A cura di Lara Crinò, 10 giugno 2023
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Norman Foster, la formula dell’archistar
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“L’architettura deve essere salutare per l’anima, lo spirito e il pianeta”. Parola di archistar. Di più: parola di un monumento dell’architettura come Norman Foster, 88 anni appena compiuti, che con i suoi progetti ha ridisegnato il mondo, da Hong Kong alla California, dal viadotto francese di Millau al Reichstag di Berlino, e che è il protagonista della copertina di Robinson in edicola oggi con Repubblica. Ad Antonello Guerrera, che lo ha incontrato a Londra, nel suo studio sul Tamigi, ha raccontato il passato e il futuro, la mostra che a Parigi gli dedica questa estate il Centre Pompidou, e la sua ipotesi per una ricostruzione sostenibile della città ucraina di Kharkiv, dove è stato lo scorso dicembre, perché “il futuro è sempre meglio del passato”, confessa. Nelle pagine seguenti, come sempre, troverete le recensioni delle novità in libreria e lo spazio dedicato a un autore da riscoprire: questa settimana è Italo Cremona, pittore, scenografo e scrittore, nel ritratto che fa per noi Bruno Quaranta. Potete scriverci a robinson@repubblica.it e seguirci su Instagram (@robinson_repubblica), Twitter (@Robinson_Rep) e TikTok (@robinsonrepubblica).
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L’amore? È arcobaleno. Giugno è il mese del Pride con cortei e manifestazioni che coinvolgeranno quasi 50 città italiane (oggi anche a Roma). Mentre il Paese si spacca sulla gestazione per altri e le pubbliche amministrazioni ritirano i patrocini ai cortei, TikTok celebra il Pride Month con un hashtag dedicato, #Pride2023, che racconta le storie della comunità Lgbtq+. Su Booktok la questione è già risolta: i ragazzi e le ragazze vogliono essere liberi di amare e la letteratura queer spopola. #bookpride conta 2 milioni di visualizzazioni, #lgbtbook 20 milioni, #queerromance 80 milioni. Otto booktoker hanno scelto per Robinson otto letture per il mese del Pride. Leggete i loro consigli: romanzi contemporanei, graphic novel ma anche classici. In the name of (booktok) love.
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Perché la libertà fa paura Perché nessuno mette in discussione la libertà personale, ma estendere la libertà agli altri non è sempre una cosa così immediata. Così scrive, in un testo esclusivo per Robinson, la scrittrice americana Joyce Carol Oates che è una delle vincitrici del Taobuk Award per la Letteratura. Il premio sarà consegnato a Taormina il 17 giugno, oltre che a Oates, anche al premio Nobel Annie Ernaux e all’autrice iraniana Azar Nafisi. A Taobuk, l’importante rassegna che si tiene appunto a Taormina, dedichiamo l’apertura delle pagine. Troverete anche un focus su A tutto volume, tre giorni di incontri e spettacoli a Ragusa, mentre con lo scrittore Daniele Mencarelli ci spostiamo a Forlì dove si tiene un curioso festival dedicato a Caterina Sforza, nobildonna anticonformista che visse tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500. Infine, come sempre, un’ampia panoramica sulle tante iniziative letterarie in giro per l’Italia in questo inizio di estate.
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Felice Casorati, Conversazione platonica (1925), olio su tavola, collezione privata
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Felice Casorati è un artista che evoca narrazioni perché apre discorsi senza chiuderli; che raggiunge attraverso il simbolo una verità che non vuole essere realtà. La sua è una metafisica modellata sulle strutture di Cézanne, sugli impianti decorativi di Klimt e persino sulle fascinazioni di Kandinskij. Il tutto trasceso, interiorizzato, appoggiato in scenografie di interni maestosamente scarni come lo studio dell’artista, luogo della creazione e dell’altrove. E infine messo in musica, una musica segreta, allusa nella matrice comune che è la stessa della pittura. La mostra di Casorati alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo è raccontata su Robinson da Andrea Contin.
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Libri per ragazze e ragazzi
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Un’illustrazione di Lida Ziruffo per L’albero e la città (Clichy) di Luca Tortolini
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Ma a cosa serve un albero? Se lo chiede Luca Tortolini, autore di uno splendido volume illustrato sul tema, nelle nostre pagine dedicate a ragazze e ragazzi: quello che ha scritto per Robinson è un affascinante racconto, con echi rodariani, sul perché amare e preservare questi custodi della vita e della bellezza nelle nostre città. Ed è invece sulle difficoltà di crescere, ma in salsa ironica e umoristica, che si concentra l’ultimo capitolo della serie I Diari di Nikki di Rachel Renée Russell: a recensirlo è Ilaria Zaffino.
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Un momento di Beau ha paura (2023) di Ari Aster
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Quando uscì negli Stati Uniti Hereditary, il debutto alla regia di Ari Aster, si sparse la immediatamente voce che era nato un nuovo, formidabile autore, e iniziò un acceso dibattito su se la scelta dell’horror lo confinasse nel genere o se invece ne esaltasse il talento puramente cinematografico. Intervenne in prima persona Martin Scorsese a favore della seconda scuola di pensiero, e quando uscì Midsommar rimasero in pochi a relegare il suo lavoro nei confini del genere. Il recente Beau ha paura ha spiazzato sia gli uni che gli altri. “Non so se sia una strada nuova” spiega il regista ad Antonio Monda che l’ha intervistato per noi, spiegando la genesi del suo cinema e la sfida di lavorare a Hollywood fuori dalla logica del blockbuster.
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Una tavola di Nora Krug per L’era dei tiranni (Rizzoli Lizard) di Timothy Snyder
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Una guerra crudele insanguina l’Europa, e i populismi guadagnano terreno in molti paesi. Non c’è momento migliore per leggere L’era dei tiranni. Cosa ci ha insegnato il XX secolo? dello storico americano Timothy Snyder, nella nuova (strepitosa) edizione graphic novel illustrata da Nora Krug, in uscita il 13 giugno per Rizzoli Lizard.
Perché queste Venti lezioni, come recita il sottotitolo, per capire e contrastare le derive repressive assumono nella versione illustrata un’immediatezza e una forza nuove, chiamando in causa ciascun lettore. Nora Krug dialoga con noi da New York, dove vive, e inizia la conversazione su Zoom citando l’exergo di Leszek Kołakowski che apre il volume: “in politica essere ingannati non è una scusa”. Così l’illustratrice tedesca dopo Heimat, in cui indagava il passato della sua famiglia nella Germania hitleriana, parte di nuovo dalla storia del XX secolo per metterci in guardia sui pericoli del presente e del futuro.
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Marina Giaveri in un disegno di Riccardo Mannelli
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Nello Straparlando, Antonio Gnoli questa settimana intervista Marina Giaveri, filologa, traduttrice e studiosa di Colette e Valéry. Francesista, allieva di De Nardis, fu stregata da alcuni versi del Narcisse e sulla Senna si mise sulle tracce della scrittrice e del poeta, che frequentavano gli stessi salotti e da “artigiani superiori” tanto si stimavano. Poi dal saggio è passata al romanzo ma di sé dice: “Scrivere libri? Per me è un gioco del caso. Sono un animale da archivio. Non pensavo che i documenti mi avrebbero portato nel territorio della narrativa”.
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“Il grande vanto del governo, vedi, è il modo con cui ha affrontato il crimine in questi ultimi mesi.” Il racconto di Anthony Burgess nel suo romanzo distopico Arancia meccanica si avvia ormai verso la conclusione: Alex, l’ex capo della banda dei Drughi, ora ridotto a un tremebondo agnellino dalla feroce “cura Ludwig”, per sfuggire alle botte della polizia si è rifugiato, guarda caso, proprio nell’abitazione di una delle sue vecchie vittime, lo scrittore F. Alexander, da lui ridotto in sedia a rotelle, ma che ora gli offre per cena un fumante piatto di uova. “Reclutamento di giovani brutali e rozzi nella polizia. Produce una debilitazione della volontà negli arrestati”. Alex lo sa bene: lui ha patito il nuovo sistema, mentre i suoi ex complici sono diventati poliziotti, rimanendo violenti come prima. Ma Alexander è un oppositore del governo, e pensa di utilizzare la vicenda di Alex per far scoppiare uno scandalo. “Tu,” gli dice con uno sguardo spiritato, “sei un testimone vivente di queste diaboliche tecniche. La gente, la gente comune deve sapere, deve vedere. Sarà il governo stesso a decidere cosa è crimine e cosa non è? Chi oserà scontentare il governo?”.
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