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NUOVE NORME PER IL SUPER BONUS 110

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EMENDAMENTI

Superbonus, decreto rivisto: torna l’affare per banche&C.

ALLA CAMERA – Introdotta la detrazione decennale a favore dei cittadiniRiparte la cessione dei vecchi crediti fiscali, più tempo per finire i lavori

DI NICOLA BORZI
28 MARZO 2023
Sta faticosamente arrivando a una soluzione lo scontro parlamentare sul decreto legge 16 del 17 febbraio che, da un giorno all’altro, aveva bloccato la cessione dei crediti del Superbonus e gli sconti in fattura su tutti i bonus edilizi mettendo a un passo dal disastro decine di migliaia di imprese e famiglie e centinaia di migliaia di lavoratori. Di fatto, in sede di conversione, la maggioranza sta concordando con le opposizioni alcuni emendamenti per modificare le norme punitive introdotte dalla premier Meloni e dal ministro Giorgetti. Se il ministro dell’Economia e delle Finanze resta fortemente contrario (eufemismo) alla riapertura dei termini, il Parlamento pare avviato su una strada diversa. Non tutti i nodi vengono però risolti e nel frattempo emerge con chiarezza che i veri vincitori di questa partita sono gli intermediari bancari e finanziari che già in passato e ancora in futuro realizzeranno un business gigantesco sulle transazioni dei crediti fiscali.

Tra le novità principali introdotte dagli emendamenti riformulati per la conversione del decreto, c’è innanzitutto la proroga ulteriore non più al 30 giugno ma al 30 settembre del termine per consentire alle “villette” di concludere i lavori usufruendo del bonus fiscale del 110%. Il beneficio dovrebbe diventare strutturale per chi usufruisce del sismabonus nelle aree del cratere sismico del centro Italia, per le case popolari, per le Onlus preesistenti al decreto e per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Slittano a novembre i termini per la cessione dei crediti per lavori eseguiti nel 2022. I lavori in edilizia libera, come quelli per l’installazione di caldaie e infissi, saranno riconosciuti se si potrà dimostrare che i relativi contratti sono stati firmati prima del 16 febbraio. Infine un emendamento targato M5S riformulato porta a dieci anni la detraibilità fiscale dei crediti anche per i cittadini (e non solo per le imprese, come ipotizzava il governo).

Tra le novità più rilevanti potrebbe poi esserci la creazione di un intermediario, una sorta di “banca veicolo”, che acquisti i crediti fiscali rimasti incagliati, calcolati in circa 19,9 miliardi, e ne sblocchi le transazioni. Il governo avrebbe già incassato la disponibilità di banche e istituti finanziari a ripartire con gli acquisti. Ma spunta anche una “soluzione di mercato”, la costituzione di un nuovo soggetto a partecipazione diffusa (incluse le partecipate pubbliche), che intermedierebbe i crediti dopo la loro prima cessione alle imprese che eseguono i lavori operando lo sconto in fattura e da queste alle banche (seconda cessione). Al terzo passaggio la “banca veicolo” comprerebbe i pacchetti di crediti pluriennali dalle banche o dalle grandi aziende e di anno in anno, prima della scadenza, li cederebbe a privati e istituzioni che intendessero usarli per la propria pianificazione fiscale. Il nuovo meccanismo vede interessata Enel X. Secondo l’Ad Francesco Venturini, “il governo sta tentando di riconciliare più obiettivi: trovare una soluzione di mercato che immetta liquidità e permettere un’uscita graduale e ordinata dalla misura”.

Un intervento che lascia ancora sottotraccia la dimensione gigantesca del business (e dei relativi utili) che l’intermediazione dei bonus edilizi ha rappresentato per gli intermediari. Basta pensare che già a ottobre 2022 Poste acquistava i crediti decennali con sconti (cioè margini a suo favore) tra il 15 e il 30%. Valori che lasciano intravedere utili stellari – ma mai pienamente quantificati, anche perché si produrranno pure negli anni a venire – per tutti coloro che hanno intermediato i 111 miliardi di crediti prodotti dai bonus.

Di certo arrivare a una condivisione degli emendamenti non è stato semplice né indolore. “Un governo allo sbando, sul tema dei bonus edilizi come su tanti altri temi, sta costringendo il Parlamento a riscrivere in Commissione finanze alla Camera un catastrofico decreto legge”, spiega Emiliano Fenu, capogruppo M5S in Commissione finanze della Camera. “È incredibile che per sbloccare i crediti incagliati il governo si appresti ad avallare la creazione di una piattaforma pubblico-privata, la stessa soluzione proposta dal M5S in decine di emendamenti a partire dal governo Draghi, e addirittura prevista in una proposta di legge da noi depositata al Senato a ottobre 2019”.

Intanto i sindacati Fillea Cgil e Feneal Cisl del Trentino calcolano che dalla cancellazione degli sgravi fiscali potrebbe derivare una contrazione del 16% dei lavoratori edili. Per questo Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza a Roma sabato 1 aprile.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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