Fare rete per fermare il progetto eversivo del ddl Calderoli
Uno spettro si aggira non per l’Europa ma per l’Italia. E non si tratta del comunismo, come scriveva Marx per l’Europa. Si tratta del progetto di regionalismo differenziato portato avanti dalla Lega e che si fa strada con il governo del premier Giorgia Meloni nel quasi totale disinteresse generale. Ieri, nella giovane sede del Movimento 5 Stelle di Caserta a via S. Carlo 22, è stato promosso sul tema un incontro con l’ex presidente della Camera Roberto Fico e altri esponenti del movimento. Introdotto e coordinato da Carmela Mucherino, assessore alla transizione ecologica della città in quota M5S, l’incontro ha avuto inizio con i saluti istituzionali del sindaco Carlo Marino che ha dichiarato l’importanza della difesa del Paese nel contrastare il ddl Calderoli come ha già fatto l’Anci Campania, di cui è presidente, invitando i 550 consigli comunali della regione a una mobilitazione serrata con l’approvazione di atti di indirizzo che prendano le distanze dal progetto del ministro Calderoli. L’intervento di Enrica Alifano, avvocato e deputato M5S alla Camera, ha messo in rilievo il pericolo di questo ddl, attualmente all’esame del Senato, nel massimizzare le differenze tra le regioni, aggravando proprio la posizione di quelle del Sud e in particolare della Campania, regione che presenta la spesa pubblica “allargata” pro capite più bassa del Paese (24 mila euro in Valle d’Aosta, qui meno di 12 secondo l’Agenzia per la Coesione). Anche l’intervento dell’onorevole Agostino Santillo è stato centrato sul nodo cruciale della determinazione attesa dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e dei sevizi che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. A questo scopo ricordiamo che il governo ha istituito con la legge di bilancio 2023 una Cabina di regia composta dai ministri competenti e dai Presidenti della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, dell’UPI e dell’Anci, che dovrà provvedere, entro il 31 dicembre 2023, a individuare le materie che sono riferibili ai LEP e alla ricognizione della normativa statale e delle funzioni esercitate dallo Stato e dalle regioni in ognuna delle materie di cui all’art. 116 terzo comma della Costituzione. Tuttavia – ha sottolineato Santillo – il ddl Calderoli sembra contemplare procedure discutibili sul piano della legittimità costituzionale non prevedendo un coinvolgimento delle Camere neanche in sede consultiva nel procedimento di adozione dei DPCM di determinazione dei LEP e dei correlati costi e fabbisogni standard, diversamente da quanto previsto dalla legge n. 42/2009 (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale). Inoltre, punto centrale della valutazione critica espressa, l’intero processo è vincolato dall’invarianza finanziaria. Ma se la spesa resta invariata è inevitabile che resti intatto o peggiori il divario territoriale, cristallizzando le diseguaglianze che già ci sono. Invece quello che occorrerebbe è un fondo perequativo e risorse aggiuntive come dichiarato da SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno), risorse “che consentano all’Italia centro-meridionale di recuperare, sulla base dei costi standard, i ritardi ingiustamente accumulati negli ultimi vent’anni”. Di seguito Roberto Fico ha con forza messo in rilievo la gravità di questo momento per il Paese, considerando la riforma antistorica e determinante un problema di tenuta del nostro Stato. Fico ha sottolineato come la Commissione europea ha valutato a rischio i conti pubblici con l’autonomia differenziata, e lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio del Senato è stato fortemente critico in questi giorni sul ddl Autonomia perchè potrebbe portare un aggravio per le casse dello Stato e aumentare le disparità nei LEP, così come già espresso dal Servizio di bilancio dello Stato in una nota precedente che aveva fatto infuriare Calderoli. Mentre per Fico occorre con urgenza che i sindaci sia del Sud che del Nord, si attivino in questa battaglia perchè il regionalismo differenziato spacca il paese e svuota la Repubblica delle sue competenze in materie fondamentali. E in questa prospettiva – continua Fico – acquista significatività sul piano dell’alleanza possibile con il PD il “laboratorio politico” attivo nel governo della città di Napoli con l’amministrazione Manfredi: “ogni alleanza non può che ancorarsi a un no convinto all’autonomia differenziata”. Intanto c’è da ricordare che 106mila firme sono state raccolte e presentate al Senato in favore di un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare per fermare il progetto “secessionista” dell’autonomia differenziata.
L’articolo Fare rete per fermare il progetto eversivo del ddl Calderoli proviene da BelvedereNews.