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Caserta: Allevatori bufalini disperati tornano ‘alla carica’ invocando il commissariamento

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Il Coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino ha divulgato le seguenti Precisazioni sulla questione della rappresentanza e il ruolo dei Presidenti Regionali dei sindacati: come spiegano i ricorsi fatti dai loro iscritti e dalle loro sedi al Piano? La Regione, dopo aver ignorato le proposte degli allevatori, le attribuisce alle Organizzazioni Agricole. Vergogna.

Il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio, sabato ha chiarito in Conferenza Stampa che, per risolvere i problemi delle zoonosi occorra il contributo di tutti i diversi soggetti portatori di interessi in una iniziativa collegiale che va condivisa fra le istituzioni, il mondo tecnico scientifico e i soggetti sociali a diverso titolo chiamati alla responsabilità.

Il Coordinamento, conseguentemente, propone l’apertura di un confronto finalizzato a condividere le soluzioni non solo delle rappresentanze degli allevatori ma, anche, di quelle degli artigiani trasformatori, degli industriali del latte e della carne, dei sindacati dei lavoratori, dei sindaci (che sono l’autorità sanitaria prima sul territorio), dei ricercatori, dei distributori e dei cittadini/consumatori; un confronto, dunque, che rafforzi la capacità di reazione di tutta la comunità per affrontare e risolvere un problema di cui sono chiarissimi tutti gli aspetti tecnici e per cui, semmai, serve mettere a punto procedure e metodi di iniziativa efficaci e finalmente capaci di risolvere un problema che si trascina da troppo tempo.

La visione della Regione Campania che ritiene di avere assolto ai suoi doveri perchè avrebbe il consenso delle 4 associazioni di categoria che siedono nel Tavolo Verde (Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Copagri) è vecchia, inadeguata, perdente e incapace di coinvolgere una società molto più complessa di come viene letta dalle stanze chiuse di una burocrazia ormai anacronostica” ha sostenuto in Conferenza stampa ieri Gianni Fabbris per dire che “bisogna andare oltre, trovare altre strade visto che quelle della chiusura hanno fallito e allargare il coinvolgimento e la partecipazione se vogliamo davvero risolvere i problemi di una pandemia. Il punto non è mettere in discussione il Tavolo Verde che è uno strumento politico con cui la Regione contratta la distribuzione delle risorse e definisce con i Presidenti di quelle Associazioni le sue scelte in materia di agricoltura, il punto è prendere atto che serve altro perchè quell’approccio è sbagliato a maggior ragione nei confronti di una zoonosi che coinvolge tutta la società e l’intera filiera produttiva che non può essere rappresentata semplicemente da 4 Associazioni di Categoria degli agricoltori”.

Oggi il Coordinamento Unitario torna sulla questione della rappresentanza e nel merito della posizione di quelle 4 associazioni sottolinea: “Noi non mettiamo in alcun modo in discussione la legittimità del Tavolo Verde ad operare, semplicemente non siamo interessati a parteciparvi secondo il Principio per cui la Rappresentanza sindacale è libera e garantita dall’articolo 39 della Costituzione e nessuna norma obbliga i sindacati a sedere nel Tavolo Verde così come nessuna norma obbliga la Regione ad ascoltare solo il loro parere. E’ un loro problema quello di spiegare (se vorranno) come sia possibile che tanti loro iscritti protestino contro le scelte che i loro Presidenti Regionali avvallano. Non solo le proteste di questi ultimi due anni sono state animate da allevatori iscritti a tutte e 4 quelle organizzazioni (a centinaia con i loro trattori nelle strade) ma  molti di loro si sono persino costituiti formalmente contro il Piano sottoscritto e difeso a spada tratta dai Presidenti Regionali di Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Copagri. E’ il caso di ricordare che in questo momento pendono in attesa di giudizio presso il TAR della Campania 3 ricorsi. Il primo ricorso è stato presentato da circa un centinaio di allevatori e patrocinato dall’Avv. Mario Luciano, il secondo ricorso è stato presentato da 4 Organizzazioni (Altragricoltura, Soccorso Contadino, SIAAB, Ass. Tutela Allevamento Bufala Mediterranea e Lega Bufalina) insieme a circa 40 imprese che hanno partecipato a titolo individuale, il terzo ricorso è stato depositato dalla Sezione Provinciale di Confagricoltura Caserta insieme a circa 25 imprese”.

Fabbris, nel ricordare che nelle settimane scorse ha ampiamente documentato la consistenza dei numeri che le 23 associazioni che fanno parte del Coordinamento Unitario esprimono, conclude: Faccio notare che fra le imprese che hanno sottoscritto direttamente a titolo individuale il ricorso contro il Piano e i numeri delle Associazioni che lo hanno sottoscritto in rappresentanza delle imprese che associano, sono oltre trecento le aziende che hanno formalizzato la richiesta di rigettare il Piano della Regione approvato dalle Associazioni che il Presidente della Regione ama chiamare maggiormente rappresentative. Faccio anche notare, a proposito di cose che le Organizzazioni Professionali che siedono nel Tavolo Verde dovrebbero chiarire, che la Confagricoltura Provinciale di Caserta che si è costituita contro il Piano al TAR, è parte di una delle Associazioni il cui Presidente Regionale, invece, dice di essere d’accordo con il Piano (in nome di chi?)”.

La Regione dovrebbe smettere di usare strumentalmente la questione del Tavolo Verde e accettare il confronto anche con quelle realtà sindacali che non sono d’accordo con quelle scelte anche perchè, cosi, eviterebbe la figuraccia appena fatta (una settimana fa) quando ha sostenuto di accettare le proposte avanzate dal Tavolo Verde. Come si vede da due dei diversi documenti con cui il Coordinamento ha avanzato proposte chiare sia in merito alla vaccinazione, che all’autocontrollo, che agli indennizzi ed al mancato reddito e alla messa in campo di un Centro di Ricerca e Sperimentazione sulla fisiologia della Specie Bufalina e sulla valorizzazione di un patrimonio unico al mondo lasciato nelle mani della approssimazione e della sciatteria delle iniziative fin qui assunte.

Il primo documento (inviato via pec alla regione) è datato dicembre 2021 e si riferisce ad una prima serie di proposte; il secondo documento è datato metà gennaio 2022 ed avanza proposte dettagliate.

Quelle proposte (pubbliche) sono solo una parte di quanto avanzato dagli Allevatori del Movimento e se la Regione si fosse seduta al Tavolo come tante volte invitato a fare, avrebbe risparmiato alle aziende, al territorio ed agli animali tante inutili sofferenze che ha dovuto sopportare.

La Regione, 19 mesi dopo ma il giorno prima della riunione che si sarebbe dovuta tenere mercoledi scorso al Ministero della Salute dice di aver fatto sue le proposte che ora, improvvisamente, sarebbero state avanzate da quelle Organizzazioni da sempre contrarie alla Vaccinazione, all’autocontrollo ed alle altre proposte da sempre pubblicamente sostenute dal Movimento.

A parte l’evidente strumentalità e lo spaventoso ritardo con cui viene fatto l’ennesimo annuncio con nessun atto concreto, siamo di fronte alla rincorsa affannosa del Movimento degli Allevatori e delle sue ragioni.

Cosa altro si aspetta a commissariare?

Per approfondimenti: https://altragricoltura.net/coordinamento-bufale/il-ruolo-del-tavolo-verde-il-suo-uso-strumentale-e-le-proposte-degli-allevatori/

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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