Rispetto per la morte e per il dolore che provano familiari, poi…
Dalla pagina Facebook Giuseppe Conte – Dopo lo stop di questi giorni dei lavori parlamentari per la morte di Berlusconi, ora l’emergenza del Governo è un Consiglio dei Ministri per esaminare un disegno di legge sulla giustizia.
Dalle anticipazioni ricaviamo che la riforma introdurrà nuovi spazi di impunità, indebolendo i presidi contro la corruzione, oltre a colpire il diritto all’informazione. Abolendo l’abuso d’ufficio e limitando altri strumenti contro il malaffare si dimostra di non avere a cuore la tutela della legalità e del diritto alla giustizia. E tutto questo viene realizzato cavalcando l’onda emotiva della morte di Berlusconi, anzi, come esplicitamente dichiarato da alcuni esponenti di Governo, per omaggiarne la memoria.
È un’assurdità, al pari di alcune gratuite ricostruzioni fatte sulla mia scelta di non andare al funerale di Berlusconi. Mercoledì sono rimasto in silenzio perché ho ritenuto inopportuna qualsiasi polemica politica mentre si celebravano le esequie. Il rispetto per la morte e per il dolore che provano familiari e persone che hanno amato Silvio Berlusconi sono sacri e il Movimento 5 Stelle lo ha dimostrato esprimendo, con chiarezza, sincero cordoglio verso chi avverte il vuoto doloroso di questa perdita.
Allo stesso modo però ritengo una forma di rispetto nei confronti sia del dolore delle persone vicine a Berlusconi che della storia e dei valori che condivido intimamente con la mia comunità politica, il Movimento 5 Stelle, non aver partecipato alla funzione funebre: trattasi di due storie molto distanti e, per molti versi, agli antipodi.
Vi è poi un’altra considerazione da sottolineare.
Un attimo dopo il decesso è scattato un meccanismo sincrono e complesso, che ha visto il Governo proclamare il lutto nazionale, il Parlamento fermare le attività d’aula, le televisioni pubbliche e private rincorrersi in ricostruzioni agiografiche, insomma un parossismo celebrativo che in queste ore sta spingendo anche molti osservatori stranieri a interrogarsi sui nostri “stili e costumi” democratici.
Io penso che “rispetto” significhi mantenersi sobri, franchi nel dirsi le cose come stanno e, soprattutto, coerenti con la propria storia.
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