Riforma Nordio, il giudice Aghina: “Fermerà i tribunali. Le assunzioni non basteranno” PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI TORRE ANNUNZIATA – “La ‘Cartabia’ è troppo recente per apportare altre modifiche senza valutarne gli effetti” DI VINCENZO IURILLO
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L’INTERVISTA
Riforma Nordio, il giudice Aghina: “Fermerà i tribunali. Le assunzioni non basteranno”
PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI TORRE ANNUNZIATA – “La ‘Cartabia’ è troppo recente per apportare altre modifiche senza valutarne gli effetti”
DI VINCENZO IURILLO
24 GIUGNO 2023
Il presidente del Tribunale di Torre Annunziata (Napoli) Ernesto Aghina è stato consigliere del Csm tra il 2002 e il 2006 ed in seguito componente del direttivo della Scuola superiore della magistratura: ministro di Giustizia Roberto Castelli, anni di scontri aspri tra la magistratura e il governo Berlusconi impegnato in forsennate leggi ad personam. Eppure nemmeno all’epoca si arrivò a non ritenere l’Anm un interlocutore, come oggi fa Nordio. “Elidere il contributo dell’Anm mi pare un unicum”.
Presidente Aghina, cosa pensa del modo in cui il Guardasigilli Nordio si confronta con la magistratura sulla sua riforma
Trovo singolare questa reattività del ministro verso le valutazioni provenienti da singoli magistrati e dall’associazione sindacale. Il contributo di chi si misura sul campo nell’attività giudiziaria (Foro compreso) è utile e doveroso. Ma io personalmente da tempo invoco una moratoria delle riforme di carattere processuale.
Perché?
Dopo le tante modifiche degli anni scorsi, bisognerebbe attenderne l’esito sul campo, per eventualmente perfezionarle.
Traduco: non abbiamo fatto in tempo a capire gli effetti della ‘Cartabia’ che già stiamo alle prese con un’altra riforma.
La riforma Cartabia è sin troppo recente per apportare ulteriori modifiche senza valutarne gli effetti.
Che pensa dell’impianto della riforma Nordio?
Da presidente di Tribunale mi compete principalmente la valutazione dei profili di carattere organizzativo. E dico: la collegialità delle misure cautelari è certamente un problema. E lo dico da presidente di un tribunale ‘grande’, secondo la soglia del Csm che la fissa a 50 magistrati: noi ne abbiamo 51. Ciò nonostante, siccome siamo su un territorio ad alta densità criminale, dove di conseguenza si richiedono parecchie misure, attrezzare un ufficio collegiale per le valutazioni degli arresti è un problema.
Quanti Gip ha il suo tribunale?
Cinque. Le difficoltà insorgono non solo sulla valutazione della richiesta cautelare, ma anche per gli effetti a catena delle incompatibilità che si determineranno nelle fasi successive. Se per il mio ufficio è una criticità, lo sarà a maggior ragione nei tribunali piccoli.
Il ddl Nordio prevede un incremento di 250 magistrati.
È una risposta a un problema oggettivo dei vuoti d’organico, ma temo non sia sufficiente. Per fortuna il concorso in magistratura è tornato di primo livello, si può accedere subito dopo la laurea. Questo però ha comportato un notevole incremento delle domande e di conseguenza un allungamento dei tempi concorsuali. Mi sembra di capire che il ministro prevede una messa a regime della riforma tra due anni. Però ricordo che la normativa vigente prevede che l’ufficio del Gip non possa essere assunto da un magistrato di prima nomina, occorrono almeno 4 anni di attività giudiziaria, e per i più anziani almeno un’esperienza biennale al dibattimento. Limitazioni di cui occorre tener conto e che prescindono dall’aumento di organico.
Non posso non farle una domanda sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio.
Le cifre diffuse dal ministero inducono a una riflessione. Ma non sono valutabili nell’attualità. Sono retaggio di un passato antecedente all’ultima riforma del 323 c.p. (la modifica del governo Conte che punisce solo la violazione di specifiche norme di legge dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ndr), del 2020. Il perimetro del penalmente rilevante è stato circoscritto meglio. Riterrei al limite opportuna una ulteriore novella della norma che eviti la determinazione di vuoti di tutela, a fronte di condotte di indubbia gravità, evidenziati anche in questi giorni da pronunzie della Cassazione.
Quali?
Fattispecie che attengono non soltanto alla condotta dei sindaci (di cui tanto si parla), ma anche ai concorsi. Anche a quelli in magistratura. Recentemente un commissario d’esame accusato di essersi accordato con un candidato durante una prova scritta ha chiesto al Gip la messa alla prova. La condotta era stata configurata come tentato abuso di d’ufficio: con la riforma resterebbe penalmente irrilevante.
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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