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Attualità

Scontro e confronto

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Cambiano i governi, mutano gli schieramenti politici, si creano nuove maggioranze, lo stile con cui si affrontano i problemi rimane immutato. Ancor prima di valutare ed entrare nel merito delle questioni, si organizza lo scontro, la polemica. Il primo obiettivo, infatti, è quello di dimostrare di esserci, di avere un peso nella discussione. Il fenomeno è vecchio e non ha colore politico. Ieri lo svolgeva la Meloni quando era all’opposizione, oggi lo adottano i partiti di opposizione nei confronti del governo di centro destra. L’atteggiamento è lo stesso sia se si tratta di provvedimenti definitivi, in grado, cioè, di produrre effetti immediati, sia per quelli che si trovano nella fase iniziale e che, per tale motivo, dovrebbero suggerire a tutti, maggioranza e opposizione, la via del confronto. Non solo per accorciare le distanze fra le parti, ma principalmente per migliorare, a vantaggio dei cittadini, le leggi in via di approvazione. Se per chi ha vinto le elezioni è legittimo dettare la linea su cui costruire le norme, è altrettanto vero che tale diritto-dovere non può esercitarsi in dispregio all’altra parte politica che, comunque, è portatrice di istanze della gente. I primi sei mesi di governo Meloni sono stati tutto un susseguirsi di scontri, questione migranti in testa. Raramente si è trovato, in questo scorcio di tempo, un tema su cui si sia tentato un serio confronto fra maggioranza e opposizione. Uno sguardo a talune recenti misure del governo, rende meglio l’idea. Con un solo “colpo” lo scorso 15 marzo il governo Meloni ha licenziato tre provvedimenti di grossa portata – riforma fiscale, ponte sullo stretto, autonomia differenziata – che, allo stato attuale, possono essere considerati dei veri e propri “cantieri” aperti, che, si spera, possano produrre effetti quando e se arriveranno a definitiva attuazione. Pur essendo stato “approvato” con la formula del “salvo intese”, per “gli ultimi approfondimenti tecnici”, il Ponte sullo stretto – opera di cui si parla fin dai tempi degli antichi romani – viene considerato come “cosa fatta”. Il ministro Salvini che era contrario, quando nel 2016 Renzi voleva il Ponte, e affermava “dobbiamo prima costruire le ferrovie in Sicilia”, oggi dice che si tratta di una “giornata storica dopo cinquanta anni di chiacchiere”. Stessi toni per la riforma fiscale, un disegno di legge che, se tutto andrà per il verso giusto, dovrebbe prendere il via dal primo gennaio 2024(per le dichiarazioni dei redditi del 2025) e sempre se si troveranno le risorse per compensare la riduzione delle tasse promessa a tutti. Nessun cenno alla lotta all’evasione fiscale che, come è noto, costa al Paese oltre cento miliardi l’anno. E che dire del disegno di legge sull’autonomia differenziata che, se attuato, aumenterebbe le diseguaglianze tra Nord e Sud? È inutile dire come su questi e su tanti altri temi – povertà, giustizia, sanità, etc – anziché cercare il confronto per migliorare le norme in costruzione, si sia scatenato il solito, inutile e dannoso scontro.Non solo per non perdere il “vizio” della rissa, dei polveroni sollevati al fine di mantenere acceso il dibattito politico, ma anche per fare male, in qualche modo, all’avversario di turno. Come nel caso delle due inchieste in corso su due eventi dolorosi: da una parte le presunte omissioni per contenere i decessi per Covid, dall’altra, le presunte responsabilità per evitare il naufragio di Cutro. La prima, il Covid, per colpire l’ex governo Conte, la seconda, il naufragio di Cutro, per colpire l’attuale governo. Altro che amore per la verità, siamo dinanzi a operazioni di mero sciacallaggio! Papa Francesco, nel corso di un’udienza tenuta lo scorso mese di marzo a gruppi di volontari, dopo aver consegnato il discorso preparato, parlando a braccio, ha detto: “Noi stiamo vivendo una civiltà dello scontro. È più facile dire “io sono contro questo, contro quello, contro quell’altro”, che dire “io sono con”. Ci costa più fatica questo. Invece la strada che voi volontari proponete, che voi vivete e che è una vera proposta cristiana è l’incontro per risolvere, per risanare lo scontro”. Ma il Papa aveva davanti agli occhi il nostro sistema politico? Forse.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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