l’ha travolta, Emanuela Belcuore è pienamente fiduciosa che si riuscirà a delineare nelle indagini quanto realmente accaduto rispetto alle imputazioni contestate e alle alterate notizie riportate da alcuni mass media», ha detto l’avvocatessa Mariagiorgia de Gennaro che difende l’ex garante, ribadendo che non appena ha avuto notizia dell’indagine si è dimessa dall’incarico che ha svolto con dedizione per tre anni, portando avanti battaglie come il contrasto della droga nelle carceri e iniziative a tutela dei detenuti e delle famiglie.
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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