Nordio “abolisce” i magistrati: “Non possono criticare le leggi” LA RIFORMA IN MEMORIA DI B. – Il ministro attacca: “Conta il Csm”. Abuso d’ufficio “evanescente” e santifica Andreotti. I pm: “Parlare è un diritto”
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Nordio “abolisce” i magistrati: “Non possono criticare le leggi”
LA RIFORMA IN MEMORIA DI B. – Il ministro attacca: “Conta il Csm”. Abuso d’ufficio “evanescente” e santifica Andreotti. I pm: “Parlare è un diritto”
DI GIACOMO SALVINI
18 GIUGNO 2023
A due giorni dall’approvazione della riforma, Nordio alza i toni. Il Guardasigilli, secondo cui la morte di Berlusconi e la riforma sono una coincidenza, parlando da Taormina risponde alle critiche di Santalucia alla sua riforma: parla di “interferenze” e nega il ruolo dell’Anm di interlocutore della politica perché quello “non è il sindacato ma il Csm”. “Nel mio mondo ideale, che è quello di Montesquieu, i rappresentanti dei giudici non possono e non devono criticare le leggi in formazione”, aggiunge il ministro. Replica Santalucia: “Abbiamo il diritto dovere di parlare per arricchire il dibattito e migliorare le riforme. Questa è la vita democratica”. Sull’abolizione dell’abuso d’ufficio Nordio spiega che è un reato “evanescente” che “complica le cose e intasa le procure di fascicoli”, mettendo già in guardia i pm da non perseguire altri reati: “Inutile cercare la corruzione che è un reato diverso, se no significa che si persegue il reo”. Poi avverte l’Ue che potrebbe fare presto un richiamo all’Italia: “L’abuso d’ufficio non aveva eguali in nessun altro Paese”.
Infine, Nordio parla anche delle intercettazioni spiegando che “siamo solo all’inizio”. “Interverremo molto più radicalmente – aggiunge il ministro – La mafia non parla al telefono e in questo Paese le intercettazioni avevano raggiunto livelli di barbarie. Le intercettazioni costano 200 milioni all’anno per raggiungere risultati minimi”. Inoltre argomenta che il processo Andreotti costò “un miliardo di lire” per le fotocopie “per poi finire nel nulla”.
Parole che non sono per niente piaciute a Meloni che non voleva tornare allo scontro berlusconiano con i pm. “Un’uscita sbagliata”, ha detto la premier ai fedelissimi. Nelle parole di Nordio c’è un problema di metodo: Meloni, tramite il sottosegretario Alfredo Mantovano, per mesi ha lavorato a spaccare la magistratura evitando lo scontro totale con una trattativa sotto traccia. Alcune critiche le aveva messe in conto, ma la premier sa che i pm sono divisi. Le parole di Nordio, però, ricompattano i magistrati. Inoltre, c’è un problema di merito. Fratelli d’Italia ha sempre detto che va bene limitare la pubblicazione delle intercettazioni, ma non come strumento d’indagine come ha fatto capire ieri il ministro. Su questo Meloni è contraria. “Quello che ha detto Nordio oggi è una follia – dice un fedelissimo della premier – non ha ancora capito che è un ministro e che non partecipa più ai convegni”. La premier quindi ha già fatto capire che frenerà sulla separazione delle carriere che è un ddl costituzionale: farlo con il premierato ricompatterebbe la società civile a sinistra in un’opposizione pericolosa per il governo, soprattutto in vista del referendum. Ad ogni modo ieri Mantovano ha tenuto la barra dritta sulla riforma: “Non ci facciamo ricattare dai pm”. Diverso è il discorso per le parole di Nordio che non sono piaciute. Intanto nella maggioranza Fi proverà a peggiorare la riforma: con i renziani prepara emendamenti per tornare alla prescrizione, eliminare le limitazioni prima dell’arresto, regolamentare il trojan e modificare la legge Severino per evitare la decadenza dei sindaci. Meloni però frena.
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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