Caiazzo. Cimitero, squarci in vari viali e mura portanti, sebbene ‘rafforzate’: ‘tutto sotto controllo’?
Cimitero, squarci in vari viali e mura portanti, sebbene “rafforzate”: “tutto sotto controllo”?
È la domanda, classica da cento pistole, che maliziosamente (si) pone il giornalista Giuseppe Sangiovanni che già anni, addietro ha basato la graticola mediatica di un sindaco, di ben altra caratura, sul camposanto caiatino, i suoi “nuovi” loculi, clamorosamente più piccoli delle bare che avrebbero dovuto contenere, e il fetore conseguente alla loro chiusura con esigui pannelli di “simil-paglia”: rimedio rivelatosi ben peggiore del male, al punto da costringere più volte l’ASL a chiudere il luogo sacro, per scongiurare infezioni diffuse.
Il tutto dopo il fallimentare espediente di segare la parte eccedente delle bare, poi rimediando, in attesa di soluzione (rectius: menti idonee), con l’inumazione dei defunti più “voluminosi”.
Se allora, anche all’estero, molti risero di Caiazzo e della sua ilare, ma sconcertante cronaca, tanto per non cambiare approdata su vari media e rimbalzata anche oltre Oceano dalla RAI (i lettori meno giovani dovrebbero sapere del contraddittorio in diretta telefonica dal cimitero, fra Oliviero Beha e il sindaco pro tempore che, rinchiuso nel palazzo, si ostinava a negare, finchè la “spalla” di Sangiovanni non si fece immortalare in una bara, misurandone la larghezza con lo stesso metro usato da Beha, così dimostrando l’esiguità dei loculi), ora la cosa semra molto più seria.
Almeno per chi ipotizza un cedimento strutturale, per ora solo in fase iniziale, ma che se non fantasioso, presto potrebbe trascinare mezzo camposanto verso la sottostante area, spianata e “disalberata” per far spazio alla nuova “ala” cimiteriale, dicono in spregio delle più basilari norme idro-geologiche, lo stesso spregio che qualche mese addietro avrebbero determinato il crollo del muro contenitore del parcheggio esterno al cimitero, poi ricostruito a spese del solito pantalone e, dicono sempre, a beneficio della solita impresa.
Potrebbe essere, quindi, un problema che non si porrà prima della tornata elettorale, ormai imminente, ma le conseguenze del quale potrebbe determinare un indebitamento, per le casse comunali, cioè per i contribuenti, ben superiore a quello scaturito dal milionario contenzioso con un’altra impresa e, quindi, al dissesto finanziario, cioè indebitamento, a causa del quale, già da alcuni anni, tutti i tributi comunali sono stati elevati al massimo possibile; consolazione: non potrebbero essere più aumentati se arrivasse un commissario, anche se molti, per indurre al voto, si guardano bene dal farlo rilevare, ma tant’è.
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