Alife. Elezioni locali, De Felice denuncia: ‘Comune, dissesto finanziario dichiarato’
L’avvenuto dissesto… l’enorme danno e il continuo inganno!
Come è ben noto a tutti i cittadini di Alife che ne abbiano memoria, il “dissesto” dichiarato nell’aprile del 2017 dall’allora Sindaco Cirioli era stato motivato come “inevitabile” perché vi sarebbero stati oltre 10 milioni di debiti insanabili;
quindi, entro le pieghe normative ma ben oltre l’etica democratica, con soli 5 Consiglieri presenti su 13, ed in seconda convocazione, veniva dichiarato il DISSESTO, senza nemmeno provare preventivamente ad attivare (come sarebbe stato più cauto, da buon “padre di famiglia”) lo strumento preventivo del predissesto (che la norma mette a disposizione proprio per cercare evitare il dissesto e non portare estremi disagi ed aumenti di tasse ai cittadini).
Bene (anzi male!), nulla da dire se i numeri negativi tanto pubblicizzati all’epoca fossero rimasti tali; invece, oggi, dopo 6 anni dall’aprile 2017, sabato scorso (29/04/2023) sul palco del comizio durante la campagna elettorale in corso per la elezione del nuovo Sindaco e della nuova Amministrazione comunale, lo stesso Cirioli (oggi alla seconda candidatura a Sindaco dopo che nel 2017 venne sfiduciato) ha enunciato due numeri che da soli SMENTISCONO l’enorme, grave e distorto scenario paventato all’epoca del dissesto:
– 1.046.000,00 euro effettivamente liquidati dalla OSL (organismo ministeriale gestore della liquidazione e chiusura del dissesto) a tutto il 31.12.2022;
– 550.000,00 euro circa per le rimanenti transazioni da definire nel 2023;
la cui somma è circa 1,6 milioni (MLn) di euro; trattandosi di transazioni medie al 50% dell’importo di debito originario si può facilmente desumere, senza tema di smentita, che la massa debitoria accertata dalla OSL è di 3,2 MLn (e non oltre 10 MLn come dichiarati e annunciati nella delibera dell’aprile 2017).
Ma vi è di più.
L’aver voluto perseguire direttamente la strada del dissesto ha determinato, purtroppo, una serie di conseguenze negative (come qualsiasi procedura fallimentare), tra cui, senza pretesa di esaustività e/o prevalenza:
● aumento alle aliquote massime di tutti i tributi comunali e delle addizionali sui redditi, che i cittadini ben conoscono perché subiti direttamente durante questi ultimi 6 anni;
● blocco delle assunzioni per l’amministrazione comunale, con conseguenze disastrose sull’efficienza della macchina amministrativa e delle altre attività straordinarie che un Ente ha facoltà di porre in essere;
● parziale prescrizione dei tributi ancora da incassare alla data di dichiarazione del dissesto;
● ingente costo della stessa OSL, a carico del Comune, riassumibile in non meno di 300 mila euro (tra compensi e rimborsi spese).
Quindi, la domanda che oggi ci si pone, alla luce dei predetti numeri accertati, è: ma con soli 3,2 milioni di massa debitoria perché il Comune di Alife, con le sue dimensioni, fu portato al dissesto?
La risposta di oggi non può che essere: la scelta di allora fu in gran parte determinata dalla “incapacità” di assumersi responsabilità proprie di pubblico amministratore e dalla “fobia giustizialista“.
In conclusione è semplice affermare che non si può “consegnare” nuovamente l’amministrazione del Comune di Alife a chi, pur alla luce dei numeri accertati di oggi, persevera in maniera ingannevole a difendere le sue scelte sbagliate di allora e che tanti danni ha già procurato alle “tasche” dei cittadini alifani.
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