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LA SANTANCHE’ HA MOLTI BUCHI TUTTI ABUSATI

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CHE MINISTRA

“Truccati i conti Visibilia”. Tutti i buchi di Santanchè

PITONESSA NEI GUAI – Ci sono due relazioni tecniche depositate in Procura a Milano il 25 gennaio e il 2 maggio da Nicola Pecchiari, commercialista e docente alla Bocconi che ha scandagliato i conti della società

DI NICOLA BORZI E THOMAS MACKINSON 

24 GIUGNO 2023

“Visibilia è una società quotata, io non sono indagata e non c’è nessun indagato, chi scrive cose non vere si prenderà una querela”, minacciava a novembre Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d’Italia fresca di nomina a ministro del Turismo nell’esecutivo Meloni, a chi le chiedeva conto dell’inchiesta appena avviata a Milano sui disastrati bilanci del gruppo editoriale e pubblicitario dopo la denuncia dagli azionisti di minoranza. Ma dalla Procura del capoluogo lombardo arrivano due relazioni tecniche depositate il 25 gennaio e il 2 maggio da Nicola Pecchiari, commercialista e docente alla Bocconi che ha scandagliato i conti di Visibilia come consulente dei pm Roberto Fontana, Maria Giuseppina Gravina e Laura Pedio. Le analisi sono pietre tombali e spiegano perché si indaga per falso in bilancio e bancarotta.

La galleria degli orrori degli artifizi contabili messi in atto nel gruppo Visibilia, secondo Pecchiari, è infinita. Imponenti e ingiustificate sopravvalutazioni degli avviamenti societari, “gonfiati” per anni nonostante la crisi di ricavi e margini per sostenerne il patrimonio. Mancate o tardive svalutazioni di crediti infragruppo e verso clienti insolventi. Cessioni di rami d’azienda per creare plusvalenze ritenute fittizie. Queste le irregolarità che in alcuni casi già sin dal 2014 hanno consentito di celare “buchi” enormi: ad esempio, Visibilia Srl, oggi in liquidazione, a fine 2018 aveva un patrimonio netto rettificato negativo per 8,2 milioni. Secondo le analisi, Visibilia Concessionaria Srl “evidenzia un patrimonio netto di 1,12 milioni non capiente a fronte della palese irrecuperabilità dell’avviamento (2,9 milioni) e dei crediti verso Visibilia Srl (1,1 milioni); le aspettative di reddito operativo non coprono neppure l’ammortamento dell’avviamento… è evidente il significativo squilibrio patrimoniale. L’avviamento per il conferimento del 2019 da parte di Visibilia Srl non poteva essere iscritto”. Visibilia Editore Spa “presenta un patrimonio netto di 668 mila euro che dipende solo dal mantenimento dei valori di partecipazione e crediti verso Visibilia Editrice Srl (723 mila euro)” la quale “a fine 2022 ha patrimonio netto negativo” ma con “dubbi sostanziali sull’avviamento non svalutato e sui crediti per 1,9 milioni verso Visibilia Srl in liquidazione”.

 

Del gruppo “Dani” è stata azionista di riferimento dalla costituzione nel 2014 sino al 2022, quando la sua quota si è diluita tra cessioni e ingresso del fondo emiratino Negma che, mentre il titolo crollava, ha convertito con profitto le obbligazioni sottoscritte per 3 milioni. In Visibilia Editore, Santanchè è stata consigliera di amministrazione dall’11 novembre 2014, poi amministratrice delegata sino al 12 febbraio 2016 e presidente sino al 17 dicembre 2021.

Se gli indagati non sono noti è solo perché gli atti sono stati segretati e nessuno ha fatto accesso. Ma a breve, con l’avviso di conclusione indagini, emergeranno nomi e condotte contestate. Allora si capirà perché, sin da novembre, gli avvocati del ministro, compreso il penalista, hanno fatto la spola negli uffici della Procura e soprattutto perché dall’autunno scorso Santanchè ha cercato risorse finanziarie da iniettare nel gruppo, in modo da sventare la richiesta di liquidazione giudiziale (il “vecchio” fallimento) avanzata dai pm per i debiti verso il Fisco. Sinora il ministro ha versato quattro milioni, frutto della cessione delle sue quote del Twiga al suo socio Flavio Briatore. Somma insufficiente, secondo il consulente della procura: “Complessivamente il socio di riferimento ha un impegno complessivo per versamenti/garanzie di 3,7 milioni”, scriveva a maggio Pecchiari. L’ultima parola spetterà poi all’Agenzia delle Entrate: se accetterà il pagamento dei debiti fiscali, potrebbe evitare le liquidazioni e dunque la bancarotta. Ma i pm affilano le armi sui falsi in bilancio.

FONTE:

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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