Caserta. Allevatori bufalini esasperati attaccano duramente la Regione e… preannunciano ‘il peggio’
Sempre più “imbufalito”, il Coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino rincara la dose contro la Regione e preannuncia altre eclatanti iniziative:
Nel giorno della vergogna delle istituzioni, la regione Campania (senza vergogna) fa finta di niente.
Gli allevatori e tutta Terra di Lavoro, hanno iniziato il conto alla rovescia.
Centocinquantotto trattori (in totale 176 mezzi) hanno sfilato sabato scorso per sessanta km. fra le comunità della zona maggiormente colpita dal disastro provocato dal Piano irresponsabile voluto dalla Giunta Regionale della Campania che, in realtà, sta continuando a mantenere ed espandere i problemi della BRC e della TBC bufalina mentre stanno mettendo in ginocchio un comparto ed un territorio consegnandolo alla speculazione.
Se si considera che le aziende ancora attive nell’area sono circa 400 e che diversi allevatori sono venuti senza mezzi (nonostante le minacce e le pressioni arrivate in questi giorni che puntavano, più o meno esplicitamente, a delegittimare il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, allora la Regione può trarre le sue conclusioni: se voleva sapere cosa pensano e cosa vogliono gli allevatori, sono serviti e farebbero bene a prenderne atto in nome della democrazia e del dovere di ascolto che devono ai propri cittadini.
Chiari gli obiettivi della manifestazione: “ritirare le deleghe a chi ha fallito (la task force guidata dal Dott. Antonio Limone), aprire un tavolo sotto la garanzia del Governo Nazionale per risolvere davvero il problema della BRC e della TBC e mettere fine all’indecoroso spreco di risorse pubbliche usate senza risultati, il Parlamento italiano apra una indagine su quanto sta accadendo in Campania, si garantiscano per gli allevatori gli indennizzi per i danni provocati dal Piano e si risarcisca il territorio con azioni adeguate di messa in sicurezza e di rilancio”. Stava scritto su tutti i trattori, insieme alla parola: “Vergogna!”.
Eppure, la Regione Campania, almeno al momento, mostra ancora di non aver sentito ed evidentemente i suoi dirigenti non leggono i giornali e non vedono i servizi in tv (soprattutto non ascoltano gli slogan scanditi senza equivoco nella manifestazione); tantomeno non hanno paura di rischiare il ridicolo, almeno a leggere le dichiarazioni che l’Assessore all’Agricoltura Nicola Caputo ha riportato nel suo post su facebook.
Riferendo di un suo intervento tenuto ad un convegno organizzato sulla tutela della genetica bufalina sostiene: “In chiusura ho preso parte all’evento organizzato da Ris Bufala in occasione della Mostra digitale del libro genealogico.
Ringrazio Angelo Coletta per l’invito, nel corso del mio intervento ho posto l’accento sul lavoro che stiamo facendo in Regione per superare i problemi del settore e dare le risposte agli allevatori che sono un patrimonio della nostra zootecnia.
Ho riconfermato la massima vicinanza alla Regione con un dialogo che va rafforzato sempre di più con tutti gli operatori per rendere efficaci le iniziative che stiamo mettendo in campo. Le parole d’ordine che guidano la nostra azione sono efficienza, trasparenza e condivisione….”
“Lavoro che stiamo facendo in Regione per superare i problemi…”, “vicinanza e dialogo che va rafforzato con tutti gli operatori…” “rendere efficaci le iniziative che stiamo mettendo in campo”. Parole irresponsabili che non rispondono alla realtà e che, nella ennesima manifestazione di cattiva fede, provano a travisare la realtà … a meno che non siano il preludio per un ripensamento profondo della Regione ed una presa d’atto di quanto sia urgente ed in evitabile cambiare.
“La verità” dicono dal Coordinamento “non può più essere nascosta ed, ormai, è iniziato il conto alla rovescia che non può essere fermato“.
Così si esprimevano nei molti commenti circolati in rete gli allevatori che martedi 14 marzo incasseranno la calendarizzazione delle audizioni previste con la formalizzazione della Indagine Conoscitiva al Senato della Repubblica italiana e che si preparano a produrre ulteriori documenti per l’incontro che Gianni Fabbris e Adriano Noviello terranno il 23 Marzo a Bruxelles per la prima discussione della proposta di petizione avanzata da Altragricoltura a nome del Coordinamento Unitario.
Si legge nella sintesi della Petizione elaborata dalla stessa commissione per convocare l’incontro del 23:
“Il firmatario è allarmato dalla situazione della brucellosi bufalina in Campania e, in particolare, nella provincia di Caserta e dall’andamento dell’infezione da Mycobacterium tuberculosis complex (MTBV), che si è deteriorata particolarmente nell’ultimo triennio, e denuncia come la delibera della regione Campania n. 104/22 non risolverà i problemi, anzi li aumenterà.
Si stigmatizza l’inadeguatezza degli attuali piani di profilassi che andrebbero immediatamente modificati, e si lamenta il fatto che i piani di azione messi in campo dalla regione Campania negli ultimi quattro anni (DGR n. 207/2019, DGR n. 104/2022 per il controllo e l’eradicazione della brucellosi e della TBC Bovis nei bufali campani), si sono tradotti in un micidiale sistema di distruzione dei bufali del casertano.
Si chiede pertanto un intervento per ottenere il rispetto del trattato e della normativa dell’UE, in particolare, delle procedure e del dettato del regolamento delegato (UE) 2020/689 della Commissione, del 17 dicembre 2019, che integra il regolamento (UE) 2016/429.
Si sottolinea la scarsa capacità di risanare gli allevamenti, a causa dell’assenza di un sistema di sorveglianza che consenta di individuare le fonti di infezione e le modalità di diffusione, e si indica che sono stati vaccinati solo 72 allevamenti dei 356 presenti, ovvero appena il 20 %.
Il firmatario contesta fortemente lo strumento utilizzato dalla regione Campania, cioè il ricorso alla macellazione totale degli effettivi degli allevamenti (stamping-out) che ha prodotto, su oltre centomila animali avviati all’abbattimento per brucellosi, solo l’1,4 % di casi di positività sulla base delle analisi post-mortem e nel caso della TBC meno dell’1 % di capi con lesioni da MTBC e/o isolamento del batterio.
Un’altra conseguenza disastrosa consiste nel fatto che numerosissimi allevamenti sono stati dichiarati infetti senza che in essi sia stato individuato un solo “caso confermato” di infezione. Il firmatario indica che da quando la regione Campania ha riacquisito la responsabilità della gestione delle attività di eradicazione, affidandone il coordinamento e la responsabilità a una task force da essa stessa nominata, in dieci anni, la prevalenza della BRC in provincia di Caserta è tornata a circa il 18 % rispetto all’1 % del 2011. Si chiede pertanto alle istituzioni europee di intervenire stante i conflitti inconciliabili della delibera 104/22 della regione Campania con il disposto dell’articolo 9 del regolamento (UE) 2020/689.”
“Vedremo” dichiara Gianni Fabbris “se chi ha la responsabilità del fallimento potrà anche questa volta nascondere la realtà davanti alla Commissione di Indagine del Senato e ai Parlamentari Europei e vedremo se potranno, di fronte alla prossime prove della mobilitazione che non potrà che estendersi ed aumentare, continuare a tenere la strategia dello struzzo“.
Martedì 14 marzo il coordinamento annuncia la divulgazione della lettera aperta al Presidente De Luca con le dieci domande cui lo invitiamo pubblicamente a rispondere.
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