Oggi il governo terrà un Consiglio dei ministri, per varare un decreto con cui cancellare il reddito di cittadinanza e il decreto dignità. Ma il presidente della Repubblica Mattarella ha avvertito: “Il lavoro precario stride con la crescita”. Che ne pensa

Il governo resta sulla linea seguita finora, ossia quella di attaccare le persone più in difficoltà. L’assalto a due provvedimenti del M5S come il reddito e il decreto dignità, che ha prodotto oltre 200mila contratti a tempo indeterminato, confermano la disumanità di questo esecutivo sulle questioni sociali. E fissare un Cdm il 1° maggio è una chiara provocazione.

Perché il governo avrebbe questa linea

Per ideologia. Le destre ritengono che chi non lavora sia colpevole di non volerlo, un mestiere, e che debba accettare a prescindere qualsiasi lavoro, qualunque sia la paga o il luogo dove svolgerlo. Ma non dicono una parola sui privilegi delle multinazionali e non vogliono neanche discutere di tassare gli extraprofitti. Al contrario, cancellando il reddito danneggiano innanzitutto i giovani e i 50enni colpiti dalla crisi.

Ma come si possono contrastare queste politiche? Scendendo in piazza

Sì, credo sia legittimo manifestare e mobilitarsi contro le politiche del governo. Possono farlo tutte le forze sociali e politiche che ritengono queste scelte dannose e pericolose per l’Italia.

Lei sta girando il Sud per iniziative contro l’autonomia differenziata. È così pericolosa

È un progetto antistorico e dannoso anche per le imprese del Nord. Di fronte a un mercato globale, frammentare le competenze e aumentare la burocrazia può solo essere nocivo per gli imprenditori. Che senso ha avere una Regione con la competenza su dieci materie e un’altra competente su cinque? Questo regionalismo differenziato sfavorisce in maniera evidente il Sud, ma danneggia anche il Nord.

Il Pd e i 5Stelle non sono mai sembrati così distanti tra loro, anche su temi come l’inceneritore di Roma.

Con il Pd abbiamo appena chiuso un accordo in Molise, dove sosterremo assieme come candidato alle Regionali il sindaco di Campobasso, il 5Stelle Roberto Gravina. Dove ci sono temi e obiettivi comuni si può andare avanti assieme. E comunque sul salario minimo c’è la convergenza di tutte le forze progressiste. Il nostro avversario sono le destre.

I dem vi accusano di aver stretto “un accordo di potere” con la maggioranza sulle magistrature speciali, in cui è rientrato anche l’ex Guardasigilli Bonafede.

Credo che non sia una buona idea scendere su questo terreno, altrimenti finiremmo per parlare di tante nomine passate. Noi abbiamo trovato un accordo su Bonafede, perché è stato un ottimo ministro della Giustizia. Il problema, casomai, sono stati i pochi nomi concessi alle opposizioni.

La lettera di Meloni al Corsera sul 25 aprile ha riscosso il plauso di Giuseppe Conte. Ma al senatore del M5S Roberto Scarpinato non è piaciuta per nulla.

A volte il tema del fascismo e dell’antifascismo ci porta a non parlare di questioni centrali come il lavoro e i migranti. Dopodiché questo governo sull’argomento è spesso titubante. Ma la Carta è antifascista, lo Stato italiano è antifascista, e anche noi 5Stelle lo siamo.

Il M5S è di sinistra o progressista, come ama definirlo Conte?

Il M5S insiste da sempre su temi come l’acqua pubblica, i beni comuni, la transizione ecologica e la tutela dei più deboli. E sono le proposte della sinistra moderna.

Lei la assumerebbe un’armocromista, come ha fatto Schlein?

(Sorride, ndr) Ognuno ha il diritto di lavorare come meglio crede.

La segretaria del Pd vuole impedire un terzo mandato in Regione Campania di Vincenzo De Luca. Magari per fare spazio a Fico?

Mancano due anni alle Regionali, non ha senso parlarne. Il mio nome non è minimamente sul tavolo.

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