Il favore a chi evade: nessuna pena per chi lo fa “per necessità”
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Il favore a chi evade: nessuna pena per chi lo fa “per necessità”
IL BLITZ – Nel dl la norma voluta da Leo. Viene depenalizzato l’omesso versamento
29 MARZO 2023
Nel decreto Aiuti approvato ieri dal Consiglio dei ministri è stata inserita una norma che non era prevista nella bozza iniziale: la depenalizzazione per il reato di omesso versamento di ritenute per un importo superiore a 150 mila euro, omesso versamento di Iva superiore a 250 mila e indebita compensazione dei crediti. Un condono penale che funziona così: se il cittadino restituisce tutte le somme dovute, non incorrerà in sanzioni penali. Il principio è quello del “patto” tra lo Stato e il contribuente di cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato più volte. Una norma che, come rivelato dal Fatto, la maggioranza aveva già provato a inserire in legge di Bilancio ma era stata bloccata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in tandem con la presidente del Consiglio, Meloni: in quel caso, infatti, il condono era ancora più esteso perché comprendeva anche i reati di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione. Quell’emendamento però non era entrata nemmeno nella legge delega sul Fisco approvata il 16 marzo ma è stata inserita, con un blitz dell’ultimo minuto, nel decreto Aiuti che prevede la proroga di alcuni sconti sulle bollette. Insomma, in un decreto che non c’entra niente. La spinta è arrivata dal viceministro dell’Economia di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo, d’accordo col ministero della Giustizia, dice un esponente del governo. Inoltre ieri il Consiglio dei ministri ha prorogato anche alcune misure della “pace fiscale”, l’insieme di condoni inseriti nella legge di Bilancio con scadenza a fine marzo. Nello specifico, la possibilità di sanare le violazioni di natura formale commesse fino al 31 ottobre 2022, mentre viene riaperto il pagamento per il ravvedimento speciale sulle dichiarazioni per quelle presentate entro il 31 dicembre 2021 e precedenti e la definizione delle liti tributarie.
D’altronde, i mantra dell’esecutivo di Giorgia Meloni sono chiari: “Non disturbare chi fa”, ripete spesso la premier e non punire chi non può pagare, pallino del viceministro dell’Economia Leo, autore della delega per la riforma fiscale approvata a metà marzo.
Quello dello scudo penale per alcuni reati tributati è un obiettivo di Fratelli d’Italia ormai da diversi mesi. Dopo il tentativo provato in legge di Bilancio, il 16 marzo scorso alla Camera la deputata Carolina Varchi aveva depositato una proposta di legge che andava in questa direzione riprendendo un testo già presentato nel 2021 durante l’emergenza Covid. Un modo per mettere pressione sul governo. La norma prevedeva che per i reati di omesso versamento dell’Iva e delle ritenute venisse inserito il concetto dell’evasione “per dolo” e inoltre veniva considerato “non punibile chi ha commesso il fatto per impossibilità sopravvenuta della prestazione a lui non imputabile”. Insomma, l’obiettivo era quello di prevedere la depenalizzazione dell’“evasione di necessità” per imprese e contribuenti che – in crisi di liquidità – non possano pagare le tasse. I nodi però restano. Limitare la punibilità penale al dolo, infatti, è un concetto scivoloso visto che è impossibile da provare da parte dei magistrati: come si fa a dimostrare che un’impresa non versa le imposte, che aveva già dichiarato, per evadere il Fisco anziché perché era priva di liquidità? Non è escluso che questa proposta alla fine sia stata assorbita nel decreto approvato ieri sera in Consiglio dei ministri: al momento il testo non c’è ancora e la norma è stata annunciata nel comunicato finale di Palazzo Chigi.
FONTE:
(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
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