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Chi paga le spedizioni di ricerca dei passeggeri del Titan?
24 GIU 2023
Buongiorno,
e bentornati con la nostra rassegna settimanale di storie, notizie e opinioni dalla redazione di Open!
Il sommergibile delle contraddizioni
Non ce l’hanno fatta i cinque passeggeri del Titan, il piccolo sommergibile salpato dalle coste statunitensi alla volta del relitto del Titanic. A bordo, uomini abbienti che per la discesa hanno pagato centinaia di migliaia di dollari. Le ricerche sono proseguite per i cinque giorni che l’ossigeno presente nel natante avrebbe potuto garantire ai suoi occupanti. Senza successo. Al momento, del sommergibile sono state trovate solo alcune parti in lamiera. Il sospetto sempre più concreto è che il mezzo sia imploso a causa dell’enorme pressione a cui era sottoposto alla profondità a cui si trovava.
Nel frattempo, però, si è sviluppata un’accesa discussione sulla differenza di trattamento che hanno ricevuto i passeggeri del sommergibile, rispetto ai 600 migranti naufragati al largo delle coste greche. Sebbene non si tratti degli stessi Paesi, il fatto che gli Usa, stiano spendendo così tanto denaro alla ricerca del sommergibile a molti è sembrata in un’incongruenza. Soprattutto per un Paese dove le spese mediche non rientrano nella copertura sanitaria nazionale.
La giustizia sociale serve alla transizione ecologica
Cosa si intende per giustizia climatica Come si porta avanti la transizione ecologica senza lasciare indietro nessuno? «Non si può parlare di giustizia climatica senza parlare di disuguaglianza sociale ed economica», commenta Andrea Grieco, Head of Impact di AWorld, la piattaforma scelta dall’Onu per supportare la campagna ActNow contro i cambiamenti climatici.
«Oggi purtroppo né l’Italia, né le istituzioni europee tengono in dovuta considerazione la disuguaglianza sociale causata anche dal cambiamento climatico. Ma dobbiamo ricordarci che la battaglia per il clima è anche una battaglia di classi sociali», aggiunge Grieco.
Per i bambini sono “mamme”, per la procura di Padova sono “illegittime”
La decisione della procura di Padova di impugnare per «illegittimità» gli atti di nascita di 33 bambini e bambine, figli di coppie di due madri, registrati dal sindaco dal 2017 fino ad oggi si trascina dietro alcuni interrogativi. La legge in Italia non consente alle coppie lesbiche di rivolgersi una clinica italiana per fare un percorso di fecondazione eterologa. Tuttavia, ciò che la legge non dice è «cosa occorre fare dei bambini che comunque nascono», spiega l’avvocato Alexander Schuster, esperto di diritti civili e difensore dei diritti della comunità Lgtbtqia+. Ed ecco che allora c’è un vuoto normativo: «Se queste coppie vanno all’estero a fare questo percorso per poi tornare in Italia con il bambino, cosa facciamo? Gli dovremmo dare due genitori. Ed ecco il caso di Padova e di altri sindaci e giudici».
La crociata del governo con contro la cannabis light
È in arrivo una stretta sulla cannabis light. Questo è quello che si evince da uno degli emendamenti che propone un nuovo regime di tassazione, che equipara la canapa al tabacco e alle sigarette, nonostante l’enorme differenza tra i due prodotti nei loro effetti sul fisico. La cannabis light potrà quindi essere venduta solo dai negozi di monopolio, non potrà essere spedita e non sarà presente nei distributori automatici. Sarà poi vietato fumare in diversi spazi pubblici. Le stesse regole si applicheranno anche ai prodotti da inalazione senza combustione.
La norma sugli affitti brevi potrebbe non funzionare
Appena il 6,4%. Questa è la percentuale di pernottamenti negli alloggi per soggiorni brevi che verrebbe eliminata se il disegno di legge proposto dalla ministra al Turismo Daniela Santanchè dovesse passare così com’è ora. Se il soggiorno minimo salisse a tre notti, l’impatto avverrebbe sul 25% delle prenotazioni. Ci sono comunque molte differenze, con città come Milano che hanno fino al 17% di pernottamenti per una sola notte, e altre, più scelte per prenotazioni lunghe.
Quando pensiamo all’inquinamento derivante dai trasporti, la prima immagine che ci viene in mente è una strada paralizzata dal traffico di tir e automobili. Il trasporto su gomma, però, non è l’unica fonte di emissioni. Poche navi da crociera, infatti, inquinano tanto quanto un miliardo di automobili. L’ultima stima emerge dal rapporto della ong Transport&Environment, dedicato proprio all’impatto ambientale del turismo marittimo di lusso.
Nel 2022, calcola l’associazione, le 218 navi da crociera europee hanno emesso 4,4 volte più ossidi di zolfo delle 253 milioni di automobili che circolano nel continente. E di tutti i Paesi Ue, l’Italia è quello più inquinato dalle emissioni del trasporto marittimo, seguito al secondo posto dalla Spagna.
Se sei arrivato fino a qui, grazie per il tempo che ci hai dedicato. Ti aspettiamo per le prossime puntate e… ricorda che ci trovi anche su Instagram, Tiktok e Twitter
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