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Attualità

I ragazzi di San Leucio regalano a mister Spalletti la loro opera.

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I ragazzi di San Leucio regalano a mister Spalletti la loro opera.

Identità e meridionalismo in un gesto.

di Lucia Di Mauro

Napoli 8 giugno 2023

La frammentazione identitaria del Mezzogiorno è cosa nota. Quante volte abbiamo ascoltato, anche da parte di intellighenzie istituzionali, affermazioni del tipo “Bari non è Palermo”, “Salerno è altro da Napoli”? Sembra che il sud, ignaro d’essere stato per 731 anni un’unica nazione, voglia dimenticare se stesso, voglia sotterrare le radici comuni fino a soffocarle, affermando la propria appartenenza solo a quei territori, posti al di sopra della Linea Gotica, come riscatto di civiltà, come distanza dalla vergogna che appare l’unico elemento pervasivo in tutti i figli del sud.

Ogni forma valoriale diventa ascrivibile ad alcuni territori e non ad altri. Così le “maniche rimboccate della gente del nord” diventano icona di produttività ed indipendenza, al contrario “il divano su cui poltrire” è rappresentativo di un sud dipendente e parassitario; così il bambino meridionale “si affeziona” alle squadre del nord perché vincenti, mentre il tifo per una compagine meridionale significherebbe vivere lo sport, nella fattispecie il calcio, sempre nelle retrovie.

Il “tranfert” del sentimento identitario con territori a cui non si appartiene è un grave danno, in quanto sfornente di quegli strumenti culturali che possano consentire l’emancipazione mentale dalle narrazioni falsate da parte di realtà esterne; per meglio dire, la conoscenza della nostra storia e cultura permette di districarci ed affrancarci dal racconto che altri fanno di noi.

L’identità , come qualcuno vorrebbe, non è un concetto arbitrario, per cui è possibile d’improvviso abbandonare ciò che si è stati e diventare altro da sé, l’identità è un processo evolutivo, che non cambia ma si innesta, fondendosi ed intersecandosi con il precedente, e a volte rielaborando in modo singolare le caratterizzanti specificità del proprio passato.

Dunque pretendere di cancellare le tracce dell’identità complessa, ricca ed articolata del Mezzogiorno è irrealistico, come dimostra quanto è accaduto nel Centro sportivo di Castel Volturno, sede ufficiale di allenamento della squadra partenopea. Il primo giugno, infatti, in tale località, gli studenti del Liceo Artistico di San Leucio hanno consegnato un ritratto, da loro eseguito, del Mister campione d’Italia allo stesso Spalletti.

L’omaggio di questi giovani all’allenatore del calcio Napoli non è solo un riconoscimento alla magnifica impresa della conquista dello scudetto  ma soprattutto è un sintomo rilevatore d’una realtà sociale che nel sud va trasformandosi: dallo spezzettamento alla coesione tra i diversi territori, che si riconoscono puzzle dell’unico grande disegno storico, artistico, culturale e sportivo, raffigurante il Mezzogiorno italiano.

Il coach dei partenopei ha ringraziato i ragazzi con queste parole: “Stamani sono venuti a trovarmi questi amici del liceo artistico “San Leucio “ di Caserta, hanno fatto un quadro che addirittura m’hanno fatto meglio di quello che sono e sono davvero bravi per cui lo prendo volentieri e gli faccio i complimenti per la loro qualità, grazie”.

E anche noi vogliamo ringraziare sia questi ragazzi, speranza e orizzonte del futuro sud, sia mister Spalletti per il “regalo” che ha donato a questa terra, rendendola sempre più consapevole ed orgogliosa del proprio valore; certo lui non lo sa, ma, per un anno, è stato un grande “meridionalista!

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