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Attualità

“Abolite l’isolamento diurno e cambiate il carcere duro”. Ce lo chiede l’Europa di Angela Stella

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di Angela Stella

Il Riformista, 25 marzo 2023

Il rapporto dell’organo del Consiglio d’Europa dopo la visita nei nostri istituti di pena: “Serve una strategia più ampia contro il sovraffollamento: la detenzione sia l’ultima ratio. Migliorare la formazione del personale”.

“Il sovraffollamento carcerario rappresentava un problema, con carceri che operavano al 114% della loro capacità ufficiale di 50.863 posti al momento della visita. Affrontare il problema del sovraffollamento richiede una strategia coerente più ampia, che copra sia l’ammissione in carcere sia il rilascio, per assicurare che la detenzione sia veramente la misura di ultima istanza. Allo stesso tempo, è necessario prendere delle misure per migliorare le condizioni materiali nelle carceri visitate”: così si legge nel rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti pubblicato ieri in merito alla sua visita periodica in Italia condotta nel periodo marzo/aprile 2022. In realtà alcune carceri avevano tassi di overcrowding superiori al 140% della loro capacità ufficiale, come Monza, Lorusso e Cutugno (Torino) e Regina Coeli (Roma).“È vero, le nostre carceri sono sovraffollate, ha commentato il Ministro Nordio a margine di un convegno ad Udine – abbiamo ampi progetti per ridurre questa criticità. Un progetto a lungo termine riguarda la dismissione delle vecchie carceri, come Regina Coeli che può essere venduto sul mercato, prevedendo la costruzione di nuove case, ma anche un progetto a lungo termine, soluzione più ambiziosa e definita, di utilizzare una serie di edifici, a cominciare da caserme dismesse, che hanno struttura compatibile con il carcere”. Ha aggiunto: “con pochi soldi potremmo ristrutturare queste caserme dismesse e questo ci consentirebbe una detenzione differenziata per i detenuti condannati per reati di diversa gravità, con uno sfoltimento della popolazione carceraria con queste caserme che sono molto diffuse, e che hanno degli spazi compatibili con una delle funzioni essenziali della pena – ha concluso il ministro – che è quella rieducativa, attraverso la pratica dello sport e il lavoro all’interno dello spazio carcerario”.Il rapporto ha evidenziato “inoltre numerose segnalazioni di violenza e intimidazioni tra i detenuti nelle carceri visitate. Le autorità italiane devono istituire una strategia onnicomprensiva per prevenire tali violenza e intimidazioni attraverso, inter alia, la promozione di un vero sistema di sicurezza dinamica (sorveglianza dinamica) da parte del personale penitenziario che migliorerebbe il controllo e la sicurezza e renderebbe il lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria più appagante. La delegazione ha ricevuto inoltre alcune denunce di maltrattamento di detenuti da parte del personale di Polizia penitenziaria. Le autorità italiane dovrebbero migliorare la formazione del personale sull’uso di metodi di controllo e contenzione sicuri, in particolare per i detenuti con tendenza all’autolesionismo e disturbi mentali”.

In relazione alle misure restrittive e ai regimi di isolamento, il CPT chiede una serie di interventi, tra cui l’abolizione dell’isolamento diurno e “il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime “41-bis”, in linea con le raccomandazioni di lunga data del CPT (confliggerebbe con l’articolo 27 della Costituzione, ndr), che il Comitato ritiene potrebbe essere raggiunto attraverso l’adozione di una Circolare di modifica del regime in questione emessa dal DAP”.

“Quello che emerge nel rapporto – ha sottolineato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone – è in larga parte coerente con la situazione che Antigone denuncia da tempo e che avevamo avuto modo di manifestare durante la consultazione che avemmo con la delegazione, nonché con le proposte che da noi arrivano per una riforma del sistema penitenziario che guardi alla pena come elemento di risocializzazione della persona”.

In particolare sulla questione del sovraffollamento ha dichiarato: “da tempo Antigone chiede un incremento delle misure alternative, sottolineando come ci siano migliaia di detenuti con pene brevi, che ben potrebbero accedere a percorsi diversi dalla detenzione in carcere. Inoltre, da tempo, chiediamo che su alcuni temi, ad esempio quelli legati alle politiche sulle droghe, si proceda a una serie di depenalizzazioni così da affidare le persone con dipendenze a un percorso di cura e non a un percorso penale e detentivo”.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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