Vairano Patenora – Ci ha lasciati il poeta Domenico Parillo e il suo lamento per la natura
Il poeta Domenico Parillo ci ha lasciati il 21 marzo scorso, a 75 anni, a causa di un tragico incidente. È morto il poeta dell’Alto Casertano, poeta ma anche cultore di storia locale. Era una persona per bene che si faceva amare. Era nato a Pontelatone ma viveva ormai da anni a Vairano Scalo. Dopo la morte del poeta di San Donato di Carinola Giovanni Rotunno, ci lascia un altro poeta di Terra di Lavoro. Il suo primo libro “Sciurigli” lo pubblicò a maggio 2002 per le edizioni Eva. Segui “Poesie” edito da Giuseppe Laterza di Bari che lo lanciò tra i poeti casertani più bravi, Poi seguirono altri libri, come “Poems” con traduzione in inglese, fino all’ultimo racconto di quest’anno:”L’amore e la ragione”. L’opera prima di Domenico Parillo “Sciurigli” fu presentata nell’Aula consiliare del Comune di Vairano che si riempì in ogni ordine di posti. Alla presentazione dell’antologia eravamo presenti Aldo Cervo, la poetessa Rita Julianis, l’editore Amerigo Iannaccone, l’Assessore alla cultura Costantino Zoglio ed io che coordinai l’incontro. Il poeta Domenico Parillo dedicò l’antologia alla figlia Cettina. Scrivere poesie e pubblicare versi quando non si è più adolescenti non è facile, perché vuol dire spogliarsi delle proprie maschere quotidiane. Anche per questo l’antologia di Parillo rivestina un significato tutto particolare per l’autore. Tra i testi molto interessanti eran quelli che si richiamavano alla memoria (Rimpianti, Amica, Chiammame), alla nostra terra (Alto Casertano, le Nostre terre, San Pietro Infine), alla vita (l’Età, la Vita, l’indifferenza), all’amore (Lulù, Lettera d’amore, Gelosia). Ma nell’antologia vi erano anche versi dedicati alla Poesia, alla società (Disoccupati campani, Appello), alla natura, come la bella poesia in vernacolo “Sciuriglio” (fiorellino), dove l’autore si commuove nel ritrovare, ogni anno, a fine marzo, un fiore di campo che gli è particolarmente gradito, o quella più intima di “Poesia”, dove troviamo, se non una dichiarazione di poetica, sicuramente una dichiarazione d’amore per la poesia. Nel mese di febbraio 2004 arriva un’altra antologia: “Poesie -Poems” per le edizioni “Autori libri” di Firenze. Un testo scritto in italiano con la traduzione in inglese di Anna Poerio Riverso, con lo scopo di far conoscere il poeta di Vairano Scalo anche all’estero. Le poesie di Domenico Parillo, anche questa volta si ispirano al passato, ai luoghi, alla vita, all’amore. Ma anche alla poesia, alla società, alla natura come la lirica “Altocasertano”, ispirata al faggeto della Madonnina di Valle Agricola e all’acqua della Prece. Nella raccolta vi sono anche poesie intime e pastorali che colgono ricordi, momenti di riflessione, sensazioni improvvise, amori delicati. Sensazioni, ma anche riflessioni sui giovani e sulla società contemporanea dove sono scomparsi i valori di un tempo ed il progresso, l’effetto serra e l’inquinamento hanno rotto l’equilibrio sulla terra (Progresso). Parillo rivolge uno sguardo anche alla povertà che ci circonda e rimprovera la politica per quel bambino che cerca l’elemosina al bar, per quella mamma che deve rubare per mangiare, per la fame del mondo. Il grido di una Terra distrutta e inquinata, di una società affamata, drogata e sofferente di fronte alla quale il poeta non può fare altro che assistere impotente. Un lamento che non verrà ascoltato dal politico in Parlamento fino a quando non arriverà il momento della rivoluzione e si butteranno per terra i monumenti per comprare ciotole di riso. Le poesie di Parrillo sono anche dichiarazioni d’amore per una donna bambina che manda messaggini ad un amore che nasce, altre volte sono il lamento dell’innamorato che vede un amore finire (Respiro). Tra le liriche migliori di Domenico Parrillo, però, vi sono delicate poesie come “Sciurigliu” e “Lete” che ricordano quando il poeta arrivava sui margini del fiume Lete ed osservava lo scorrere veloce dell’acqua: ne ascoltava il suono, ne sentiva la frescura, ne avvertiva l’intenso profumo di verde nel naso. Un momento di beatitudine in cui tutti i suoi sensi sembravano appagati. Un immergersi del poeta nella natura per avvertirne tutte le sensazioni. Una natura,una terra che oggi lo accoglie benigna.
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