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RnS. Contaldo: “Cuore, mani e piedi per servire il Signore e la Chiesa nelle sfide di oggi”

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“Un incarico inaspettato, era previsto che potessi essere in un ruolo apicale del Movimento, ma non pensavo il presidente, la volontà di Dio mi ha sorpreso. Di fronte a questo grande impegno che il Signore mi chiede mi sento piccolo”. Con semplicità e umiltà, il nuovo presidente di Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Giuseppe Contaldo, racconta al Sir i sentimenti che prova di fronte al nuovo servizio a cui è stato chiamato. Infatti, è stato eletto durante l’Assemblea nazionale a Sacrofano (24-26 marzo), per il rinnovo degli organismi pastorali di servizio del livello nazionale, succedendo a Salvatore Martinez, alla guida del Movimento dal 1997. Nato a Pagani (provincia di Salerno e diocesi di Nocera Inferiore-Sarno) il 6 luglio 1970, nel 1986 ha ricevuto la preghiera di effusione. È componente della Consulta delle aggregazioni laicali e del Forum regionale delle famiglie della Campania. Segretario della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, nel 2021 è stato nominato notaio aggiunto del Tribunale per le cause dei santi della stessa diocesi. È stato coordinatore di RnS per la diocesi di Nocera Inferiore-Sarno dal 2005 al 2010 e, dal 2015, è stato il coordinatore regionale della Campania, dove “c’è una vivace realtà carismatica con 220 gruppi”. È dirigente di risorse umane presso aziende di rilievo nazionale con un elevato numero di dipendenti (300/500) e consulente abilitato iscritto presso l’Ordine dei consulenti del lavoro di Salerno.

(Foto Paolo Zunino e Antonella Di Coste)

Come è iniziato il suo cammino con RnS?

Mi sono avvicinato all’esperienza di RnS a livello parrocchiale nel 1986, da adolescente, grazie a un padre redentorista presso la basilica di Sant’Alfonso Maria de Liguori a Pagani. Per diversi anni sono stato responsabile dei giovani nella mia comunità. Successivamente sono stato eletto coordinatore diocesano di Nocera Inferiore-Sarno. La diocesi conta circa 18 gruppi presenti su tutto il suo territorio. A una Convocazione diocesana invitai padre Raniero Cantalamessa, che accolse l’invito, per me fu una grande gioia. All’epoca padre Raniero teneva una rubrica nella trasmissione “A Sua immagine” e venne con tutta la troupe della Rai. Parteciparono oltre 2mila persone. Poi sono diventato coordinatore regionale e alla scadenza del mandato sono stato rieletto. Nel primo mandato invitai il card. Angelo Comastri in una Convocazione posta sotto il segno di Maria, era la prima domenica di ottobre, quando si recita la supplica alla beata Vergine del Rosario di Pompei. Facemmo un collegamento in simultanea tra il santuario di Pompei e la nostra Convocazione, che ebbe più di 10mila partecipanti. Alla fine del primo mandato, prima di tornare nella quotidianità e nel silenzio della vita comunitaria, mi ero fatto la promessa di andare in pellegrinaggio in Terra Santa. Ma il Signore mi ha sorpreso ancora una volta quando sono stato riconfermato nel coordinamento regionale. Intanto, avevo un invito sospeso rivolto al card. Pietro Parolin a venire in Campania. Mentre ero in Terra Santa, sulla spianata del tempio a Gerusalemme, sono stato contattato dal card. Parolin, che chiedeva di questo incontro regionale, che si è realizzato in occasione della nostra Convocazione a ottobre 2019, che ha contato una presenza di oltre 12mila partecipanti. Dopo due mandati da coordinatore regionale ringraziavo il Signore per quanto mi ha permesso di vivere con la gioia in questo servizio offerto, convinto che il mio impegno fosse finito e disponendomi a un ritorno alla vita quotidiana e comunitaria all’interno del mio gruppo. Invece è arrivata dal Signore questa nuova richiesta di mettermi a disposizione. In prossimità dei rinnovi a livello diocesano, regionale e nazionale ci sono delle segnalazioni, che esprimono la volontà dal basso e che restano segrete se non al Comitato nazionale. In Italia sono presenti 1.600 gruppi. Il Comitato nazionale, dopo che ha raccolto le segnalazioni, subito prima del voto, raccoglie la disponibilità dei segnalati a un servizio nazionale. Per me è stata una sorpresa ma il Comitato mi ha invitato a porre ancora una volta la mia vita nelle mani di Dio, ma non avrei immaginato mai la presidenza.

Quando con l’elezione è venuto fuori il mio nome, l’ho accolto con stupore,

ma il Comitato mi ha fatto osservare che questa era la volontà di Dio, manifestata anche in modo palese, e mi ha incoraggiato.

La sua è stata un’esperienza ricca ecclesialmente…

Giunto alla fine del mio secondo mandato come coordinatore regionale, mi ero pacificato nel cuore ringraziando il Signore, per quanto i miei occhi hanno visto, quanta bellezza, ma anche quanto sacrificio e fatica hanno richiesto i momenti organizzativi, ma ho sempre pensato che anche se ci fosse stata una persona sola sarebbe valsa la pena. Voglio ricordare un’immagine straordinaria quando è venuto il card. Parolin: un anziano, con un foglietto in mano e le lacrime agli occhi, si avvicinò chiedendo una preghiera per la moglie. Gli uomini della sicurezza cercarono di allontanare il vecchietto, ma il cardinale disse di lasciar avvicinare l’anziano e, in risposta alla richiesta di una preghiera per la moglie, scrisse sul foglio: “Il Signore provvederà a ogni tuo bisogno, ascolta la preghiera”. Riconsegnò il foglietto e abbracciò il vecchietto. È stato un momento molto emozionante e ho pensato quanto è bella la Chiesa. Tante volte noi pensiamo a queste persone in ruoli istituzionali forti, ma poi vediamo il cuore di padre. Quando ci siamo congedati, ho ringraziato il card. Parolin per questa sua bellezza fraterna attraverso la quale mi ha fatto vedere la bellezza della Chiesa, che sa manifestare la tenerezza di una madre verso i suoi figli.

Lei ha anche impegni a livello diocesano…

Ho frequentato un corso teologico triennale a livello diocesano per operatori pastorali e ho fatto una tesi sullo Spirito Santo nella vita della Chiesa, il cui relatore è stato l’attuale arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, mons. Franco Alfano. Quando nella mia diocesi stava per fare il suo ingresso il nuovo vescovo, mons. Giuseppe Giudice, la segreteria che preparava l’ingresso mi ha chiamato a coordinare, accogliere, salutare il vescovo come laico. Lì è iniziata l’esperienza a livello diocesano fino alla richiesta di costituire insieme ai sacerdoti la Consulta delle aggregazioni laicali. Io considero per me tre realtà come “madre”: la diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, la parrocchia Sant’Alfonso Maria de Liguori e il gruppo Sant’Alfonso Maria de Liguori; tutte e tre queste realtà infatti mi hanno generato alla fede in Cristo Gesù. Il tutto dentro un’esperienza sinodale, di comunione, di condivisione.

Quando è stato eletto presidente di RnS cos’ha provato?

Dopo l’elezione a presidente di RnS, ho chiesto al Signore: perché proprio a me? Coloro che mi hanno preceduto, sono padri nella fede che hanno dato al Movimento di RnS una crescita straordinaria. Ho pensato anche all’imprevedibilità di Dio, quanto sono imperscrutabili le Sue vie.

Di fronte a questo mistero io non posso fare altro che chinare il mio capo e dire avvenga in me la volontà del Signore.

Il mio “eccomi” l’ho messo non solo nelle mani di Dio e di Maria, ma della comunità che mi ha eletto. Mi affaccio a questo servizio con sentimenti di timore e tremore, per quella che è l’opera di Dio che va portata ai fratelli con delicatezza, ma c’è anche tanta speranza perché sono certo che Dio condurrà il Suo popolo, la Sua Chiesa e sarà Lui a sostenermi e guidarmi nel servizio. Da parte mia l’impegno ci sarà proprio come segno di assunzione di responsabilità davanti a Dio e ai fratelli. Il mio sì, il mio sacrificio, con la presenza laddove è chiesta, ci sarà a tutti i costi. Al Signore che mi ha voluto in questo, dico grazie, come alla Sua Sposa, la Chiesa: mi metto al servizio di questa meravigliosa opera di Dio.

(Foto Paolo Zunino e Antonella Di Coste)

Qual è l’eredità di Martinez?

Da Martinez prendo un’eredità “pesante”. Dico al Signore: “Di fronte a questi giganti della fede, hai chiamato proprio il più piccolo rispetto all’opera meravigliosa che è RnS”. Salvatore Martinez per tanti anni è stato profeta, ispiratore, apripista, alla guida del Rinnovamento abbiamo avuto un uomo ispirato da Dio e condotto con l’unzione forte dello Spirito Santo. Rispetto a questa eredità chiedo al Signore di mantenere quello che abbiamo, di non perdere nulla di questo tesoro, ma, come dice la Scrittura, dobbiamo attingere dal tesoro che abbiamo nuove ricchezze e nuove esperienze.

Di fronte alle sfide attuali RnS come si pone?

Dobbiamo rispondere facendo riferimento a tre dimensioni: cuore, mani e piedi.

Il cuore deve ridestare l’ardore e il desiderio di fare un’esperienza viva del Cristo e al tempo stesso il desiderio di servire il Signore nella Chiesa e attraverso i fratelli. Un cuore innamorato di Dio. Quindi riprendere l’ardore della prima ora nella vita dei gruppi, dei Cenacoli e delle comunità, ritornare al fervore carismatico della prima ora, guardando al contesto attuale odierno: sarà questa la nostra programmazione della nostra vita associativa futura. La seconda dimensione è quella della preghiera con le mani levate al cielo e penso alle mani levate al cielo di Mosè, sostenute da Aronne e Cur, e quindi i nostri gruppi e le nostre comunità devono tenere le mani alzate e pregare, rivolgendo lo sguardo in alto verso il Cielo, verso Cristo, affinché possa ritornare la forza dello Spirito in ogni cristiano.

Nessuno può riconoscere il Signore se non nello Spirito che lo grida in noi. Quindi rimettere al centro lo Spirito Santo.

L’ultima dimensione è quella dei piedi, intesi come missionarietà: dobbiamo metterci in cammino per raggiungere l’uomo, nei luoghi della sofferenza come nelle periferie esistenziali, ma anche l’uomo che vive la solitudine. Una delle sfide grandi che il nostro tempo vive è la grande solitudine, soprattutto dopo la pandemia l’uomo è ancora più solo. Sono le tre dimensioni che nel nostro impegno a livello nazionale vorremmo rimettere al centro. Se siamo cuore, mani e piedi emerge anche la dimensione del corpo e, quindi, la sinodalità. Ognuno con il proprio carisma, il proprio dono, si mette a servizio della Chiesa e dei gruppi, dei Cenacoli o delle comunità. Questa sinodalità entra anche in una comunione straordinaria con il Sinodo universale della Chiesa che ascolta e si fa strumento per raggiungere l’uomo nelle sue necessità. E continuerà l’impegno di RnS anche a livello sociale, a favore della famiglia, della natalità e della vita, anche grazie alla nostra partecipazione al Forum nazionale delle associazioni familiari. Siamo anche parte di Retinopera che ha uno sguardo sulle dimensioni economiche, finanziarie, sociali della vita. Su quelli che sono i bisogni sociali Rinnovamento è in prima linea.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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