IN RAI PRIMA IL BOSS ERA BAUDO ORA IL CAPOMAFIA E’ VESPA
L’auto-marchetta di “Bruno” sulla Rai grazie a “Giorgia”
NELLA MASSERIA – Vespa intervista Meloni e fa anche i “cinque minuti” in tv
E così, messa la Rai in saccoccia, com’è nello stile della procedura politica, la premier si è lasciata intervistare dal giornalista selezionatore. Bianco panna il suo vestito, in pendant con la tela leggera delle pagode che la ospitavano sul prato inglese davanti ai filari delle uve del Primitivo, il vino di Manduria. Nero di tristezza il suo animo: “Ho chiamato la madre di Giulia, la ragazza incinta accoltellata dal papà del bimbo mai nato. Ho parlato da mamma a mamma. Solo una madre infatti può capire”. Poi, in un modo effettivamente casuale, Giorgia, sempre colloquiando “con te Bruno”, ha un pensierino persino per Elly, diciamo da sorella maggiore. “Schlein dice che c’è aria di autoritarismo. Non dovrei essere io a darle questo consiglio, ma dicendo queste cose continuerà a perdere”.
Dunque la premier, nel giorno in cui Vespa fa le veci del presidente della Repubblica e convoca in campagna il comitato interministeriale (sebbene Mattarella non si sia mai sognato, dobbiamo pur dirlo, di obbligare i ministri a un picnic nella tenuta di Castelporziano) sente il bisogno, nel ruolo di politico vincente e finalmente affluente, di dare una mano o almeno un consiglio anche all’opposizione.
Così l’intervista di Vespa declina verso i dirupi degli ossimori estremi. Succede quando le chiede di dire due parole sulla destra polacca e ungherese, mal sopportata da Bruxelles. Meloni: “Quelle sono democrazie fragili perché sono state per troppo tempo sotto il tacco sovietico”. Dunque, è colpa dei comunisti se lì ci sono i fascisti ancora vivi e piuttosto vegeti. L’uditorio (visto in prima fila anche il banchiere Fabrizio Palenzona), attento e zeppo di buoni propositi, di amichevoli cenni di sostegno e di un battimani soffice ma affettuoso.
Meloni alla masseria di Vespa ripete ciò che ha detto il giorno prima, quell’altro ancora prima e così via. Nulla di nuovo, ma è qui ad omaggiare “Bruno” (tre volte l’ha chiamato per nome) e dunque a far finta che le cose vecchie siano nuove. Vespa le ha chiesto della guerra e lei, interrompendolo: “Mi dicano cosa intendono per missione di pace”. Bruno, nel passato sempre molto connesso col Vaticano (è anche inquilino prestigioso della dimora romana d’altura dietro piazza di Spagna di proprietà di Propaganda Fide) questa volta ha sorvolato dimenticando persino di riferire che nei giorni scorsi a Kiev è giunto il presidente della Conferenza episcopale Matteo Zuppi su incarico del Papa proprio per avviare la missione di pace sulla quale la premier italiana non scommette un euro. Niente, Vaticano non pervenuto, zero carbonella.
E allora ciao. Giorgia ha salutato, nel frattempo prendeva posto al corner stampa Francesco Lollobrigida, Lollo per gli amici, ministro un po’ portavoce e un po’ cognato.
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)