La storia travagliata dell’asilo nido comunale
La città di Caserta guadagna il 98° posto nella classifica della storica indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore declinata per le tre fasce d’età, bambini, giovani e anziani, recentemente presentata al Festival dell’economia di Trento. L’indice calcolato su 12 parametri statistici è di 267 contro 575 di Siena prima in classifica (https://lab24.ilsole24ore.com/qualita-della-vita-generazioni/bambini/) e racconta della specificità e dell’adeguatezza di servizi e condizioni di vita delle tre generazioni più fragili. Tra i 12 parametri la presenza di asili nido e spazi verdi. E se di spazi verdi è più che nota, per il nostro capoluogo, una dotazione inferiore alla media nazionale di 43 mq/ abitante di verde urbano fruibile, per gli asili nido apriamo un focus per aggiornare i nostri lettori su una vicenda a dir poco allarmante: la gestione maldestra dell’unico asilo nido comunale presente sul territorio. Annualmente l’Amministrazione Comunale predispone un bando per l’iscrizione all’asilo nido comunale che prevede la copertura dei posti messi a concorso secondo una apposita graduatoria di ammissione. Questi posti attualmente sono 25 sebbene l’edificio è sufficientemente accogliente per ospitarne 60. Perchè questa incongruenza? Perchè, secondo quanto raccogliamo dalla testimonianza del consigliere comunale Matteo Donisi, ci sono lavori di manutenzione e di risanamento causa infiltrazioni d’acqua per cui già nel 2021 erano stati condotti lavori di impermeabilizzazione per oltre 32mila euro. Ma, come accade quasi di prassi per le carenze delle condizioni delle strade cittadine, esecuzioni sommarie e cantieri allestiti in maniera inadeguata, senza nessuna vigilanza dell’attività dell’appaltatore, hanno avuto come esito un asilo nido allo stato odierno utilizzato a metà a fronte di un fabbisogno del territorio corrispondente a una popolazione di 76mila abitanti. Nello scorso mese il consigliere Donisi con altri consiglieri comunali, Roberta Greco e Raffaele Giovine, hanno presentato un’interrogazione alla giunta guidata dal sindaco Carlo Marino proprio sui lavori alla struttura di via Cappiello che non hanno sanato i problemi di infiltrazione. Ma la gestione asilo nido riveste un interesse di accertamento anche su un altro versante, secondo l’intervistato consigliere Donisi: l’affidamento della gestione a una nuova cooperativa nel marzo scorso con trattativa diretta (il Codice Appalti del 2016 aveva fissato a 40mila euro la soglia massima per l’affidamento diretto, dal 1° luglio 2023 variata a 140mila euro), alla coop sociale Le Ali di Qualiano (Napoli), con scadenza il 31 luglio 2023. Gli interrogativi che restano in attesa delle risposte dell’assessore competente nella prossima seduta consiliare utile che dovrà essere calendarizzata: perchè non si è ritenuto di prorogare, come prassi vuole se non si rilevano gravi inadempienze, la gestione del servizio alla cooperativa già in attività a marzo e, cosa discutibile, perchè la cooperativa subentrata è proprio quella risultata seconda nel bando di gara e quindi presumibilmente avente minori requisiti a favore della prima. Ma per chi rivestono importanza posti disponibili di qualità in un asilo nido comunale? Senza ombra di dubbio le politiche pubbliche di assistenza all’infanzia sono uno strumento per favorire l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro in modo concreto e senza le valanghe di parole oziose che con tanta leggerezza sono eruttate per la propaganda di circostanza. Come dimostrano informazioni dell’European Social Survey (Ess), l’investimento pubblico funziona come equalizzatore favorendo la partecipazione femminile al mercato del lavoro, soprattutto per quelle madri con un livello di istruzione più basso. I sistemi di governance tesi a promuovere una responsabilizzazione competente del territorio devono investire nell’educazione della prima infanzia che è tra le forme più efficienti di spesa pubblica.
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